3 locali di Napoli dove si mangia e si balla, che forse non conosci

Pubblicato il 11 febbraio 2016

3 locali di Napoli dove si mangia e si balla, che forse non conosci

Come  e meglio delle ragazze Coyote Ugly, quelle del film. Quando con le mie amiche vado in uno di questi locali di Napoli con formula dinner and dance, allora non c’è regola che tenga e basta uno sguardo d’intesa ed ecco che ci ritroviamo a ballare sui tavoli e a scatenarci come succede quando decidiamo di festeggiare l’addio al nubilato di un’amica che si sposa.

Reggiseni appesi al muro


Fino a qualche tempo fa, sulla parete del Covo dei Briganti c’erano appesi sopra le pareti i più svariati reggiseni, da quelli paillettati a quelli con le piume e stress, inutile dire che tutti suscitavano le battutine dei miei amici maschi. Il locale d’altra parte si presta a questo spirito goliardico, prima si cena con panino e bevanda e dopo il locale si trasforma con musica trascinante e tutte le ragazze salgono sui tavoli per ballare fino all’alba.

Tamburelli e musica

 
Quando vado al Vic'Street mi sento in un’atmosfera davvero d’altri tempi.
Ci sono venuta anche con la mia famiglia e devo dire che ha gradito la scelta, soprattutto  per lo  scenario che rievoca la Napoli Antica. Inoltre un altro buon motivo per andarci sono gli ottimi piatti della cucina napoletana, il preludio al post serata che prevede un travolgente spettacolo cabarettistico-musicale, in cui ti può capitare di essere chiamata a salire sul palco e stare al gioco.

Pizza e karaoke


Al Pensammece dimane ci vengo con le mie amiche più scatenate, quelle che la vergogna non sanno neanche cosa sia. Infatti questo locale rientra tra i locali di Napoli in cui si canta al karaoke, e se sei stonata allora puoi rimediare ballando sui tavoli della tipica taverna napoletana. E visto che di napoletanità parliamo, poteva mai mancare proprio qui una delle migliori pizze di Napoli? Direi proprio di no.

Foto di copertina: pagina Facebook Covo dei Briganti
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scritto da:

Arianna Esposito

Giornalista pubblicista dal 2012, una laurea in sociologia e una sconfinata passione per l’universo delle parole, bilanciata da una certa avversità per quello dei numeri. A chi mi chiede dove ho lasciato il filo, rispondo che il filo, quello del discorso, raramente lo perdo se non per lasciarmi andare di fronte al panorama mozzafiato di Napoli, la mia città di cui sono perdutamente innamorata.

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