10 specialità romane che devi mangiare almeno una volta nella vita

Pubblicato il 27 marzo 2016

10 specialità romane che devi mangiare almeno una volta nella vita

Tra i tanti ristoranti con cucina romana, ma anche negli infiniti chioschi, bar, friggitorie e quant'altro, puoi trovare tante specialità della gastronomia capitolina, ma ce ne sono alcune che proprio non puoi perdere.Ricorda, però, che a Roma si mangia bene ma, soprattutto, tanto. Non provare a chiedere “mezze porzioni”, assaggi o condivisioni bizzarre dei piatti nel menù, rischi grosso! Ecco la nostra top 10.

10 – Il Supplì

Come la metti la metti, una serata in pizzeria, non può assolutamente cominciare senza un Supplì “al telefono”. Croccante fuori, ben sugoso all'interno e, ovviamente, con mozzarella filante.

9 – Fiori di zucca e filetti di baccalà fritti

Altri due fritti della trazione romana doc. Ricorda: quando ordini i fiori, all'interno della pastella trovi anche mozzarella (in realtà la ricetta originale prevede la “provatura”) e un'acciuga.

8 – Puntarelle

Quando è stagione (in primavera) non azzardarti a ordinare insalata per contorno. A Roma ci sono solo le puntarelle, servite croccanti e condite con olio d'oliva, abbondante aglio e acciughe.

7 – Coratella e carciofi

Insieme o separati, entrambi sono tra i piatti più amati dai veri romani. La ricetta tipica li accoppia come secondo, ma il carciofo può essere mangiato in diversi modi: alla giudìa (fritto in olio), alla romana (stufato con aglio e mentuccia) o in insalata (a crudo con grana a scaglie).

6 – Abbacchio scottadito

C'è chi lo preferisce classico al forno con le patate o chi a scottadito. Le costolette sul bbq o sulla griglia, servite ben cotte (ed ustionanti) sono la gioia più grande che la Pasqua regala ogni anno.

5 – La pajata, il cervello e il “quinto quarto”

Con il termine “quinto quarto” si intendevano gli avanzi, dopo i tagli più pregiati, che il macellaio lasciava alle cucine dei ristoranti o delle madri di famiglia. A Roma frattaglie ed interiora fanno parte della tradizione come il risotto a Milano: la pajata, l'intestino del vitello da latte servito anche come sugo per la pasta, e il cervello fritto in pastella per molti sono i due migliori piatti del genere.

4 – Il maritozzo con la panna

Un cappuccino senza maritozzo con la panna è come Londra senza pioggia. E' pesante? Chissenefrega!!!

3 – La coda alla vaccinara

Anche se fa parte della sezione “quinto quarto”, la coda alla vaccinara come un fatto a sé, una vera e propria arte. La preparazione, quella vera, richiede persino l'utilizzo del cacao in polvere.

2- Minestra all'arzilla

Piano con i voli pindarici della fantasia: l'arzilla a Roma è la razza che, come tradizione, serve per insaporire la minestra o il brodo. Da provare la minestra con broccoli, arzilla e pasta.

1 – I primi romani

Impossibile chiedere di stilarne una classifica: cambierebbe di giorno in giorno. Resta il fatto che gli spaghetti alla carbonara, i bucatini all'amatriciana, i rigatoni alla gricia e la cacio e pepe (preferibilmente con gli strangozzi) sono una delle ragioni di vita di ogni romano!

Foto da Flickr in cc di Barbara Glickler Notarile 
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