Le metro dell'arte di Napoli
Pubblicato il 12 gennaio 2016
La domenica mattina, invece che dormire fino a tardi preferisco andare in giro per la mia città. Sì lo so, sono un caso anomalo. Ma, da quando hanno aperto le numerose metropolitane dell'arte, approfitto per passarci e ammirarle, raggiungendo così i musei di Napoli e le sue tante attrazioni. Eccone un assaggio.
E' stata definita la più bella d'Europa e io che sono come San Tommaso che se non vedo non credo, ho visto: e che ho visto! La metro Toledo è una meravigliosa struttura che richiama i colori del mare, con il blu profondo dei pannelli che come per magia si muovono con te, richiamando proprio l'ondeggiare marino.
Quando devo andare in stazione per prendere il treno, ne approfitto per prendere la metro e ammirare la metro della stazione Garibaldi. Oltre alle numerose opere artistiche che ci sono all'interno, quello che ogni volta colpisce la mia attenzione è il punto in cui le scale mobili si intrecciano come sospese nel vuoto.
La prima volta che ho visto la metro della fermata università, mi son detta: qui sono al luna park! Il colore principale è il rosa barbie e tutto attorno ci sono lucine e disegni psichedelici. Inutile dire che è tra le mie preferite perché mi fa ritornare di colpo bambina.
Ho un'amica che abita nel quartiere di Materdei e ci vado spesso in metro. Ogni volta rimango incantata davanti ai mosaici che ci sono alle pareti e dalla guglia di vetro che li sovrastano. Da quando c'è la metro l'intero quartiere è stato decisamente rivalorizzato.
La nuova metro di Monteclavario si trova all'interno dei quartieri spagnoli, l'ho fatta vedere di recente ad un'amica che passava di lì per fare un pò di shopping nel cuore di Napoli. All'interno della metro, trovi due tapis roulant che conducono da Toledo a Montecalvario e sui pannelli retroilluminati ci sono gli scatti del fotografo Oliviero Toscani, raccolti nell'opera Razza Umana.
Foto copertina di Antonio Trogu da Flickr CC
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scritto da:
Giornalista pubblicista dal 2012, una laurea in sociologia e una sconfinata passione per l’universo delle parole, bilanciata da una certa avversità per quello dei numeri. A chi mi chiede dove ho lasciato il filo, rispondo che il filo, quello del discorso, raramente lo perdo se non per lasciarmi andare di fronte al panorama mozzafiato di Napoli, la mia città di cui sono perdutamente innamorata.