Le caratteristiche delle maschere italiane più famose, 2 sono venete, le conosci?

Pubblicato il 1 febbraio 2016

Le caratteristiche delle maschere italiane più famose, 2 sono venete, le conosci?

Di maschere in giro se ne vedono davvero di ogni tipo, ma alcune di loro appartengono alla tradizione del teatro dell'arte, ed esistono da almeno 300 anni Pulcinella, Pantalone, Arlecchino, Colombina, Brighella, Gianduia, Tartaglia e il Dottor Balanzone.

Pulcinella


Maschera napoletana, probabilmente una delle più vecchie della nostra tradizione, che nei secoli ha cambiato un po’ forma e spirito. Passa dall’essere servo, amico, ribelle, ma io amo ricordarmelo come quel personaggio dal vestito bianco e la maschera nera con il naso adunco, capace di sconfiggere qualsiasi tipo di “nemico”. La vitalità in persona, che si arrabatta per un tozzo di pane e che spesso e volentieri parla veramente troppo.

Arlecchino


Compagno di merende Brighella sempre senza un soldo e sempre in mezzo ai casini. Amante o in certi casi marito di Colombina, si caratterizza per il suo vestito variopinto, fatto di pezze colorate raccattate un po’ di qua e di là. Originario di Bergamo non è di certo un barlume di intelligenza, ma estremamente buono e semplice d’animo.

Colombina


Maschera veneziana, serva, per lo più, il cui cuore è stato rapito da quel povero in canna di Arlecchino. Colombina è sveglia e scaltra, l’immagine assolutamente speculare del fidanzato. Spesso è oggetto delle attenzioni di Pantalone, suo padrone in alcune commedie, scatenando la gelosia di Arlecchino.

Brighella


Maschera popolare bergamasca, il compare di Arlecchino, anche se, al contrario di quest’ultimo è estremamente scaltro e flessibile. Non si limita a fare il servo ma un’innumerevole quantità di mestieri più o meno leciti, ritrovandosi, inevitabilmente in qualche intrallazzo poco felice. Altra caratteristica del personaggio: l’estrema facilità nel raccontare credibili frottole.

Gianduia


Non si sta parlando del cioccolatino! Allegro e amante dei vizi e dei piaceri della vita, quasi sempre alticcio e, per non smentirsi, con un bicchiere di vino in mano. Originario di Torino (strano, di solito i “beoni” sono i veneti), il suo nome deriva dall’espressione “Gioann dla doja”, che significa “Giovanni del boccale”, lo sapevi?

Pantalone


Il mio preferito. Un vecchio brontolone, spilorcio e antipatico, ma nelle commedie era quello che, con il suo dialetto veneziano, mi faceva più ridere, anche perché, in fondo, in fondo, era un buono. Rappresenta in tutto e per tutto il tipo mercante veneziano, sia per l’età che per l’inclinazione a guadagnare sempre più di quel che dovrebbe, oltre a fare il marpione in giro con cortigiane e serve della commedia, come Colombina.

Tartaglia


Forse non lo conoscono in tanti, ma già il suo nome dovrebbe far capire qual è la sua maggiore caratteristica: la balbuzie. Nasce come dottore, con il suo mantello verde, ma poi l’essere balbuziente e anche abbastanza miope, hanno delineato un personaggio con pochi tratti mani e atto quasi solamente a far ridere.

Dottor Balanzone


Il dottore bolognese, famoso per il suo vestito nero ed il gran colletto bianco, è un pignolo, un po’ presuntuoso anche, che ama dare consigli non richiesti. Dice di conoscere qualsiasi materia, dalla medicina alla legge, e non spreca occasione per inserirsi nei discorsi e poter iniziare uno dei suoi sproloqui,  a detta sua, dotti.

Foto di copertina: « R☼Wεnα » su Flickr CC


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