Piccole curiosità sui dolci veneti di Carnevale

Pubblicato il 1 febbraio 2016

Piccole curiosità sui dolci veneti di Carnevale

Per Carnevale esiste un dolce tipico in quasi ogni città d'Italia, ma nel Veneto i dolci sono almeno tre e sono tra i più famosi d'Italia.

Le frittelle


Più passano gli anni e più le pasticcerie se ne inventano una di nuova, se inizialmente si mangiavano quelle “alla veneziana” con le uvette e lo zucchero sparso in superficie, quelle alla crema e allo zabaione, da qualche anno sono nate  quelle alla Nutella, al pistacchio e in molte altre varianti anche non fritte.
Una pillola di storia: la nascita delle frittelle viene fatta risalire all’epoca rinascimentale, talmente erano buone che nel ‘700 furono elette “dolce nazionale dello Stato Veneto”.

Suggerimenti:
Le migliori frittelle di Venezia

Le castagnole


Le castagnole sono il dolce meno consumato della triade galani, frittelle e castagnole, ma se fatte bene, morbide e fragranti valgono la pena. La tradizione vuole che si spruzzino di grappa prima di spolverarle con lo zucchero.
Pillola di storia: l’origine è sicuramente antica, è stato trovato in un manuale di Viterbo del ‘700 un manoscritto che riporta ben 4 ricette diverse.

I galani


Ogni regione ne rivendica la paternità, ma di galani ci sono sono quelli nati sotto la Repubblica della Serenissima e che non se ne parli più. Nati a Venezia poi non hanno tardato a diffondersi per tutto il territorio Veneto, ma d’altronde, come dargli torto? E pensare che sono solo delle sfoglie croccanti, dai contorni dentellati e ricoperte di zucchero a velo…

Per approfondire:
Dimmi come chiami le chiacchiere e ti dirò da dove vieni

I zaleti (“zaéti”)


Anche se oggi si mangiano tutto l'anno anticamente erano consumati solo a Carnevale. Nati dalla tradizione contadina erano preparati un po’ con quello che capitava, ma ciò che ha dato loro il nome è la farina di mais che gli regala il colore giallo da cui prendono il nome.
Pillola di storia: lo stesso Goldoni parla dei Zaleti come dolce economico nella sua opera “La Buona Moglie”, del 1749.

Foto di copertina: Ho visto Nina volare su flickr CC

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