Pubblicato il 18 marzo 2015
Si dice che dalla capacità di preparare i piatti più semplici si possa decretare la bravura di una persona in cucina; il banco di prova di un piazzaiolo può essere allora, senza dubbio, la pizza marinara: semplice, con pochi ingredienti ma difficile da preparare proprio nella sua semplicità. Beh, se una di queste sere hai voglia di cenare con una bella marinara, prova queste pizzerie di Napoli, la loro pizza non ti deluderà.
Da Michele, si sa, le pizze sono due: Margherita e Marinara, come vuole la vera tradizione napoletana. Qui la marinara è davvero molto buona, oltre ad essere enorme (praticamente deborda dal piatto), economica, saporita, profumata e leggera.
Presso la Pizzeria Gaetano Genovesi, troverai una delle migliori marinare della città, grazie all'impasto leggero, gli ottimi ingredienti e la sapiente cottura. Il pomodoro, l'origano, l'olio e l'aglio (per niente invasivo) si combinano in un mix di sapori perfetto che esplode al primo morso.
Nel polo enogastronomico Eccellenze Campane, vi aspetta una marinara unica, da gustare presso la pizzeria dei Fratelli Vuolo. L'Assoluto di Marinara, creata dal maestro pizzaiolo Guglielmo Vuolo, è una pizza unica con ben tre varianti di pomodoro: pomodoro San Marzano, pomodorino del Piennolo e altro pomodoro San Marzano, stavolta conservato in acqua e sale.
Questa pizzeria, situata lungo il bellissimo Corso Umberto di Pozzuoli e gestita da Ciro Coccia, prepara una marinara davvero perfetta, dove tutti gli ingredienti si sposano in un'armonia di sapori unica. La pizza è fragrante, gli ingredienti freschissimi e l'impasto estremamente digeribile; insomma, una marinara da 10 e lode.
La pizza marinara di Ciro Salvo è un'altra di quelle pizze perfette. Da 50 Kalò mangerai una marinara squisita: l'impasto soffice e digeribile, gli ingredienti freschi di prima qualità, il cornicione gonfio e leggero e il profumo dell'origano e del basilico rendono questa pizza un vero e proprio capolavoro.
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"Il tesserino da giornalista pubblicista, i film nei cinema semivuoti, i cibi molto conditi, gli anni ’80, la birra belga, i pittori dell’ottocento, le serie tv, i viaggi e la voglia di scrivere per vivere e vivere per scrivere."
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Che il nostro olio fosse uno dei migliori al mondo, se non il migliore, è cosa nota.
