Sarà moda, sarà profonda convinzione, sarà perchè gusti son gusti, ma i vegetariani sono sempre di più: sono in mezzo a noi e sono tanti. Detta così sembra la battuta di apertura di un film horror ma, ti assicuro, non c'è nulla da temere: anche se sei un cultore dei ristoranti indiani milanesi , vegan friendly per tradizione, forse non ti sei reso conto che a Milano si mangia vegetariano davvero bene. Basta conoscere gli indirizzi giusti e non farsi spaventare dalla recente invasione dell'hamburger con la carne di Chianina.
Le mie dritte valgono per tutti: vegetariani e vegani, amanti delle novità, carnivori intimoriti dalle verdure e scettici della prima ora. Sì perchè anche il divoratore di pollo più inclallito non saprà resistere al richiamo delle lasagne di zucca e della parmigiana con la mozzarella di riso, una volta assaggiate.
Non fare quella faccia, per una volta: sperimenta!
Iniziamo con due mostri sacri dell'alta cucina...
Il Ghea non si risparmia in nulla e smentisce a pieno la facile equivalenza: pasto vegetariano=pic nic al parco per giovani hippy. Qui l'ambiente è elegante, chic, intimo, la cucina è raffinata senza tralasciare il gusto. Questi i motivi per cui il Ghea piace anche ai più scettici. Io non mi sono più ripresa dalle tagliatelle rosse con granella di pistacchio, una gioia per occhi e palato.
Seduti ad un tavolo del Joia con il piatto davanti, non si è sicuri di volerlo mangiare, perchè è davvero troppo bello. Potresti decidere di fotografarlo e lasciarlo intatto, come fosse un'opera d'arte contemporanea. Ma sarebbe un errore: Pietro Leemann sa come farti apprezzare la cucina vegetariana in un equlibrio perfetto tra estrosità e gusti semplici.
...passiamo per l'etnico...
L'ospitalità è il vero punto forte di questo ristorante di specialità indiane e nepalesi che facilita la vita ai vegetariani proponendo, oltre al menu alla carta, tre menu fissi: di carne, di pesce e vegetariano. Sembrerà banale, ma tra i manicaretti veg* del Namastè spiccano i samosa vegatali: uno tira l'altro e adatti anche ai vegani.
Anche al The Dhaba i vegetariani possono fiondarsi sul menù fisso a loro dedicato: a cena costa 20 euro ed è comprensivo di antipasto, primo, secondo, contorno, pane e dessert. Impossibile non uscire sazi e contenti dopo essersi "spaccati" di samosa, dal, malai kofta (crocchette di verdure), patate al forno e altre squisitezze.
...finiamo con qualche sorpresa!
Il Be Bop non è un ristorante vegetariano ma merita un novero speciale per la cura con cui segue tutti i suoi clienti, che siano intolleranti, celiaci, vegetariani o vegani. A dimostrazione che qui nessuno ti guarda storto e che il cliente ha sempre ragione, a pranzo c'è sempre un piatto unico vegetariano tra le proposte. Da non perdere poi la pizza: leggera, digeribile, gustosa.
Cosa ti aspetti da un ristorante vegano? Nella migliore delle ipotesi, nemmeno la metà dell'offerta gastronomica del Mudra che sfoggia anche i pizzoccheri valtellinesi e le lasagne di zucca a domostrazione che la cucina vegana non significa rinuncia. Se pensi sia una scelta troppo "hard" vai all'happy hour, un buon modo per acclimatarsi.
Oltre alla possibilità di comporre il proprio piatto veg* con le proposte del giorno, al Radicetonda un' intera parte del bancone è dedicata alle torte: con farine integrali, frutta e creme. Inoltre tutto è biodegradabile: piatti, forchette bicchieri e packaging per l'asporto. Persino il bancone è fatto di materiale riciclato. Così ti senti meno in colpa, anche se hai mangiato troppo!
Al Capre e Cavoli non ci sono solo piatti vegetariani ma la scelta è comunque molto ampia e spazia dal mediterraneo tradizionale all'etnico con presentazioni spesso originali. Non privarti dunque di una sosta in questo loft con giardino che è diventato un punto di ritrovo per creativi, artisti e per chi vuole far riposare la mente tra candele accese e luci spente.
In questo modernissimo ambiente di Via Pirelli si punta invece su una tradizione culinaria delle più "coccolose": quella della zuppa. Al Mr Zuppa di giorni c'è il self-service, mentre alla sera c'è il servizio al tavolo, quello che non cambia è la qualità della proposta: sempre di stagione. A testimoniarlo sono proprio le zuppe, il cui menu varia di giorno in giorno.
La Sana Gola non è solo un luogo di ristorazione ma è un vero e proprio centro di cultura alimentare vegana e macrobiotica. Gli chef del ristorante si sono diplomati nella scuola di cucina annessa e propongono pietanze, anche take away, colorate, allegre e gustose. Un'occasione perfetta per averne un assaggio è il bruch domenicale a buffet.
Immagine di copertina: "Antipasti" di Stijn Nieuwendijk da Flickr, Creative Commons.
Per restare sempre aggiornato iscriviti alla nostra newsletter gratutita!
scritto da:
Amo mangiare ma sono sempre a dieta, non riesco mai a stare ferma anche se alla guida sono un pericolo, adoro andare per locali però sono un po' tirchia. Le contraddizioni sono il mio pane quotidiano: mai prendersi troppo sul serio.