I locali a Milano dove vale la pena lasciarsi

Pubblicato il 9 ottobre 2015

I locali a Milano dove vale la pena lasciarsi

Nel caso in cui siate tra quelle poche persone superstiti che lascia il fidanzato dicendoglielo in faccia: quale posto è il più adatto per lo sgravo della zavorra? E quali orari?

Non me ne vogliano gli addetti alla cultura ma nessun posto è adatto a lasciarsi, alle lacrime o alla liberazione, meglio di un circolo culturale o di una libreria col bar.

Il perché ve lo spiego. Molto spesso le librerie col bar vivono con insoddisfazione la loro condizione culturale. Non vendono libri, e non è giusto: devono stare aperte, il futuro della letteratura è nelle librerie. E’ la verità. E’ una missione vera. Ecco allora che queste librerie propongono un servizio di bar, ristorante. Per affrontare meglio il problema del senso di colpa dovuto alla rivisitazione di un luogo sacro, cercano però di offrire un prodotto di élite, che rimandi ai trascorsi d’oro di élite intellettuale. Quei lontani giorni in cui si mangiava con la cultura. Quei lontani giorni del Rinascimento.

Ecco dunque centrifughe con prodotti bio. Deliziosi panini con pane di lievito madre. Prosciutto doppissimo di SalDove. Vini senza tannino. Succhi di frutta che non hanno colori irreali e sanno di frutta. Salami che hanno il grasso. Cous cous vegano.  E’ tutto così perfetto che è il luogo ideale per lasciarsi e ricominciare a vivere. 

Dopo anni di lunghe e usuranti relazioni al sapore di olio di palma e dei prodotti industriali, di succhi di frutta pop come l’ace, ecco un luogo in cui potrete finalmente fare uscire tutti gli scheletri nell’armadio, essere sinceri con voi stessi e liberarvi della persona in questione. E’ anche un luogo perfetto nel caso vi venisse da piangere. Ne ho vista di gente piangere nelle librerie. 

Sia detto chiaro: maschio o femmina non fa differenza. L’orario migliore per liberarsi sono le 18:00, ma si ragiona per turni. Se perdete quello delle 18:00 andate alle 19:30. Se piove allora è meglio farlo alle 21.00, e se è inverno scegliete un giorno di nebbia.

Chissà che vedendoci poco, tra una pagina di Camilleri e una poesia della Achmatova, non vi salti in mente di cambiare idea e di dire: “Dai, torniamo a casa caro a spararci un paio di bounty davanti alla tv”.

Amori di seconda mano


Osteria dell' Utopia ha una libreria di seconda mano e non è raro trovare edizioni di pregio, spesso a poco. Sono andata diverse volte ma non molto spesso perché non è vicino casa. Non ho lasciato nessuno ma ho ipotizzato grandi progetti di amor cortese. Ho visto Amanda Sandrelli.
(Viale Lombardia ang. via Vallazze)

Prima ti mollo e poi ci scrivo su


Alla Libreria del Mondo Offeso ho visto una coppia piangere e abbracciarsi e credo, ragionevolmente, lasciarsi. Ottima selezione di narrativa italiana, di vini e di birrette artigianali. Frequentato da scrittori.
(Via Cesariano, 7)

Alla ricerca dell'amore perduto


Il Bistrot del tempo ritrovato. Di proustiana memoria. Non ho mai avuto la fortuna di andarci alle 18, ci sono andata una mattina dopo una nottata passata con uno che non puliva casa. Quindi raggiungere il posto è stato per me una missione di salvezza prima di tutto. Ottima la colazione e anche il pranzo, specialità le madeleine. E’ la libreria bar più bar di tutte.
(Via Foppa, 4)

Amore ho scelto un'altra storia


Gogol and Company di tutte è la libreria in cui meno mi verrebbe di lasciare qualcuno. Perché c’è sempre da distrarsi. Simpatici i ragazzi e ottima scelta editoriale tra case editrici piccoline, amore per il Giappone, il postmoderno e Bolano. E’ la libreria in cui se c’è nebbia si fatica a trovare la via di casa, quindi ha qualche aspetto romantico.
(Via Savona, 101)

Non sediamoci sul nostro amore


In zona Porta Romana, dicono di lei “All’Open ci si lascia comodi...seduti su sedie di design che se stai male e ti pieghi su te stesso ti cappotti e ti spacchi il femore… però intorno a te è tutto molto cool”
(Viale Monte Nero, 6)

Nuove ricette per un amore alla frutta


Sempre affollato. Feltrinelli Red è specializzata nei libri di food, quindi è lì che finisce la relazione, è lì che finisce Expo, è lì che finisce la vita. Il motto è “read, eat and dream”. Se vi lasciate ne trovate uno/una dietro l’angolo pronto fresco e nuovo.
(Piazza Gae Aulenti, 1)

Foto di: Álvaro Ibáñez su Flickr CC

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scritto da:

Olga Mascolo

Sono una vanitosa selfista e resto da sempre convinta che il pompelmo bruci i grassi. Amo raccontare storie. Trovarle, inventarle, viverle. Scriverle. Ma non necessariamente in quest'ordine. Il mio ego è disseminato sui vari social media, ma non ne sono particolarmente fiera. Anzi, raggiungerò il nirvana quando non dovrò più aggiornare il mio status su Facebook (o farmi la ceretta).

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