Sei un adolescente pescarese degli anni '90 se...

Pubblicato il 30 settembre 2015

Sei un adolescente pescarese degli anni '90 se...

Un viaggio nella nostra giovinezza...tra luoghi e momenti indimenticabili!

Tu come me, sei un adolescente degli anni ’90. Uno di quelli per cui Pescara era la rivalità tra il liceo classico e lo scientifico. Uno di quelli che se facevi l’istituto industriale le ragazze dell’istituto d’arte le dovevi guardare dalle finestre. Se tu come me sei un adolescente degli anni ’90 a Pescara se avevi il Booster eri un gran figo e se facevi le scuole d’elite portavi il Barbour. Eh sì, tu come me, sei un adolescente degli anni ’90, quando i jeans o erano del mercato o i 501 della Levi’s; quando fare sega a scuola era sempre un rischio. Io e te siamo adolescenti degli anni ’90, quelli che le discoteche nei dintorni le frequentavi solo se avevi l’amico già 18enne o soldi a sufficienza per pagarti la miscela. Sei uno di quelli che su un Ciao o un Sì ci è salito eccome e che il bagno e i falò in spiaggia li poteva fare anche di notte. Sei l'adolescente degli anni '90, quello de  l' "ardetec li cannulicchj” e Giovanni Galeone.

Quando la domenica pomeriggio erano tacchi e mini nello zaino


Non so se tu eri uno di quelli che aveva i genitori emancipati. Uno di quelli che quando La Fabbrica è spuntata in viale Pindaro ci poteva andare anche il sabato sera. Io, come molte coetanee, non ero una di quelle. Ero una della domenica pomeriggio, quando la discoteca per gli adolescenti aveva orari diversi perché si dovevano prima fare i compiti e la sera non si poteva fare tardi. Il top erano gli Ace of Base con All That She Wants e quello che noi volevamo era divertirci e sentirci grandi. Lo hai detto anche tu a tua madre "Vado a studiare da un’amica" e nello zaino tra i libri hai nascosto i primi tacchi e le prime minigonne. Solo lei, La Fabbrica, è sopravvisuta agli anni '90 rifacendosi il look in riviera con il Nettuno Beach Club…e siamo sempre noi, quegli adolescenti degli anni ’90, ad andare a scatenarci.

Quando eri abbastanza grande per ballare fino a tardi


Ti hanno mai invitato al Florence? Difficile non sia successo perché i 18 anni si festeggiavano lì, ed era lì che si passava ufficialmente dal ballo della scopa in casa a quello da discoteca con i primi tentativi di rimorchio e le prime vere ubriacature. La libertà te l’eri guadagnata, caro adolescente pescarese degli anni ’90, solo se potevi arrivare fino a Silvi o Montesilvano con il tuo Ciao, il Sì, e per i più fighi lo Zip, il Booster e il Typhoon. Eri il top se avevi già preso la patente e mamma e papà ti avevano regalato una Opel Tigra. Perché il tamarro ci piaceva! E una scusa la trovavi sempre per arrivare a la Silvanella, il Niagara e il Ceasar con quel famoso capodanno che per me è rimasto una chimera.

Quando fare sega a scuola erano pizza, panini e sigarette


Adolescente degli anni ’90 mi stai ancora leggendo? Se lo stai facendo allora te li ricordi i crumiri. Noi del liceo classico (sì ho fatto il liceo classico, ma ero una ribelle senza Barbour) ce li ricordiamo bene! Erano quelli che se c’era sciopero entravano perché “mamma e papà si arrabbiano”. Ma se facevi sega, anzi “filone”, allora per noi era prima pizzeria Liceo e per voi scienziatelli, Rino. Ma alla fine tutti, da tutta la città, approdavamo al Penny: altro che McDonald! In alternativa ci si vedeva al  Nick: prima vera paninoteca della città, la prima che non stava su quattro ruote come il mitico Cuccitella che agli anni ’90 è sopravvissuto alla grande! E poi via a fare due passi in riviera passando davanti alla gelateria Camplone, quella scomparsa, così come è scomparsa la signora bionda cotonata che se ne stava lì tutto il giorno manco fosse un arredo di un locale che a breve sarà un pub american style.

Quando piazza Salotto era Ciao, Sì e gli artisti


Ammettilo adolescente degli anni ’90, il più grande artista della città resta per noi Enzo la vipera. Ma quando piazza Salotto era una pizza viva: quando piazza Salotto era dove il sabato pomeriggio ci si incontrava alle 16 perché il cellulare non esisteva, quando piazza Salotto era il posto dove il motorino lo parcheggiavi sul marciapiede, quando piazza Salotto era il casco sotto la sella o legato allo zaino perché “oh…io lo schifo questo Stato di m....”. Quella piazza era il Caffè degli artisti, era la musica live!

Eravamo così noi adolescenti degli anni ’90. Eravamo quelli che il provincialismo era un’arte, ma il futuro un immenso mare di speranzosi "cannulicchj"!

Foto di copertina: Salvatore su Flickr CC

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scritto da:

Alessandra Farias

Si è buongustai come si è artisti o poeti diceva Maupassant. Con la mia penna e il mio amore per la tavola cercherò allora di essere per voi quell'umile artista capace di decantarvi la bellezza della mia terra e i sapori unici della sua tavola.

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