Romeow Cat Bistrot, l'oasi vegana

Pubblicato il 12 aprile 2016

Romeow Cat Bistrot, l'oasi vegana

Negli anni ’50 era una trattoria e si chiamava Romeo; ora è si chiama “Romeow” (pronunciato “Romiao” dagli abitanti della zona) ed è qualcosa di diverso, “un luogo dove staccare dalla frenetica quotidianità, dove riscoprire un modo naturale di nutrirsi e di dedicarsi al mondo animale, dove amare un gatto – soprattutto per chi un gatto non lo può avere!”, come scritto sul sito del locale.
 
Seconda recensione, secondo appuntamento con i luoghi della nuova ristorazione romana. Questa volta ero estremamente curioso, visto che un onnivoro quale il sottoscritto si sarebbe dovuto cimentare con un pranzo “vegano”. Romeow si trova a pochi metri dagli ex Mercati Generali, non distante da università ed uffici. Il primo impatto è positivo, il locale molto curato, gli arredi seguono un po’ l’attuale tendenza che prevede elementi vintage integrati con altri moderni, c’è il tavolo “sociale” che tanto successo riscuote anche in altri locali molto frequentati della capitale.
 
La musica jazz in sottofondo è un valore aggiunto che trova sempre il mio consenso, la sala, anche quando si riempie, permette di conversare senza esser sovrastati dal vociare degli altri ospiti. I gatti ci sono sul serio, hanno i loro spazi, le loro ceste, e sono una delle attrazioni, se non l’attrazione principale, di questo locale.
 


Il menu del giorno (che poi scopro essere il nuovo menu primaverile) incuriosisce per il gran numero di ingredienti presenti in ogni piatto e per l’origine degli stessi, talvolta ignota a chi non segue abitualmente questo tipo di cucina. I prezzi sono in linea con l'utilizzo di materie prime spesso costose (antipasti 9 euro, primi 11-12 euro, secondi 13 euro). Decido di aprire il mio pranzo con un antipasto ed opto per il “Carpaccio di rapa bianca, barbabietola rossa e ravanelli con fagiolini e piselli su spuma di fagioli neri messicani, nasturzio e noci pecan”. Piatto presentato molto bene, dai sapori freschi e con un buon gioco di consistenze, che accompagno con un ottimo pane nero che ci viene servito nel cestino e con un calice di Malvasia.
 


Noto subito che il servizio è perfettamente allineato con il concept del locale, poiché tra antipasto e primo piatto trascorrono circa 30 minuti di attesa, che viene però premiata dalle due scelte: il “Ramen di Soba con Shitake, cipollotti, verdure di stagione, funghi enoki, alga Wakame e germogli di soia”, leggermente povero di sale ma caratterizzato da un buon mix di sapori, ingredienti e consistenze, un vero comfort food che può anche diventare piatto unico per una pausa pranzo; ed i buonissimi “Spaghetti di patate con crema di porri, fonduta con mix di pepi e porro fritto”, che ricordano in maniera sorprendente i tonnarelli. La cremosità degli spaghetti e della fonduta è contrastata dal porro fritto che porta una nota leggermente amarognola che rende il piatto equilibrato e goloso.
 


Il secondo piatto, la “Tagliata di Daikon su crema di fave fresche con salsa chimichurri, lenticchie Beluga, scorza di limone di Amalfi al sale e pepe rosa” non mi convince appieno, perché il Daikon, l’ingrediente principale, manca un po’ di carattere, ma le lenticchie e soprattutto la crema di fave con la salsa chimichurri riescono a sorprendere il mio palato, e la nota fresca ed acidula compensa ampiamente l’iniziale delusione.
 


La chiusura è forse il punto più alto di tutto il pranzo: buona la crostata con mirtilli e rabarbaro, eccellente la mousse di cioccolato con latte di mandorle e mandorle caramellate, una torta la cui parte cremosa possiede tutte le caratteristiche di una mousse classica preparata con quei grassi che non possono far parte della cucina vegana. Il fondo di biscotto e la nota croccante delle mandorle mi obbligano a mettere questo dolce sul gradino più alto dell’ipotetico podio, assieme agli spaghetti di patate.
 


Il giudizio complessivo è molto positivo, per la cucina che riesce a sorprendere pur non potendo utilizzare un gran numero di ingredienti tra i più diffusi sulle nostre tavole e per l’ambiente, molto curato ed accogliente.

Romeow Cat Bistrot
Via Francesco Negri, 15
Mercoledì - Domenica 11 - 23,30
www.romeowcatbistrot.com

  • CENA
  • PRANZO
  • APERITIVO

scritto da:

Luca Sessa

41 anni, napoletano di nascita, romano d'adozione: una compagna, 2 bimbi, 2 gatti. Statistico di giorno, food blogger, food writer e chef di notte. Il blog come vetrina degli esperimenti quotidiani, un luogo nel quale scrivere, raccontare, confrontarsi. Collabora con alcune delle più importanti testate in ambito food.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Romeow Cat Bistrot

    Via Francesco Negri 15, Roma (RM)

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