Vi presento Mimosa Campironi. Trentenne e figlia del lontano futuro.

Pubblicato il 27 aprile 2016

Vi presento Mimosa Campironi. Trentenne e figlia del lontano futuro.

Attrice e cantautrice. Finalista a Musicultura, un Album da cantare e un Film a Venezia. Una bella anima, eclettica e solare, da conoscere da vicino.

Bella, gentile e forte. Eclettica, lucida, vivace. Mimosa Campironi, nella sua leggera maglia verde scuro, con un caffè al cioccolato davanti, mi appare nitida come l’immagine di una donna-bambina, che, all’improvviso, esplodendo in una fragorosa e coinvolgente risata, lascia trasparire esperienza e carattere. Non dorme mai Mimosa, o quasi. È golosa Mimosa, di cacao, di sacher, di lasagna al forno. È affamata di musica, di arte, di vita. Una vita piena di traguardi importanti tra Tv, Cinema, Teatro e Musica. Una vita non sempre facile per questa trentenne “figlia del lontano futuro, zingara come una gatta, figlia degli anni novanta, in preda ad una crisi economica erotica.” Lei stessa si definisce una “Terza Guerra Mondiale”, così come il titolo del singolo del suo primo Album (La Terza Guerra, 2015). Piena di una delicata grinta, nonostante le resistenze di un mondo che la spaventa, ha piena fiducia nella coscienza e nell' essere umano, che definisce un’anima luminosa. E, con questo bel nome scelto dal padre, nella sua arte non smette di amare, urlare e rivendicare l’immensa fortuna, e paura, di essere donna.
 

Quando ti sei appassionata alla musica?
Ho cominciato a suonare il pianoforte quando ero molto piccola. Mio padre, che non è cresciuto con me, quando se ne andò, ci lasciò un pianoforte dentro casa, che mia madre non voleva che suonassi. Per me invece era un’eredità che io sentivo molto vicina e, incuriosita da questa presenza enorme e nera, che esercitava su di me una forte attrazione, cominciai a suonarlo. Questa cosa mi ha appassionò tantissimo, e mi ha accompagnato per tutta la vita.

E poi cos’è accaduto?
Mi iscrissi al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, che ho portato a temine per problemi di ansia. Il Conservatorio, con le sue regole, le sue rigide imposizioni, mi aveva paralizzato e non riuscvo più a suonare in pubblico, quindi per sbloccarmi feci un corso di teatro. E da una criticità emerse una nuova passione. 

Quando ti sei trasferita a Roma?
La prima volta che sono venuta avevo 15 anni e mezzo. Mi sono subito innamorata di questa città e decisi di trasferirmi. Feci di tutto per vincere una borsa di studio che mi permettesse di venir a vivere a Roma e studiare musica. Così accadde. L’ inizio fu difficile. Da sola in una città che non conoscevo.. Poi imparai a gestire le cose.

A Roma cosa accadde?
Accadde che non ho suonato più, ma ho cominciato a pensare al Cinema. Per coincidenza dei miei amici mi chiamarono per fare una piccola parte in un film. Finito il Liceo, ho chiesto l’ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Era il 2006 ed à stata una bellissima esperienza.
 
Quando e perchè hai iniziato a studiare recitazione?
Da piccola, in Conservatorio, per imparare a gestire l’ansia, mi fu consigliato un corso di recitazione. Ed è per questo che questi due aspetti, musica e recitazione, si sono assestati nel tempo. Sono due aspetti miei inscindibili, che fanno parte di me, sono complementari.



I tuoi traguardi fino ad adesso?
Come attrice ci sono tre momenti davvero importanti: il primo è stato interpretare Giulietta in “Giulietta e Romeo” (Shakespeare) con la Regia di Gigi Proietti per il decennale del Silvano Toti Globe Theatre di Roma (sullo stesso palco vestirà poi nel 2012 i panni di “Cordelia” nel Re Lear e nel 2015 di “Ero” in Molto rumore per nulla). Un regia moderna, attuale, quella di Romeo e Giulietta, in cui Proietti, conoscendomi, mi ha fatto persino suonare la tastiera all’inizio... La seconda grande soddisfazione è stata recitare in “Pecore in erba” (Ottobre 2015), un “finto” documenatario sulla storia di un ragazzo antisemita, un “mockumentary” che usa la satira per sdoganare l’antisemitismo stesso, presentato a Venezia, con la Regia di Alberto Caviglia, un regista bravissimo e giovanissimo. Ha 33 anni e per me è la dimostrazione che esistono delle squadre forti, che siamo in un momento di svolta, di fortissimo cambio generazionale. Il terzo è essere ufficialmente quest'anno una dei sedici finalisti della XXVII edizione di Musicultura, con il mio pezzo "Fame d'aria".


E dal punto di vista musicale?
Sicuramente MTV. Io ho prodotto il mio disco “La Terza Guerra” (uscito il 25 settembre 2015), attraverso il Web, raccogliendo i fondi in modo totalmente indipendente grazie al crowdfunding, cui poi si è sommato l’intervento dell’autore Leonardo Pari che ha prodotto il disco con l'etichetta discografica Gas Vintage Records. Ma tutta la produzione è stata indipendente, video compreso. Questo video appunto, inviato a diverse realtà per promuoverlo, dopo una settimana fu scelto da MTV per il progetto New Generation come video della settimana e poi del mese a rotazione: davvero una bella soddisfazione. Poi è partito un Tour che sta andando benissimo.Tra pochi giorni riparto e mi aspetta la Svizzera, Milano, Vicenza, Bologna, Parma..

Spettacolo teatrale o Concerto.. qual è il palco che preferisci?
Ho calcato palchi grandi e palchi piccoli. Ho suonato in posti enormi e posti piccolissimi. Devo dire che quelli che preferisco sono quelli piccoli. Perchè riesco a vedere le persone. È piu faticoso, ma sono luoghi che hanno una magia particolare e finisce sempre in una festa.


Se ti chiedono tu che lavoro fai, cosa rispondi? Quale anima senti più tua?
Io faccio due lavori che mi piacciono, ma preferisco fare la cantante. Perchè a me piace lo scambio. Con la musica si può attuare un dialogo diverso ogni volta, la musica è un linguaggio universale. E se suono sono più felice.

Quali sono stati i tuoi riferimenti musicali?
Mi piacciono molto le donne che cantano e suonano uno strumento, artiste complete come Regina Spektor, Amanda Palmer, Fiona Apple. in Italia Carmen Consoli e Alice.

Chi stimi del panorama musicale passato e attuale?
Se guardo al passato Patty Pravo, la Vanoni, nel persente Maria Antonietta, una cantautrice molto brava e la Michelin che appare seria, studiosa, forte e con un bel timbro.

Per gestire la tua vita da artista, i tuoi impegni lavorativi, hai dovuto fare molte rinunce?
Si,si, assolutamente si! Non ci si può organizzare. Non c’è tregua. Non si può progettare una vita. Perchè è una vita altalenante tra impegni e umori, stati di euforia quando va tutto bene e stati depressivi quando le cose non vanno; e poi l’amore. Non è facile trovare un compagno che capisca questo stile di vita.

Hai vissuto qualche tipo di resistenza nel tuo percorso?
Le donne faticano sempre ad affermarsi. Bisogna essere toste, determinate. Bisogna sempre dimostrare il doppio. Infatti nel mio disco parlo molto di questo.


Raccontaci del tuo album..
Questo album è nato come pensiero prima che tutti questi ultimi avvenimenti a livello terroristico ci colpissero da vicino. Io sono una persona fiduciosa, negli altri, nel futuro. “La terza guerra” è riferita ad un’ipotetica terza guerra mondiale rovesciata, una guerra senza armi, una rivoluzione, un momento di passaggio, e il risveglio di una nuova coscienza collettiva. Ho addirittira immaginato che l’aspetto da cui si possa partire e che possa fare da comune denominatore tra tutti gli uomini fosse proprio il lato femminile,  comune a tutti, punto di svolta e di contatto, un punto di partenza per realizzare una “terza guerra”, che parte da noi stessi. Il pezzo che porta il nome dell’album è una provocazione, così come il video, girato tutto in bianco e nero, anni ’20.  

Qual è il pezzo all’interno dell’album al quale sei più legata?
C'è un brano cui sono legata personalmente, emotivamente, parla di mio padre, dove immagino come le persone dagli altri mondi possano comunicare con noi e si chiama “Fame d’Aria”, con il quale sono in finale a Musicultura. Poi “Ragazzo sbagliato”, ispirato ad un personaggio che ho interpretato e dove parlo di questa ragazza che si innamora del ragazzo sbagliato, (niente di più facile! Ho aggiunto io..) Poi un’ Ave Maria dedicata ad una ragazza trovata uccisa sull’autostrada. Poi il resto dei pezzi sono Up. Così come i mei concerti.

Cosa  consigli ai ragazzi che volessero intraprendere la tua professione?
Di studiare, di essere seri. Adessso abbiamo a disposizione tanto di tutto, e facilmente ci si perde. Quindi studiare e capire cosa davvero si vuole. Focalizzare. Essere convinti e rischiare.

Qual è il tuo piatto preferito?
Le lasagne al forno! E mi piace tantissimo il cioccolato, la torta sacher..

Quale musica associ alle lasagne?
In questo periodo gli Strokes, mi piacciono davvero molto.

Cucini? E qual è il tuo piatto forte?
Faccio un buon ragù! Ho provato anche varianti vegetariane e vegane, con  grande soddisfazione mia e dei miei amici.

Sei superstiziosa? Hai rituali scaramantici?
Ho una mania sui vestiti da indossare durante un concerto. Ho dovuto far fronte a questo ostacolo ed ho trovato una soluzione con delle ragazze, Lisa Lau e Ludovica Amati, che mi fanno vestire capi disegnati da loro, così ho creato il mio alibi e sono “costretta” ad indossare  vestiti sempre nuovi e non ci penso.


Credi che un mondo migliore sia possibile, sia realizzabile. Hai fiducia nelle persone?
Io tendo ad evere fiducia. La mia vita, oltre le vittorie, non è stata facile. Ma io sono sempre stata positiva, perchè credo che l’uomo sia buono, sia un’anima luminosa. Il seme dell’uomo è positivo. Ma sono spaventata dalla questione dell’inquinamento ancor più che dalla guerra, anzi credo che in alcuni casi le cose  siano strettamente legate.

Quali sono le tue intime paure?
Le curve a sinistra! Non riesco a portare la bicicletta per questo motivo. Faccio fatica ad andare a sinistra. Perdo l’equilibrio. Sembra assurdo, ma è così!
 
Preferisci il Cinema, la Tv o il Teatro?
Il Cinema! Perchè più divertente e poi rimane nel tempo. È bello riguardare il film con gli altri. E poi è un mondo affascinante: il dietro le quinte, il backstage, l’atmosfera che si crea, il lavoro di squadra..

La tua canzone?
“Bambola” di Patty Pravo.

Sogni e progetti nel cassetto?
Mi piacerebbe tanto mettere su uno spettacolo-concerto con musica e recitazione coinvolgendo delle scrittrici donne contemporanee per potenziare le emozioni e i contenuti.

Come ti vedi nel futuro? È conciliabile la vita dell’artista con quella della mamma?
Assolutamente si. La vera parità vera è poter essere femmine complete, a tutto tondo, vivere la propria dimensione di donna con serena consapevolezza ed essere considerate esseri forti. 



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scritto da:

Sara De Bellis

Instancabile viaggiatrice e mangiatrice appassionata. Tutto nella mia vita ruota intorno alla tavola, alle sue espressioni geografiche e culturali, alla sua evoluzione. Vivo il cibo in tutte le sue declinazioni, dalla Scrittura alle Start up di nuovi progetti, dalla Comunicazione all’Ufficio Stampa, passando per Eventi e Food Photography trasformo ogni giorno le mie naturali inclinazioni in dimensioni lavorative, amalgamando con cuore, fino ad ottenere il mio personalissimo impasto.

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