Vi presento Alessandro Bernardi, lungimirante imprenditore della Contea di Nettuno

Pubblicato il 11 maggio 2016

Vi presento Alessandro Bernardi, lungimirante imprenditore della Contea di Nettuno

La storia di famiglia di un coraggio Italiano d'ispirazione Irlandese

Alessandro Bernardi. Classe ‘78, non è solo il vice Presidente nazionale di “Abi professional”, è anche il proprietario dell’Irish Pub più grande d’Europa: il Kinsale di Nettuno. Sveglio, lucido, pacato e capace, nei suoi 37 anni di vita si è via via appassionato al mondo del Beverage. E, con vivo entusiasmo, ama ogni sera trasferire, sia alla sua squadra, sia agli ospiti delle caratteristiche sale tematiche del Kinsale, la passione per questo mestiere scaturita da un progetto di famiglia. Ospiti che, decisamente numerosi e nell’ordine del migliaio, affollano il Pub celebrando il successo di un format che, nato in Irlanda e nel Regno Unito, non accenna minimamente a indietreggiare. Conosciamo dunque meglio Alessandro e scopriamo insieme gli ingredienti segreti di un successo teso a soddisfare i gusti di tutti, in 13 domande.
 
Come nasce l’idea di un enorme Pub Irlandese a Nettuno?
L’avventura nasce da una gestione familiare, da un’intuizione dei miei genitori. Un ristorante pizzeria di famiglia, molto grande, che dopo 15 anni aveva bisogno di essere rinnovato e di avere un cambio totale di gestione in un’ottica di investimenti imprenditoriali e quindi nel 1994 è stata presa questa decisione di trasformare la struttura in un pub.

Perché la scelta di trasformarla in un pub?
L’idea del pub nel 1994 era in effetti azzardata. Ma, oltre l’impresa economica, l’ambizioso progetto ci convinceva, perché, con i nostri 1500 mq a disposizione, volevamo costruire il pub irlandese più grande d’Europa in Italia. E così è stato. Aperto nel maggio del ’95  il boom dell’Irish pub è arrivato subito dopo, e il Kinsale è diventato il modello per tantissime successive aperture. Pensa che la Guinness stimò che il Kinsale fece aprire circa 350 pub irlandesi in tutta Italia. Non male.



Perché il nome “Kinsale”?
Kinsale, piccolo centro della contea di Cork, in Irlanda, situato lungo la costa meridionale, secondo gli arredatori irlandesi, aveva delle caratteristiche simili a Nettuno, ed anche perché Kinsale dista 60 km da Cork, la seconda città più importante dell’Irlanda, così come Nettuno dista 60 km da Roma.
 
Oltre la sconfinata metratura, cosa rende unico questo pub?
La sua particolarità risiede nell’essere un pub progettato da irlandesi, con materiali originali irlandesi. Li abbiamo scelti perché sono bravi ad interpretare il pub, che hanno praticamente inventato loro, e perché volevamo qualcosa di autentico che facesse la differenza, qualcosa di tipico. All’inizio, da vera concezione da pub, nel progetto non avevano neanche previsto la cucina. Quindi lo abbiamo cambiato in itinere perché se è vero che gli irlandesi amano bere, gli italiani amano anche mangiare!


 
Quali sono le caratteristiche architettoniche del Kinsale?
Il locale è strutturato partendo da un nucleo centrale interamente in legno, con affreschi sul soffitto di Nettuno, Kinsale, Dublino e Roma, e quadri che ricostruiscono la storia di kinsale potenziata dai “negozi” che lo circondano, ovvero delle stanze tematiche che ricostruiscono veri ambienti di Kinsale come la merceria, l’ufficio postale, la biblioteca, il negozio di caramelle.. 

Come avete arredato questi 1500 mq?
Come dicevo, il pub racconta la storia del Kinsale. Gli arredatori hanno addirittura recuperato un muro originale da un palazzo diroccato nel centro. Un muro che è stato portato a Nettuno pietra dopo pietra, così come la cabina telefonica in ghisa e il registratore di cassa dei primi del ‘900. Oggetti originali d’antiquariato, dei bric-à-brac, stampe e oggetti d’arredo voluti e scelti nell’ottica di costruire un luogo più originale possibile.


La tua passione per le birre da dove nasce?
Io ho fatto un mio percorso di crescita autonomo. Ho iniziato all’interno  dell’Associazione Barmen italiani. Ho vinto gare alle Mauritius, Cipro, Cancun, ho girato il mondo grazie ai drink e ai cocktail. Poi 7 anni fa è nata la mia passione per le birre e birre artigianali, ed ho iniziato proponendone 20 alla spina. Una scelta coraggiosa che nel tempo mi ha premiato e che il pubblico ha apprezzato, soprattutto quello femminile.

Quale tipologia di proposta gastronomica possiamo trovare al Kinsale?
Diverse proposte. Una “fast” con panini, piadine, fritti, da mangiare velocemente ed una più “slow” con menu composto da con piatti tradizionali irlandesi, come lo spezzatino alla Guinness, lo stinco di maiale, il wurstel da 43 cm chiamato Mister-big, il galletto all’americana speziato e piccante cotto al forno a legna, le alette di pollo piccante fatte da noi e gli hamburger artigianali. E poi pizza con lievito madre, grande bruschette, tagliate di Manzo al sale grosso e rosmarino servita sulla pietra lavica, ce n’è per tutti gusti.

Come avete costruito il menu?
Il menu l’abbiamo costruito in famiglia, unendo l’esperienza dei miei genitori e le esigenze moderne. L’unione ha fatto la forza.

Qual è il “signature dish” del Kinsale?
Il “Beef in Guinnes”, uno stufato di manzo alla Guinness che è un’esplosione di gusto, intrepretato a modo nostro, perfezionato e alleggerito secondo i gusti del palato italiano e perfetto se abbinato alla birra, Guinness ovviamente!
 


In un’ottica di valorizzazione della birra avete pensato anche all’abbinamento con il pesce?
Si, essendo a Nettuno, questa estate vogliamo abbinare il pesce del nostro mare alle birre artigianali. Pesce tipico di Anzio e Nettuno. Spaghetti con le vongole, Marmore e fravolini proposti in tartare, Scampi di Anzio, alici fritte o marinate. L’importante è individuare il prodotto e poi  testare l’abbinamento, anche e soprattutto in base ai gusti del cliente, come un vestito, perché il gusto personale vince su tutto.


Cosa pensi della birra artigianale italiana?
L’Italia produce birre artigianali di altissima qualità. Birra del Borgo, Birradamare, Turan, ottimi birrifici del nostro territorio. Siamo arrivati sul mercato mondiale per ultimi, ma abbiamo già delle eccellenze, un modo di produrre ed inventare birre che è innovativo, aromi, sapori.. Per esempio c’è un birrificio artigianale laziale che produce birra con dei luppoli di origine etrusca.

Rosse, Scure, Bionde.. qual è la tua birra preferita?
Dipende dal momento, dall’umore, dal contesto. E’ difficile rispondere, è come dire quale donna preferisci!

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  • INTERVISTA

scritto da:

Sara De Bellis

Instancabile viaggiatrice e mangiatrice appassionata. Tutto nella mia vita ruota intorno alla tavola, alle sue espressioni geografiche e culturali, alla sua evoluzione. Vivo il cibo in tutte le sue declinazioni, dalla Scrittura alle Start up di nuovi progetti, dalla Comunicazione all’Ufficio Stampa, passando per Eventi e Food Photography trasformo ogni giorno le mie naturali inclinazioni in dimensioni lavorative, amalgamando con cuore, fino ad ottenere il mio personalissimo impasto.

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