Al Voy di Mestre, io ci vado! E voi ... cosa aspettate!?

Pubblicato il 23 novembre 2016

Al Voy di Mestre, io ci vado! E voi ... cosa aspettate!?

Ha riaperto lo scorso luglio il Voy, localino nel cuore di Mestre per gli amanti del pesce e della cucina gourmet senza fronzoli o intoppi. Già perché al Voy si va via lisci. La grande intraprendenza di Marco e la pluriennale esperienza nell’alta ristorazione di Luca, i due soci del locale, si combinano originando un binomio perfetto ed un locale … d’effetto. Un ambiente piccolo e ricercato al punto giusto, otto tavoli e ventiquattro coperti in totale, la giusta dimensione per una cena raccolta e decisamente … romantica, se decidete di riservare il tavolino esclusivo al primo piano pensato per le coppie innamorate che non vogliono essere disturbate.

Svelato il mistero del tavolino segreto, scoprirete che il soffitto della saletta principale è in realtà una tenda che, nella bella stagione, si apre trasformando il Voy in una veranda dove godere delle serate estive mangiando dell’ottimo pesce.

Già, perché il menù ruota attorno ad una proposta di pescato unica nel suo genere, sia nella forma che nella sostanza. Si apre con un cinema di crudità illustrate attraverso immagini di molluschi e crostacei di ogni provenienza. Differenti tipologie di ostriche, dalla classica “Fine David Herve”, alle irlandesi della Bannow Bay, fino alle particolarissime “tsarkaya”, una varietà dal gusto molto particolare, più salino che dolciastro. Non mancano ricci e cicale di mare, i “buccini” pescati in modo sostenibile e le “percebes”, dei piccoli crostacei della Galizia dall’aspetto un po’ bizzarro, una vera e propria prelibatezza per gli amanti delle chicche del gusto. Gamberi e scampi completeranno un antipasto di crudo, suggerito da Luca in abbinamento ad una bollicina molto particolare, una Cuvée Théophile di casa Roederer, il degno erede di “Théo”, lo Champagne degli artisti e dei nottambuli di Montparnasse negli anni ‘30. 

La carta dei vini è molto ricca, con una grande attenzione ai metodi classici italiani e d’oltralpe: il consiglio è di lasciarvi comunque guidare da Luca il quale, con estrema scioltezza, vi trasmetterà a braccio una proposta complementare, diversa dalle etichette di massa e frutto di ricerca e sperimentazione continua.
Ad esempio? Un Bordeaux blanc profumatissimo, ideale in abbinamento ad un baccalà mantecato preparato come tradizione vuole, rigorosamente senza latte e farina. Cremoso e leggero, consigliatissimo come antipasto per coloro che ai crudi preferiscono i cotti. Io nel dubbio li ho provati entrambi!

Così come non mi sono fatta mancare il “sapore e contrasto” del cappuccino di seppia, un bicchierino di seppie al nero con spuma di piselli, riso soffiato e fiori eduli essiccati. Che dire? La rivisitazione del piatto stella di Alajmo è riuscita decisamente bene. Le ispirazioni alla ristorazione d’eccellenza si notano certamente su più fronti, così come le poliedriche esperienze internazionali di Luca e della sua squadra.

Per concludere in bellezza, da non perdere il roastbeef di tonno in due cotture, un bocconcino che si scioglie in bocca lasciando quel giusto velo di grassezza da controbilanciare con un sorso di Pinot Nero in purezza di origine altoatesina. Una scelta azzeccatissima sia pur particolare, a smentire ancora una volta la convenzione del “col pesce ci va solo vino bianco” e a confermare l’esplosività di espressione di un vitigno unico come il pinot nero, pienamente capace di reggere i contrasti.
Nella vita mai dare nulla per scontato insomma. Nemmeno che in un ristorante specializzato in pesce non siano previste delle proposte gourmet alternative. “Escargots de Bourgogne”, o la coscetta d’anatra  e foie gras sono solo alcune delle alternative per gli amanti della carne o i meno amanti del pesce. Oppure una selezionata proposta di tre pizze gourmet per i fautori delle “focacce d’autore” , come quella con bufala, spinaci e farcitura di gambero rosso. 
Amanti del pesce, della carne o gourmet eclettici che siate, non vi rimarrà infine che concludere in dolcezza attraverso delle “armonie per soddisfare le vostre, ovviamente dolci, sensazioni”. Una soffice crema chantilly con zaeti veneziani nel rispetto della tradizione o, perché no, dei mignon di gelatini ricoperti di …  a  voi la sorpresa.
Se il motto di Marco e Luca è “Voy” (vado!), il mio è invece “Andate” e provate! Ne varrà senz’altro la pena.

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scritto da:

Maria Isabella Rebecca

Sommelier curiosa, degustatrice eclettica oltre che cronica! A spasso per ristoranti e cantine, mi piace annusare, sorseggiare, assaggiare ed intervistare chef e vignaioli, condendo immancabilmente le loro storie con un pizzico di romanticismo!

IN QUESTO ARTICOLO
  • Enoteca Voy

    Calle Del Sale 8, Venezia (VE)

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