In Fuga - l'esperienza alle prime Escape Room di Mestre e Treviso

Pubblicato il 26 luglio 2016

In Fuga - l'esperienza alle prime Escape Room di Mestre e Treviso

Una delle cose di cui sono sempre andata fiera è la mia repulsione a fare ciò che è di moda. Quando le comitive iniziavano riversarsi nelle yogurterie self-service pronti a immortalare un frozen ricorperto di pan di stelle, twix e tarallucci io meditavo sorniona sui livelli in cui sarebbe schizzato il loro colesterolo tenendomene ben alla larga. Quando mi chiedevano con occhi spiritati se avessi del grano da prestare alla loro fattoria su Farmville, credevo fossero in preda ad un vaneggiamento post-sbornia e offrivo in cambio acqua e Polase.

Ma proprio quando iniziavo a bullarmi della mia rettitudine morale ecco arrivare un'altra moda che, anche se ho fatto di tutto per evitarlo, mi ha incuriosito. L' escape room In Fuga si é presentata come un giochino di intelligenza per nerd ma é rapidamente diventata il passatempo virale a Mestre e in tutta la provincia. Dal sito internet avevo capito le seguenti cose: che ci si presentava con un gruppo di amici, si veniva chiusi in una stanza e si avevano a disposizione 60 minuti per trovare la chiave risolvendo giochi di logica ed enigmi.


Neanche il tempo di finire la lettura che le mie logiche alternative si erano andate a far benedire e avevo trascinato 9 amici a Mestre, dove ha da poco aperto “In Fuga”. La porta del locale è stato il primo indizio a portarci in un'atmosfera inquietante e misteriosa ma ci ha pensato il responsabile con la sua disponibilità a rassicurarci sul fatto che non saremmo rimasti sepolti vivi nella stanza, se le nostre abilità deduttive avessero fatto cilecca. In pochi minuti ci aveva ragguagliato su cosa ci saremmo dovuti aspettare una volta all'interno ma poi la porta si è chiusa inesorabilmente. Bene, benone, e adesso?


Tra una risata e un verso elettrizzato ci siamo trovati in una stanza apparentemente spoglia, con alcuni bauli, cassettoni, un piccolo cancello chiuso e un monitor che segnava il trascorrere del tempo. Gli enigmi da risolvere erano parecchi e probabilmente il saper unire i puntini della settimana enigmistica non era un'abilità sufficiente a cavarne un ragno dal buco. Tra calcoli matematici, quesiti di logica e altro ci sono volute non meno di due-tre persone ad indizio per proseguire nel gioco se non che dopo circa mezz'ora, vedendo soprattutto alcuni di noi vagare spaesati con lo sguardo da lombrico, sono arrivati degli indizi sul monitor a guidarci. Non posso dimenticare il momento in cui mi sono ritrovata a faccia in giù in un baule pieno di frutta di plastica o ho scandagliato centimetro per centimetro il muro, convinta che avrei trovato indizi nascosti nelle crepe. Alla fine il tempo è scaduto sull'ultimo enigma facendoci totalizzare un 98% di punteggio ma senza riuscire a prendere la chiave.

Poco male, ci siamo comunque guadagnati un selfie tutti insieme alla faccia del mio snobismo. E sicuramente una serata passata a spremersi le meningi piuttosto che nel solito locale è stata una piacevole sorpresa che, cervello acceso alla mano, ho tutte le intenzioni di replicare. In fuga ha aperto anche a Treviso, con dei giochi e un'ambientazione diversi, credo che lo provero!

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scritto da:

Arianna Ligas

Laureata in giornalismo. Amo la buona cucina, i bei libri, il mare in inverno e la montagna in estate. Romana di nascita ma cittadina del mondo, una passione fatale per la moda e per l'arte. Toglietemi tutto ma non il trolley, lo smartphone e il cappuccino di soia.

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