Cosa mi è piaciuto di Mamà Ristobistot

Pubblicato il 16 settembre 2016

Cosa mi è piaciuto di Mamà Ristobistot

Uno dei vantaggi nel recensire ristoranti è quello di scoprire ogni tanto (grazie alle scelte della redazione) posti nuovi, fuori dai soliti giri, nei quali incontrare una cucina semplice ma efficace, grande cortesia e soprattutto quella passione che troppo spesso viene calpestata dal poco amore per il lavoro di ristoratore o per la dilagante improvvisazione in questo settore.

La lista di locali assegnatami da 2night per la rubrica relativa alle recensioni dei ristoranti della capitale aveva in cima il nome del “Mamà Ristobistrot”, locale che sinceramente non conoscevo e di cui non avevo mai sentito parlare. Le foto della pagina facebook erano state utili per farmi una prima idea, ma è chiaro che solo sedendosi a tavola si possono capire i punti di forza e gli eventuali punti deboli di un ristorante.

Il Mamà si trova in via Sforza Pallavicini, a pochi passi dal Vaticano, ed è caratterizzato da un arredamento semplice ma curato, il bianco quale colore dominante, la grande lavagna con i piatti del giorno e la lista dei vini, 40 coperti in un ambiente che permette comunque di pranzare/cenare in tranquillità anche con la sala piena. C’è il wifi gratuito, la musica in sottofondo piacevole e non invadente, e sulla lavagna noto che oltre ai vini c’è una discreta scelta di birre artigianali, bollicine e distillati.
La posizione del locale è davvero strategica e consente, grazie a turisti ed impiegati, d’avere la sala piena anche a pranzo. Il menu, molto ampio, si basa si un concept facilmente riconoscibile: materie prime importanti preparate in maniera semplice, per non rischiare di rovinare i prodotti o non portare in tavola piatti sovra strutturati. Il benvenuto è una sempre gradita bruschetta al pomodoro, utile per bloccare la fame e poter scegliere con “lucidità” i piatti da provare.
Decido di buttarmi sugli antipasti, per poter valutare preparazioni, tecniche e materie prime differenti. Parto con le “Polpettine vegetali con fonduta di pomodoro e basilico”, buone ma non indimenticabili. Continuo quindi con gli “Involtini di verza con verdure saltate, cous cous e frutta secca”, veramente molto buoni, la verza sbollentata e poi leggermente abbrustolita dona al palato un piacevole retrogusto, ed il gioco di consistenze con le verdure croccanti ed il cous cous lo rende un piatto vincente.
E’ il turno quindi del “Polpo grigliato con pesto di rucola e mandorle tostate”, forse un po’ troppo grigliato, ma ciò non mi impedisce di notare una magistrale cottura del polpo, davvero morbido e per niente elastico. La chiusura è affidata alla “Tartare di tonno rosso con mango e avogado” che mi colpisce per la freschezza e dolcezza che i frutti donano al piatto, anche se forse alla fine risultano un tantino preponderanti e coprono leggermente il sapore del tonno.
Spesso amo dire “non prendere il dolce equivale a non aver mangiato”, e quindi anche in questo caso trovo un po’ di posto per il Tiramisù, buono, cremoso, bagnato il giusto, forse solo un po’ troppo dolce. La chiusura con i biscottini in accompagnamento al caffè conferma la mia impressione: vale la pena andare a scoprire il Mamà Ristobistrot!

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scritto da:

Luca Sessa

41 anni, napoletano di nascita, romano d'adozione: una compagna, 2 bimbi, 2 gatti. Statistico di giorno, food blogger, food writer e chef di notte. Il blog come vetrina degli esperimenti quotidiani, un luogo nel quale scrivere, raccontare, confrontarsi. Collabora con alcune delle più importanti testate in ambito food.

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