Dal Ceylon col sorriso

Pubblicato il 4 novembre 2016

Dal Ceylon col sorriso

I segreti di uno chef srilankese nel cuore di Veronetta

Dilipa è lo chef del ristorante La Stueta di Ceylon, a due passi dal Teatro Romano di Verona. Questo storico locale del quartiere di Veronetta vive una seconda primavera grazie alla nuova gestione familiare, che porta in tavola le tradizioni dello Sri Lanka con un sorriso. E così Dilipa, che non parla italiano e mi risponde grazie alla traduzione di una collega, con gentilezza e un filo di voce racconta la sua storia fatta di cucina, famiglia e solarità.

Cosa sognavi di fare da grande?
Sembra strano ma, già da bambino ero affascinato dal cibo e dalle attività in cucina, credo di aver sempre voluto diventare un cuoco.

Dove hai imparato a cucinare?
Ho frequentato molti corsi professionali nello Sri Lanka, ma i primi insegnamenti li ho avuti da mia madre: la osservavo cucinare e volevo sempre aiutare, così alla fine ha iniziato a insegnarmi le sue ricette tradizionali e ho capito che avrei potuto cucinare bene anch’io.

Sognavi l’Italia o ci sei arrivato per caso?
Sognavo innanzitutto di andare a lavorare all’estero, portando con me le tradizioni del mio Paese. Ero pronto ad adattarmi a qualsiasi lavoro ma poi, fortunatamente, ricongiungendomi con alcuni familiari nella comunità srilankese di Verona, ho potuto da subito svolgere il mio mestiere.

È difficile aprire un locale in un Paese straniero?
La famiglia è la chiave, tra di noi c’è chi parla bene italiano perché vive qui da vent’anni, chi ha studiato e affrontato la burocrazia, e chi ha chiamato i professionisti che potevano aiutarci… no, non è stato difficile!

In Italia la cucina veg è una tendenza, per voi cosa rappresenta?
In Sri Lanka vige la libertà di culto, circa il 70% della popolazione è buddista e di queste persone, circa il 40% non mangia né carne né pesce dalla nascita, sostituendo con molte dosi quotidiane di lenticchie e altre proteine vegetali, vivendo in piena salute. Per molti di noi, mangiare e cucinare solo verdure è un’abitudine e una tradizione, lo facciamo in tanti modi e con tante spezie.

Cosa chiedono i clienti di La Stueta di Ceylon?
I turisti o i clienti italiani e veronesi chiedono sapori dolci, contorni piccanti e soprattutto vogliono assaggiare la vera cucina tradizionale del Ceylon. Mentre i nostri clienti srilankesi chiedono una cosa soltanto: piccante!

Quali sono, secondo te, le caratteristiche più importanti di un bravo chef?
Bisogna amare il piatto che si prepara. Non si deve cucinare per il prestigio, per vantarsi o lavorando senza attenzione, la mia ricetta è: con amore si fa tutto meglio.

Hai creato alcune ricette? La tua preferita?
Il mio piatto speciale è un contorno (vegano) di melanzane in leggera frittura, con marmellata di mango.

C’è un piatto che non ti stanchi mai di preparare?
Sicuramente il Riso saltato con verdure, perché è tradizionale e viene ordinato più volte ogni giorno, piace a tutti!

E l’ingrediente a cui sei più affezionato?
Ovviamente, il curry. È l’ingrediente principale della nostra cucina tradizionale, lo facciamo preparare dalle nostre mamme in Sri Lanka miscelando le migliori spezie e lo serviamo qui per i nostri clienti.

Che ricordo speri di lasciare ai tuoi clienti?
Il cliente deve essere così contento della cucina da parlarne bene quando esce da qui, e per essere contento devono essere abbondanti sia il piatto sia la gioia!

  • INTERVISTA

scritto da:

Camilla Cortese

Due lauree, otto redazioni, sette lavori, un licenziamento, due romanzi. Una casa, due gatti, trenta piante, milioni di parole. Del più brutto libro della storia salvo il titolo: Mangia (tutto), prega (la tua psiche), ama (te stesso e chi lo merita).

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