Tutto quello che devi sapere prima di ordinare un Gin Tonic a Pescara!

Pubblicato il 25 aprile 2017

Tutto quello che devi sapere prima di ordinare un Gin Tonic a Pescara!

Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di partecipare ad un evento organizzato da La Nuova Lavanderia, il cocktail bar di Pescara che per qualità, aloha e sciabbenedette fa parlare di sé in città e in tutto lo stivale, e Vittorio D'Alberto, bevitore di gin da almeno due decenni e fondatore nel 2013 di Gin Italy. Un’atmosfera particolare, spensierata, godereccia, tutto organizzato nei minimi particolari per accogliere curiosi, amatori, neofiti e amici del settore, colleghi di lavoro, tutti lì in attesa di sentir parlare colui che in Italia è ormai il guru dello spirito a base di ginepro.
Fortunatamente io ero lì e se tu distrattamente ti sei perso l’evento, non ti preoccupare perché sto per svelarti tutto quello che devi sapere prima di ordinare un buon tonico, a base gin… sciabbenedette due volte!

Il ginepro, la storia, il cordiale


Si sa, per me che sono una storica, nulla è vero se non ha almeno 500 anni di vita da raccontare, lo so, state pensando che sia una vecchiaccia, ma per fortuna ho dalla mia qualcuno che la pensa proprio come me, perché ad introdurci al gin e alla scoperta di quella pianta che ha millenni di utilizzo alle spalle, è stato Alessandro Di Tizio, etnobotanico abruzzese, che ci ha fatto conoscere quante sono le specie di ginepro esistenti al mondo e i suoi primi utilizzi. I primitivi si nutrivano delle sue bacche, gli Egizi lo utilizzavano per l’imbalsamatura, nel Medioevo si conoscevano già le sue doti curative per lo stomaco e in Italia nell’XI secolo si produceva già un cordiale a base di acquavite e di ginepro. Molto probabilmente in Italia, a Salerno, nel 1000 d.C., i monaci benedettini arrivano tramite distillazione a produrre un “proto-gin”, un medicinale a base di ginepro per la cura dei reni. Nel 1055, infatti, all’interno del Compendium Salernita, si parla di un distillato di vino realizzato tramite infusione di bacche di ginepro. Dal 1300 l’acquavite al ginepro prende piede e con esso il consumo del cordiale (dal latino Cordis, cuore), un medicinale diffuso durante la peste del XIV secolo.
Quando è nato il Gin?Non è semplice rispondere a questa domanda ma è scritto a chiare lettere nel libro del 1552 di Hermanni, che esisteva una bevanda chiamata Aqua Juniperi; ben 98 anni prima del collega olandese Franciscus Sylvius, considerato da molti l’inventore del gin, che con il Dutch Courage cercava di dare sollievo ai soldati olandesi che si ammalavano di febbre nelle Indie Orientali;  ma il nome del distillato cambia a seconda degli scritti, si trova infatti sotto il nome di Geneva, Genevievre e Jenever, nome olandese dato al ginepro, in latino Juniperus. 

Jenever – London Dry​


Il Jenever, prodromo del gin, è il risultato dato dall’infusione della bacca di ginepro in alcol di origine cerealicola; un liquido di colore giallo arancione, dallo spiccato aroma resinoso ed erbaceo, che non può fermentare perché privo di zucchero nella sua ricetta originale. Il dutch courage, viene adottato entusiasticamente anche dalle truppe inglesi, soprattutto durante la Guerra dei Trent’anni, tra il 1618 e il 1648.  La conseguente sua diffusione in India fece si che potesse nascere uno dei cocktail più famosi al mondo, il Gin & Tonic, unendo acqua di chinino, con proprietà antipiretiche, antimalariche e analgesiche, al gin che con i suoi toni speziati rendeva bevibile il rimedio anti malaria.
In una prima fase gli inglesi continuarono ad acquistare il Jenever dagli olandesi, ma nel corso degli anni, soprattutto dopo l’editto di Guglielmo III d’Orange, la produzione britannica si fece più corposa e anche il gusto della bevuta cambiò radicalmente. Nel 1742, per opera di Alexander Gordon, infatti, nasce il primo London Dry. Man mano le distillerie aumentarono numericamente e il costo del gin si abbassò così tanto che il livello di alcolismo raggiunse vette esorbitanti. Gin Craze il nome di questo momento storico, e molti avventori dei pub potevano anche non fare la fila al bancone per bere un goccetto. Infatti, dietro insegne di legno dipinte con un muso di gatto nero, Old Tom, posizionate al di fuori dei locali, era inserita una cannula di ferro, recante vicino una fessura, in cui era sufficiente calare un penny per ricevere dal barista una dose di gin dolcificato. Il Gin Act fu il rimedio con cui il governo tentò di arginare il problema dell’alcolismo, e da quel momento le distillerie, come Gordon, ebbero vita più facile e legale.

Cos’è il Gin?


Difficile dargli una definizione, come ci ha detto anche Vittorio durante l’incontro. E si, perché se il Jenever è prodotto utilizzando tre cereali non maltati, il gin utilizza quasi esclusivamente alcol neutro di origine cerealicola, e questo rende le cose un tantino più difficili da spiegare.
Dunque come potremmo definire un gin? Un distillato? Un infuso? Forse tutto questo, o forse no. Il gin è di certo uno spirito ottenuto mediante differenti metodi di lavorazione, e proprio per questo motivo ogni tipologia ha un nome identificativo ben preciso. Quale?
Compound Gin (composto), prodotto senza distillazione di nessun botanical, ma realizzato tramite macerazione o infusione di questi elementi. Il sapore predominante deve essere di ginepro con percentuale alcolica di 37.5%.
Cask Gin, distillato o compound, modificato mediante l’uso del legno (barili o trucioli) utili ad aggiungerne il particolare aroma. Alcol 37.5%.
Contemporary Gin, in cui il sapore del ginepro è attenuato da note citriche, floreali, speziate. Il gin è distillato con botanicals presenti o aggiunti in seguito.
London Dry, prodotto secondo le direttive della comunità europea, sapore predominante ginepro, distillato in alambicco tradizionale, con una base di alcol etilico e botanicals. Il distillato può raggiungere i 70%, per cui è prevista un’aggiunta di acqua per arrivare alla gradazione di vendita di 37.5%.

Il Gin & Tonic


Dulcis in fundo il Gin Tonic non ha subito grosse modifiche negli anni; ghiaccio, gin, fetta di limone e tonica, una staticità che forse fino al 1990 lo aveva reso un po’ noioso rispetto ad altri long drink, e che invece negli ultimi 20 anni è definitivamente tornato alla ribalta grazie alla diffusione di distillerie in tutto il mondo, l’arricchimento della lista botanicals e nuove tecniche di preparazione.
Ma esiste davvero la ricetta per il miglior Gin Tonic?
Questo non te lo so dire, quel che è sicuro però è che esistono gin prodotti solo per questo utilizzo, e che potrebbero sembrare addirittura sgradevoli se miscelati in un Martini Cocktail. Come direbbe Vittorio “Il gin è passato dall’essere strumento multiuso, adatto alla realizzazione di centinaia di cocktail a strumento monouso, specifico per questa preparazione. Evoluzione? Involuzione? La storia risponderà a questa domanda!”
Qua è la dose giusta per il Gin Tonic e come abbinarlo?
La proporzione in primis è la chiave di tutto: 1 parte di gin, 2 di tonica. Infinite sono le varianti, ma la qualità del gin, del ghiaccio, del bicchiere, e della tonica sono fondamentali.
C’è chi lo beve secco, chi “condito”, dipende dai gusti, chi preferisce restare sulla classica scorza di limone, chi ama la dolcezza dell’arancia, chi chiede il cetriolo, anice, frutti rossi… Io, se proprio posso esprimere un parere, sono per il classico, anzi, secco tutta la vita!

Un buon Gin Tonic a Pescara?

Dopo tutto questo sproloquiare, se ti è venuta un'improvvisa voglia di bere un buon Gin Tonic e ti stai chiedendo dove farlo a Pescara, bene, io sono ancora più contenta, perchè era proprio lì che volevo arrivare. Ecco un paio di consigli per te!

La Nuova Lavanderia

Che dire? Qui non solo potrai scegliere tra una lunga lista di gin selezionati e provenienti da tutto il mondo, ma potrai anche permetterti di provare altri miscelati base Gin. Chiedi un consiglio al trio delle meraviglie dietro al banco e sapranno prendersi cura di te come nessuno mai. 

White Cliff

Altra certezza in pieno centro a Pescara. Miscelati, gin tonic e tanto mezcal! Un consiglio sempre per restare in tema Gin? Prova il loro Bloody Mary con gin al pomodoro e vedrai cosa bevi! Cooorrri!

- Zolfo

Una vinatteria, si! Ma a mio avviso anche un'ottima gintoneria... Mai bevuto un gin al sapore di mare? Aragosta? Beh cosa aspetti? Attendo tue notizie.

Visaggio

Ampia scelta anche da loro, tanta cortesia e bei taglieri ad accompagnare la tua bevuta. Stai attento però, perché avrai voglia di provarne talmente tanti che non potrai smettere di bere!

Gintoneria Creativa

Un locale che ha a disposizione tutti i gin possibili e immaginabili presenti sul mercato mondiale. Più di 500 etichette e dietro al bancone due dottori laureati in gintonicologia che sapranno tenerti ancorato al tuo posto per ore, ore ed ore! 

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Foto credit Flickr
Immagine di Copertina by La Nuova Lavanderia

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scritto da:

Francesca Mancini

"Che cos’è la gloria di Dante, appresso a quella degli spaghetti?” si domandava Prezzolini nel 1954. Storica dell’alimentazione, gourmande e ficcanaso, girerò per mari e monti insieme a voi per raccontare tutto il bello e il buono che la mia terra ha da offrire. Intanto? “Sole, vento, vino, trallallà"

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