Cristiano Ciaralli di Mavi si confida: “Piatti gourmet e cocktail, ecco il futuro”

Pubblicato il 26 maggio 2017

Cristiano Ciaralli di Mavi si confida: “Piatti gourmet e cocktail, ecco il futuro”

Tra i pionieri insieme al socio Valerio del genere “cocktail bistrot” nel quartiere Ostiense, oggi sono pronti ad affrontare nuove sfide e nuovi esperimenti nel campo della ristorazione, con un’unica parola d’ordine: divertimento

Sorriso stampato, simpatia a tonnellate e tanta voglia di chiacchierare e di confidarsi, un ragazzo felice per quello che ha fatto e per quello – tanto – che ancora vuole fare nel campo della ristorazione. Cristiano Ciaralli, socio proprietario di Mavi, ci parla della sua grande passione. “La mia missione? Vedere le persone felici a tavola. Perché è a tavola che si rigenera l’animo umano.” Lui insieme al suo socio e amico del cuore Valerio sono stati tra i primi a Roma ad applicare la formula del cocktail bistrot, ed oggi raccolgono un meritato successo.

Cristiano quando è che hai capito che era questa la mission della tua vita? “Io e Valerio, che siamo amici del cuore da tantissimo tempo, lo abbiamo capito praticamente insieme. Io facevo il cameriere (e poi il direttore) di sala in vari ristoranti del centro, e lui in altri di Roma Nord. Lo facevamo per pagarci gli studi universitari, ma poi abbiamo capito che era questa la nostra strada. Abbiamo avuto la fortuna di condividere sempre le nostre grandi passioni nella vita, una cosa rara ma bellissima che ci ha permesso di affrontare ogni ostacolo uniti e sereni. L'unica differenza di vedute? Io sono della Roma e lui della Lazio, ma, si sa, nessuno è perfetto...”

La vostra passione per la cucina vi ha portato nel 2010 ad aprire Mavi. E’ stata una scelta ponderata, o piuttosto un azzardo, un buttiamoci e vediamo che succede? “La decisione di aprire Mavi è stata una scelta di pancia. Noi lavoravamo già da molti anni nella ristorazione ed eravamo – siamo ancora ndr – ragazzi ambiziosi e pronti a confrontarci con i “grandi”. Abbiamo visto, all’epoca, che la ristorazione a Roma era in un momento di crisi, tutto era uguale senza nuove proposte e abbiamo pensato che per metterci in gioco dovevamo proporre qualcosa di nuovo in un posto nuovo.”

E così avete trovato questo locale in zona Ostiense Marconi. Ci avevate visto lungo sulla futura popolarità della zona per quel che riguarda la vita notturna. “Noi siamo arrivati qui ed eravamo visti all’inizio come alieni. Proponevamo una cucina tradizionale rivisitata con ampie escursioni verso il fusion che a Roma, almeno all’epoca, non era così comune. Poi il nostro modo di fare ristorazione ha cominciato a fare breccia nei palati e nei cuori dei romani ed ecco che Mavi è diventato un punto di riferimento non solo del quartiere, ma di tutta la città.”

Ma quand’è che avete concepito l’idea del cocktail-bistrot? “Quella è arrivata dopo, inizialmente abbiamo concepito un menù basato sul superamento della tradizione romana, con ampi esperimenti, piatti che però dovevano essere abbinati a grandi ed importanti vini. La nostra cantina, infatti, si è subito dotata di tantissime bottiglie (italiane), oltre 150 etichette di eccellenze del territorio. Nel 2013 con Valerio aprimmo un cocktail bar all’aperto per una rassegna estiva sempre qui ad Ostiense dietro al Gazometro e facevamo mixology. All’epoca eravamo gli unici a Roma a fare mixology all’aperto, abbiamo capito che questo era un mercato enorme e ancora inesplorato. Nel 2015 abbiamo rinnovato tutto il locale partendo sempre dall’idea di base di una cucina di grande qualità alla quale abbinare cocktail e drink di altissimo livello. E sta funzionando alla grande.”

 Oggi Roma è piena di locali che propongono l’abbinamento food&beverage gourmet, spesso con la formula h24 che inizia dalle colazioni per arrivare a notte fonda. Ma come si fa a garantire così una ristorazione di qualità? “All’inizio pure noi avevamo avuto l’idea di cominciare dalle colazioni, poi appunto abbiamo capito che non ce l’avremmo fatta a mantenere lo stesso standard qualitativo. E’ vero che a Roma la qualità della ristorazione in generale sia alta, ma credo che con i mezzi che ci sono e con le potenzialità si possa fare molto, ma molto di più. E’ da poco che comincio a vedere in giro progetti interessanti, basati su un senso logico, dall’architettura delle sale alle proposte food e beverage. Però la qualità si sta alzando e di parecchio, ed è un bene che sia così.”

Cristiano, nuovi progetti per il futuro? “Diciamo che ci piace essere punto di riferimento per il futuro della ristorazione di Roma, ma io personalmente vedo che l’abbinamento cibo – mixology sta aprendo delle praterie sconfinate tutte ancora da percorrere. Credo sia questa la strada da imboccare, sempre proponendo una ristorazione dai costi medi, fruibile a tutti, che permetta alle persone di venire al ristorante e provare veramente qualcosa di nuovo.”

Foto gentilmente concesse da Mavi

Iscriviti alla Newsletter di 2night  

  • INTERVISTA
  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Lorenzo Coletta

Romano, giornalista, dopo una prima esperienza di giornalismo radiofonico con l'agenzia Econews, ha cominciato ad appassionarsi al grande mondo dell'enogastronomia. Ha contribuito nel 2014 alla redazione della Guida dei Ristoranti di Roma di Puntarella Rossa edita da Newton Compton.

POTREBBE INTERESSARTI:

​Lo sai quali sono i piatti più popolari (e amati) delle 20 regioni italiane?

I risultati di un'indagine dedicata ai piatti regionali, da nord a sud.

LEGGI.
×