Alba Galtieri racconta il suo hotel a 5 stelle per gatti: un giro al Crazy Cat Café, il primo neko café di Milano

Pubblicato il 9 giugno 2017

Alba Galtieri racconta il suo hotel a 5 stelle per gatti: un giro al Crazy Cat Café, il primo neko café di Milano

I nove gatti che vivono al Crazy Cat Café sono delle autentiche star su Instagram

In Giappone si chiamano neko café e nel 2011 erano circa un centinaio. Oggi sono molti di più e il primo a Milano è il Crazy Cat Café. Si tratta si locali in cui i gatti sono liberi di scorrazzare tra i tavoli, vivono nel café e si fanno accarezzare dai clienti. Alba Galtieri, 30 anni, insieme a Marco Centonza ha aperto il primo locale “a misura di felino” sotto la Madonnina nell’ottobre del 2015. In meno di due anni è diventato un punto di riferimento per chi vuole prendersi un cat-puccino o un aperitivo facendo anche due fusa. 

Alba, raccontami un po’ come ti è venuta l’idea di aprire il primo neko café a Milano?
“Sono stata in vacanza in Giappone con Marco (che oltre ad essere il suo compagno nella vita e anche il suo socio nel lavoro, ndr) e tornati a casa abbiamo deciso di portare anche nella nostra città un locale di questo tipo”.

Tutto nasce per l’amore nei confronti dei gatti. Ne avrai uno anche tu a casa…
“A dire il vero due: sono la padrona di Dafne e Cosmo”

Mi guardo intorno, sto bevendo un cat-puccino con una spruzzata di cannella, e osservo i clienti del Crazy Cat Café. Tutti fanno foto, ma rigorosamente senza flash.
“Qua vengono per i gatti, incuriositi dai nostri ospiti felini che, in realtà, sono i veri padroni di casa perché vivono a tutti gli effetti qui. Poi la gente torna perché mangia e beve bene e questa è la nostra più grande soddisfazione”. 
Ha le idee chiare Alba, la passione per i gatti è innegabile. Sorride e mi spiega quali sono le cose più strane che i clienti le chiedono. 

Dai, qual è la domanda più ricorrente?
“Per la serie, domande strane che si ripetono: ma i gatti dormono qui? Certo, rispondo sempre io. I gatti vivono qui e quando la gente si stupisce perché la notte stanno soli, faccio presente che anche i loro gatti a casa, quando non c’è nessuno, trascorrono felicemente ore e ore in solitudine”.

A proposito, quanti mici ci sono al Crazy Cat Café?
“Abbiamo 9 gatti”.

E pure molto “rock”. Vero?
“Bowie e Elton sono l’esempio. I nomi esprimono il legame con la musica. A disposizione dei clienti c’è una selezione di vinili: ognuno può ascoltare quello che preferisce durante la sua pausa al Crazy Cat Café”.

Mi giro e un micio mi passa di fianco alla gamba. Non è timido.

Sono tutti così socievoli?
“Li scegliamo sin da cuccioli e facciamo una selezione attenta. Ma non solo. Gli animali che vivono nel locale sono seguiti da un consulente comportamentale che ci fornisce consigli utili per una convivenza perfetta”.

Buttando un occhio al menù, mi accorgo del brunch e che tutto è praticamente fatto in casa. 

“Il menù del brunch è declinato in tre varianti, a pranzo la carta varia in continuazione, proponiamo il curry accompagnato da verdure di stagione e riso basmati, per esempio, oppure un gazpacho. La nostra filosofia è “pochi piatti che cambiano ogni giorno”. 

Tutto fatto in casa e preparato dalla cucina espressa…
“Il nostro chef cucina le proposte per il pranzo ogni giorno e tutto quello che possiamo è homemade”.

Cosa ci si deve aspettare nell’hotel a 5 stelle per felini, durante l’estate?
“Continueremo la collaborazione con Feliway, marchio che sintetizza ferormoni felini, per organizzare serate a tema. Non mancheranno incontri con la comportamentalista, accompagnati con un aperitivo. Replicheremo, considerato il grande successo, anche il cineforum felino”. 

Saluto ed esco. Resto stupito perché mi ricordavo che i gatti litigano con i cani. Macché. Un padrone tiene al guinzaglio Fido che dal vetro saluta uno dei gatti nel Café. E mi sembrano quasi amici. 

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scritto da:

Fabrizio Arnhold

Il trucco per un buon aperitivo o una cena perfetta? Scegliere il posto giusto. Vi racconterò i miei locali preferiti, ma sempre con spirito critico, senza mai dimenticare che a Milano c’è tutto quello di cui si ha bisogno. Basta saper scegliere.

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