​Deny Deda: cucina, anima e cuore all’Osteria Ae Cravate

Pubblicato il 28 giugno 2017

​Deny Deda: cucina, anima e cuore all’Osteria Ae Cravate

Sguardo fiero e statura imponente, Deny Deda potrebbe mettere soggezione. Serve personalità ai fornelli per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si è posto per se stesso e per l’Osteria Ae Cravate. Ma non appena si inizia a parlare di cucina, il suo sguardo si infiamma e scioglie allo stesso tempo, rivelando una passione profonda e viscerale per la gastronomia.

Ci sediamo a un tavolo vista cucina e Deny inizia a parlare col cuore in mano.

Deny, da dove nasce questa passione?

Per me la cucina è tutto, e con la ristorazione ho una vera storia d’amore. Mia madre mi guardava seguire con attenzione le sue ricette - la osservavo affascinato quando metteva al sole i cibi ad essiccare - e fin da piccolo mi diceva: “Vedrai che diventerai cuoco”. Questa passione è cresciuta sempre di più, dalla mia terra natale fino a qui, Venezia, dove sono cresciuto come persona e come cuoco e che sento casa mia.

Sei giovane ma di esperienza ne hai parecchia…

Come in tutte le cose, bisogna partire dal basso, fare la gavetta. È giusto così: se non hai il fuoco dentro non vai avanti. A sedici anni preparavo quantità inimmaginabili di maionese o pulivo chili e chili di cozze. Piangevo dal dolore. Ma la mattina dopo ero pronto a ricominciare, più agguerrito di prima. Poi ho avuto la fortuna di lavorare per lo chef stellato Gianni Bonaccorsi e nelle cucine di alcuni grandi alberghi e ristoranti. Un’esperienza impagabile.

Qual è la tua idea di cucina?

Per me la cucina non è un mestiere, è molto di più: passione, amore. È questo che voglio trasmettere ai nostri clienti. Un’attenzione particolare per gli ingredienti e le materie prime, ricette che rispettino la tradizione senza la paura però di sperimentare nuove rielaborazioni. I prodotti congelati non fanno per noi, vogliamo un menù che faccia sentire a casa. All’Osteria Ae Cravate non pensiamo solo ai soldi, l’importante è fare bene e crescere sempre, imparando dai propri errori. Poi la cucina è un po’ come fare l’amore: se fai le cose per bene, bisogna essere soddisfatti anche il giorno dopo.

Cosa ti piace mangiare?

Vado matto per la carne cruda e sono appassionato di cucina giapponese. Non nascondo l’idea che in un futuro non molto lontano possano esserci delle contaminazioni con la cucina orientale nei miei menù, magari dopo un bel viaggio gastronomico tra Giappone, Cina e Thailandia…

Dove ti piace andare a mangiare (quando non lavori ovviamente)?

Ho molti amici nell’ambiente, e ci sono moltissimi bravi chef a Venezia. Quando posso mi piace andare a Rialto al Florida per l’attenzione alle materie prime o alla sempre ottima Osteria Santa Marina o, quando sono a Mestre, al Ristorante Marco Polo in Piazza Barche.

Cosa ti aspetti dal futuro?

Stiamo crescendo, sperimentando. Le idee le abbiamo chiare, puntiamo in alto e, perché no, anche a una Stella. Stiamo pianificando tutto con molta attenzione, anche grazie alla fiducia di Momenta. A breve ci sarà un restyling completo del locale e punteremo a crescere sempre di più in qualità, mantenendo comunque la nostra politica aggressiva sui prezzi, perché la buona cucina è quella fresca, espressa e per tutti.

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  • INTERVISTA

scritto da:

Giacomo Pistolato

Cinefilo e gattofilo, mi piace scrivere e osservare. Vivo e scelgo Venezia, quasi tutti i giorni. Non amo le contraddizioni. O forse si.

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