Una chiacchiera con Rami e Paolo, due dei quattro che si sono inventati il Vault 31 a Milano

Pubblicato il 24 luglio 2017

E’ il locale dove “il cliente non ha sempre ragione” ma ascolta ottima musica bevendo gin tonic

L’idea è venuta nel 2014. Rami, Paolo, Matteo e Stefano si conoscono all’Università, studiano biotecnologie. “Perché non apriamo un locale che unisca musica e il buon bere?”, si chiedono sera una lezione e l’altra. Detto e, quasi, presto fatto. A ottobre 2015 apre il Vault 31, in via Cadore. E sì, è proprio il locale che sognavano all’università: musica e drink. Tutto insieme. Mi siedo al tavolo e dopo aver dato un’occhiata in giro aspetto Rami Ali, 32 anni, di origini siriane ma in Italia dall’età di 4 anni e Paolo Bassi, 30 anni, bartender esperto del “mondo dell’alcol".

Prima di tutto, siete più bartender o musicisti?
Rami: “Ognuno di noi suona uno strumento, io il basso”
Paolo: “Io suono il piano. Matteo la tastiera e Stefano canta. Per rispondere alla domanda dico: entrambe le cose”.

Matteo Canicchioni, 34 anni, milanese e Stefano Bauer, 29 anni, appassionato anche di crossfit, sono gli atri due soci che formano il quartetto alla guida del Vault 31.

Dagli esami all’università fino all’apertura di un nuovo locale. Il passo è stato troppo lungo?
R: “No, non ci abbiamo pensato neanche troppo tempo e abbiamo trovato subito il posto adatto”.

Il locale è ancora chiuso, siamo seduti nella sala principale. Sotto, al piano interrato, c’è un palco e la seconda stanza, quelle dei live, che ospita un centinaio scarso di persone.

Che tipo di pubblico frequenta il locale?
R: "I nostri clienti sono eterogenei. La fascia d’età ideale va dai 25 ai 35 anni, ma in alcune serate l’età media si alza. Pubblico assolutamente trasversale”.

Dipende dal tipo di serata, quindi ce ne sono di sempre diverse?
P: “La programmazione musicale varia, va dal rock al jazz, dalla musica elettronica al blues. Puntiamo anche su live di artisti indipendenti”.
R: “Non solo musica, ma anche presentazioni di giovani artisti emergenti, libri o qualche spettacolo di stand-up comedy. Ci piace ispirarci al Derby degli anni d’oro”.

D’accordo la musica, ma per chi vuole bere?
R: “Puntiamo molto sulla qualità delle materie prime e dei distillati. Abbiamo un’ottima gintoneria e una particolare attenzione ai whisky”.

Va bene ma perché un milanese dovrebbe venire al Vault 31?
P: “Almeno per tre motivi”.

Che sarebbero….?
R: “Perché ogni serata può sorprendere con un mood che cambia sempre, come la nostra programmazione musicale. Una serata qui è anche uno scambio culturale e di emozioni, non si riduce solo a bere un drink”.
P: “E poi perché è un ambiente onesto”.

In che senso?
R: "Il cliente non ha sempre ragione”.

Io di motivi ne ho contati tre, ma sono molti di più. Il Vault 31 è un locale schietto e sincero, dove bere un buon cocktail e ascoltare un live di qualità vanno di pari passo. E in futuro Rami, Paolo, Matteo e Stefano hanno intenzione di aumentare l’offerta musicale per “puntare su artisti emergenti”. Dopo aver bevuto un gin tonic, magari. E sì perché qui l’offerta di gin è ottima. Ah, sì, te l’ho già detto!

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  • GLI ADDETTI AI LAVORI
  • INTERVISTA

scritto da:

Fabrizio Arnhold

Il trucco per un buon aperitivo o una cena perfetta? Scegliere il posto giusto. Vi racconterò i miei locali preferiti, ma sempre con spirito critico, senza mai dimenticare che a Milano c’è tutto quello di cui si ha bisogno. Basta saper scegliere.

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