Pubblicato il 2 novembre 2017
Io me lo ricordo il cabaret di paste. Un vassoio dorato, finemente incartato e poi scartato alla velocità della luce. La divisione a metà era rigorosa: da una parte le paste, da tagliuzzare in due, quattro, sei "così le assaggio tutte", dall'altra le pastine mignon, che finivano sempre troppo presto. Litigi velati per il bignè al cioccolato e la giacenza del cestino di frolla con la frutta (che non fa gola a nessuno, ma va preso per forza), sono tra i ricordi più dolci della mia infanzia in famiglia.
Poi più niente, sono passata a spritz e pizzette. Ma qualche volta la nostalgia canaglia ha un cuore di panna e mi viene una gran voglia di uscire, acquistare un cabaret di paste e mangiarmele tutte da sola, alla faccia dei ricordi condivisi.
Riuscire a farsi incartare un cabaret di paste da Tonolo può essere difficoltoso. La piccola pasticceria è costantemente affollata soprattutto a colazione perchè è amatissima sia dai veneziani che dai turisti. Ma l'impresa è possibile, anche a Carnevale, quando sul cabaret planano un paio di frittelle allo zabaione, come se niente fosse.
Proprio a pochi metri da Tonolo, Dolcevita ha aperto i battenti pochi mesi fa. L'arredo moderno e soprattutto la vetrina delle paste promettono bene, anzi benissimo. Oltre alle cremosità da mangiare con gli occhi, c'è un'ampia selezione di pasticcini secchi e di brioche. Provare un cabaret è imperativo!
Bido, storica firma della pasticceria mestrina ha davvero occhio per tutto cioè che è avant-garde. Le sue creazioni sono ispirate alla tradizione più ferrea ma puntano, e quasi sempre ci riescono, a creare l'effetto sorpresa. Per un cabaret di paste da scartare durante una cena coi parenti antipatici e fare bella figura, alla faccia loro.
Tutti amano l'elegante Pasticceria Zizzola di Noale, le pastine ricercate e goduriose affacciate alla grande vetrina espositiva e la famiglia che è in grado di dar vita alla magia. Per un cabaret di paste che rischia di finire prima di giungere a destinazione, non fosse per la bellezza delle pastine: ci si sente quasi in colpa a mangiarle di straforo.
A Treviso il cabaret delle paste, quello tradizionale da domenica in famiglia, sprofondati nel divano con Quelli che Il Calcio alla Tv, si prende all'Antica Pasticceria Nascimben. Aperta dal 1956, conserva ancora tutta l'allure rassicurante che ognuno di noi cerca quando viene illuminato dalla missione: cabaret di pastine.
Biasetto a Padova (ma ora anche a Mestre con il nuovo Hora) è ancora sinonimo di qualità eccelsa e creatività in pasticceria. I suoi bon bon sono gettonatissimi a colazione, come spuntino vizioso di metà giornata, ma anche come riserva per le giornate no: il cabaret di paste del Champion du Monde agisce velocemente con il Brufen.
Daniza è il must assoluto per il cabaret di paste vegano. L'unico in grado di ingannare la nonna e il nonno cresciuti a pane, strutto e marmellata. Nella pasticceria di Cittadella ogni piccola delizia è preparata con ingredienti di origine vegetale con cura, dedizione e ottimi risultati.
Flego è un nome storico e imprescindibile per tutti gli aficionados del cabaret di paste a Verona. Pasticcini tradizionali, innovativi, macaron e tortine gioiello a portar via da qualche mese sono disponibili anche nel nuovo punto vendita all'interno del Centro Commerciale Adigeo.
Sì, ma in senso buono. Gli amanti dei dolci lo sanno: Gambarato è il non plus ultra delle paste e dunque anche del cabaret misto. Sfogliatelle, babà, bignet, cestini di frolla, marzapane, pasteis de nata e tante altri piccoli tesori di cui sai a mala pena il nome, ma devono essere tuoi.
L'Hotel Pasticceria Fiori è uno di quei posti dove vorresti restare chiuso, dopo aver buttato via la chiave. Siamo a Belluno e si respira l'aria buona di montagna mischiata al dolce aroma delle paste appena confezionate. Un piccolo concentrato di golosità che ha come specialità lo strudel.
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Immagine di copertina dalla Pagina Facebook di Hotel Pasticceria Fiori
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Amo mangiare ma sono sempre a dieta, non riesco mai a stare ferma anche se alla guida sono un pericolo, adoro andare per locali però sono un po' tirchia. Le contraddizioni sono il mio pane quotidiano: mai prendersi troppo sul serio.
Che il nostro olio fosse uno dei migliori al mondo, se non il migliore, è cosa nota.
Che estate sarebbe senza festival?!
Eh sì, ogni drink racconta una vicenda, una storia che il proprio nome incarna, chiarisce o suggerisce…
