Ennio Lettera del Kilburn ha portato il mood londinese in Porta Venezia

Pubblicato il 21 febbraio 2018

Ennio Lettera del Kilburn ha portato il mood londinese in Porta Venezia

Atmosfera unica e cocktail mixologist di qualità: ecco un locale dove #berebene a Milano

Portare il mood londinese in Porta Venezia non è scontato. Eppure ogni volta che entro al Kilburn, ho la sensazione di stare proprio nel quartiere a nord di Londra. Ennio Lettera, 25 anni, napoletano, ha vissuto un paio d’anni a Kilburn, ed è riuscito nel miracolo di creare un locale diverso da tutti a Milano, dove la parola d’ordine è #berebene.

Ennio mi accoglie prima di pranzo, un’eccezione perché il locale apre dall’aperitivo fino a tarda sera. La prima domanda è scontata: perché si viene al Kilburn?
“Le persone che decidono di venire a bere un drink qui hanno una particolarità: non si devono accontentare. I cocktail che creo (una drinklist con una decina di proposte di assoluta qualità che cambia stagionalmente, ndr) non sono come tutti gli altri, sono studiati per esaltare ogni singolo ingrediente. Se ce ne sono cinque, li devi percepire tutti”.

Non ho neanche un dubbio perché il Kilburn lo conosco bene, ci sono passato in serate diverse, provando l’aperitivo o scoprendo un whisky nuovo. Ma faccio finita di dubitare.

Non è sempre facile individuare tutti i sentori. Molto dipende anche dalla bravura del bartender, o più dalla selezione dei distillati?
“Allora facciamo così, ti preparo un nuovo cocktail, l’Elegance, così lo assaggi!”.

Me lo serve in una coppetta che si usa per il White Lady, altro classico all’ora dell’aperitivo che preferisco quando fa più caldo. Al primo sorso si nota la granella di ghiaccio che dà una consistenza inusuale, poi si sprigiona il piccante del pepe rosa, intorno la fragranza di fico e infine un sentore di dolce. Ecco cosa vuol dire sentire tutti gli ingredienti. Ma non basta, si devono anche legare e miscelare alla perfezione, esattamente come è successo al secondo sorso.

Curi tu la drinklist?
“Sì, non smetto mai di pensare a nuove proposte. Provo e continuo a fare esperimenti fino a quando non sono pienamente soddisfatto. Quando un cocktail finisce in lista, per me significa che è perfetto”.

Al prossimo cambio primaverile in lista arriveranno drink “floreali”, preparati con rose, violette, sambuco e peperoncino. Inutile chiedere qualche anticipazione, Ennio non si fa scappare nulla.

“D’inverno mi piace coccolare i clienti con note calde di cioccolato, mentre destate c’è spazio a long drink dissetanti”.

Ennio è giovane ma già molto esperto. Sembra quasi che tu faccia questo lavoro da una vita…
“Adesso ti racconto una cosa divertente. Io ho bevuto il mio primo drink alcolico a 19 anni, perché prima non reggevo l’alcol. Ero sempre preso di mira dagli amici perché io ero quello che andava in discoteca con la bottiglietta d’acqua in mano”.

Quasi impossibile crederlo perché la cura che mette in ogni sua creazione non è solo frutto di uno studio costante ma c’è anche una pizzico di pura creatività, quel lampo di genio che anche se leggessi tutti i libri dei più famosi bartender non è detto che si accenda.

Guardo il bancone e cerco una nuova bottiglia di scotch. Ogni volta che vengo al Kilburn ho un compito preciso: assaggiare un distillato che prima non conoscevo. Quasi una missione sociale per me, che qui riesco a portare a temine senza troppa fatica. Non conta solo la quantità, ma soprattutto la qualità della selezione.

“Dimmi se ti piace, sentirai la sapidità”, mi dice Ennio mentre mi versa un Port Askaig from Islay 19 anni, un torbato gentile e complesso: lascia una sensazione di salato sulla lingua che qualche bevitore inesperto potrebbe confondere con l’affumicatura.

Vedo che hai nuove bottiglie nella selezione di whisky. Quali sono le ultime novità?
“Ho voluto provare alcune Samaroli che non avevo ancora avuto il piacere di assaggiare”.

E mi serve un Samaroli Allt a Bhainne, single malt fresco e raffinato, dello Speyside, imbottigliato in 340 etichette. Quasi una rarità. Come l’atmosfera che si respira al Kilburn, in una sera qualsiasi. Alle pareti ci sono una sfilza di foto che Ennio ha scattato mentre era a Londra e lavorava al Black Lion. Lui che ha un laurea in graphic design, aveva iniziato a lavorare in un pub per imparare l’inglese. E invece ha appreso l’arte mixologist. Ripenso all’età, qualcosa non mi torna.

Ennio dai, prima che vada, mi ripeti quanti anni hai?
“Venticinque”.

Lo prendo in parola perché non ho bevuto così tanto whisky, non è neanche l’una di pomeriggio e devo ancora pranzare. Quando esco dal Kilburn sento ancora un po’ di torba sul palato e ho finalmente capito cosa intendeva Ennio quando all'inizio mi parlava di “bere bene”. #Enjoy!

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  • GLI ADDETTI AI LAVORI
  • INTERVISTA

scritto da:

Fabrizio Arnhold

Il trucco per un buon aperitivo o una cena perfetta? Scegliere il posto giusto. Vi racconterò i miei locali preferiti, ma sempre con spirito critico, senza mai dimenticare che a Milano c’è tutto quello di cui si ha bisogno. Basta saper scegliere.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Kilburn

    Via Panfilo Castaldi 25, Milano (MI)

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