Less is more. Il ritorno alle Radici della vera cucina secondo Fabrizio Paparesta

Pubblicato il 18 aprile 2018

Less is more. Il ritorno alle Radici della vera cucina secondo Fabrizio Paparesta

Ironico, incredibilmente sintetico e capace di trasformare la semplicità in creatività.
Riuscire a tenerlo fermo per un’intervista è stata una mission impossible, ma a quattro anni dall’apertura del suo rinomato ristorante leccese, “Radici”, vincere questa sfida titanica ci è sembrato quantomeno doveroso. Fabrizio Paparesta, insieme alla sua compagna Raffaella, nel 2014 ha dato vita a un progetto che è al tempo stesso un sogno: far correre accanto a un servizio ristorativo di alto livello la qualità di piatti che nascono dalle materie prime nostrane. Il tutto con quell’autentica passione che è il sale di qualunque lavoro.

Un’esperienza in continua crescita


Se dovessi tracciare un bilancio della tua attività a quattro anni da quel fatidico taglio del nastro, cosa ci diresti?
È un bilancio positivissimo: Radici a Lecce è diventata già un’istituzione, nonostante la sua “tenera età”. È stata una scommessa importante per noi, giovani ragazzi che in un momento di forte crisi economica e imprenditoriale hanno deciso di puntare tutto sulla bellezza del ritorno alla terra. Siamo posizionati bene anche sui social, questa per noi è un’esperienza molto importante e in continua evoluzione.

Dal Salento con furore, prendendo esempio dai migliori


Che cosa ha fatto la differenza nella vostra proposta e quali vostre peculiarità sono state premiate dalla clientela che vi ha scelto?
Prima di tutto la qualità del prodotto, a 360°. Poi una serie di elementi, che rappresentano componenti diversi di un’unica grande struttura come un ristorante. Radici è cucina ma anche sala, musica, location, arredamento: un bravo chef e un buon servizio vanno di pari passo, perché i fornelli e la sala devono viaggiare sugli stessi binari per poter offrire una proposta di livello.

Tra zanguni, cicorie e paparine, il re dell’orto in chiave gourmet


Veg, bio, natural sono etichette che si stanno diffondendo sempre di più nel mondo del food. Voi da quale concetto vi sentite più rappresentati?
Preferiamo parlare di semplicità e non di bio, termine troppo inflazionato e spesso usato in maniera inappropriata: tante volte abbiamo a che fare con prodotti che vantano questo marchio ma che di biologico hanno ben poco. Noi invece abbiamo la fortuna di vivere in un territorio come il Salento, in cui quasi tutto proviene direttamente dalla terra, senza essere modificato o rilavorato a livello industriale. anche se non c’è la certificazione.
Ogni mattina un contadino chiama Raffaella e ci fornisce la verdura appena raccolta con cui elaboriamo i piatti del giorno, permettendoci di portare in tavola per i nostri clienti materie prime freschissime. Se non è questo il vero certificato di garanzia…

Ci nu te scerri mai te le radici ca tieni…



Dalla partenza alla destinazione: cosa vuol dire per voi “Radici” e che progetti avete in mente per il futuro?
Radici è contaminazione ma al tempo stesso ritorno alle origini, è andare in giro per il mondo prendendo il meglio da ogni tradizione culinaria. Radici è là dove tutto ha avuto inizio e a cui dobbiamo ritornare per stare bene con noi stessi e con la natura.
Progetti? Tanti. Primo tra tutti, la volontà di entrare nel mondo della consulenza ristorativa e del catering. È un’iniziativa che abbiamo già iniziato a mettere in campo, mettendo a disposizione degli altri la nostra esperienza; siamo certi sarà una bella fonte di soddisfazioni perché, come sempre, ci metteremo il cuore e la professionalità.

 

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scritto da:

Mara Tarantini

Amo il Salento in ogni sua espressione, ma quella che preferisco è indubbiamente il pasticciotto. Come tutti ogni tanto sogno di essere altrove, ma poi mi siedo davanti al nostro mare, sorseggio un calice di Primitivo e mi sento la persona più fortunata sulla faccia della terra.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Radici

    Via San Lazzaro, Lecce (LE)

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