Dalla padella alla brace. Ti presento lo chef Marco Carraro e il suo Flame’n Co.

Pubblicato il 28 aprile 2018

Dalla padella alla brace. Ti presento lo chef Marco Carraro e il suo Flame’n Co.

Non appena entri al Flame’n Co. un profumo di carne alla brace ti inebria e in pochi secondi ti mette addosso una fame da lupi. Improvvisamente ti ricordi perché non sei vegano né vegetariano, e perché non lo sarai mai. Scegliere non è facile; la varietà di tagli e tipologie – dalla fiorentina alla costata, dall’asado alla picahna, ma anche tartare, galletto, hamburger gourmet – rende la cosa piuttosto complessa e non c’è volta che non ti strappi la promessa di tornare ad assaggiare quel che hai dovuto sacrificare, per mancanza di spazio nello stomaco. Un paradiso dei carnivori, lo potremmo definire, ma con valide alternative anche per chi sceglie di rinunciare alle proteine animali o ha qualche intolleranza.

Ci troviamo a Treviso, in Via Fonderia 35; andiamo allora a conoscere chi c’è dietro al progetto – ma anche alle griglie – di questo nuovo locale, quinta apertura del concept friulano Flame’n Co.

Ciao Marco, mi racconteresti in breve la storia che ti ha portato nel mondo della ristorazione?
Sono figlio di cuochi e ristoratori. Ho iniziato con la professione di cameriere e per un brutto caso della vita mi sono inventato cuoco. Con grande passione e serietà , nel corso del tempo sono riuscito a divenire un professionista e un grande appassionato di cucina.

E cosa ti ha portato fino al Flame’n Co.?
A questo concept di ristorazione mi ha portato il sogno di proporre una cucina di qualità ad un pubblico più ampio, con una fascia di prezzo più contenuta, ovvero condividere la mia passione per l’eccellenza non solo con chi frequenta i costosi ristoranti stellati.



Mi racconti un po’ il suo concept?
Flame’n Co. non è un locale di tendenza, ma una cucina classica rivista nel look e nel servizio, dove ogni persona di ogni età può sentirsi a casa. Il suo look è molto accattivante, sia nell’ambiente interno che esterno, sviluppato in edifici storici e in location di particolare fascino. Non apriremo mai in un centro commerciale. La nostra filosofia di ristorazione va al di là del possibile fatturato.



E che si mangia?
Il menù contempla carni provenienti da tutto il mondo, cotte nel più semplice dei modi, ovvero sulle braci di legna e carbone naturale. E poi antipasti di carni crude, salumi selezionati e finger food, hamburger gourmet prepararti al momento con ingredienti selezionati direttamente da me. Non mancano alcune pietanze vegetariane e per intolleranti di qualsiasi genere.



Mi parli un po’ dei sistemi di cottura? So che ne utilizzate anche di innovativi come il barbeque X-Oven. Come funziona?
X-Oven è il fulcro di Flame N Co, funziona solo con le braci, nessuna elettricità o sistema automatico. Da noi il cuoco fa il cuoco.

Mi parli un po’ dei burger?
Sono tutti fatti al momento, con carne scelta appena macinata, cottura sulla griglia e abbinamenti intriganti.



Qual è il piatto che assolutamente consigli?
Difficile chiedere ad un oste se il vino è buono. Comunque consiglio di provare la picanha e la bavetta, entrambe americane con Black Angus allevato a mais, ovvero carni con sapori intensi, di altissimo gradimento.



E il tuo preferito?
Il mio preferito è senza dubbio la BBQ Ribs, costine di maiale italiano, cotte in bassa temperatura e poi al BBQ, con la loro salsa in stile americano fatta sempre da noi.



Cosa si beve?
Ottimi vini e la birra artigianale di Sauris non filtrata, in 5 tipologie alla spina: Pils, Canapa, Ouber APA, Affumicata, Vienna Rossa.



Voglio ora una tua opinione: cosa pensi della cucina italiana nel 2018?
Sicuramente stiamo perdendo tutti la cultura della cucina classica, ma cambiano gli anni e le persone. Speriamo in un ritorno e soprattutto in una nuova passione per riscoprire la vera cucina italiana, da parte delle generazioni future.

Quali sono le tue passioni al di fuori della cucina?
Le automobili sono la mia grande e costosa passione.



Cosa non manca mai nella tua cucina privata?
Non manca mai la pasta, mi ritengo un cultore e grande appassionato dei primi piatti, capaci di dare emozione alla mente e al palato.

Qual è il piatto più buono che tu abbia mai mangiato?
Forse non il più buono ma quello della memoria è senza dubbio un pasticcio di pesce cucinato da mio padre quando avevo 5-6 anni, nei primi anni 70. Ho sempre il ricordo di quei sapori che mai sono riuscito a ripetere.

Hai dei nuovi progetti (lavorativi ma anche personali) da svelarci in anteprima?
I miei progetti sono al momento quelli di perseguire la strada condotta sino ad oggi, ovvero lo sviluppo e l’ampliamento di Flame’n Co, per passione e per orgoglio, ma sempre con umiltà e rispetto verso i clienti, i miei collaboratori e le materie prime che utilizziamo. Lavoro per una impresa di terzi, che mi ha dato fiducia e stima e non voglio assolutamente disattendere le loro aspettative. Ho il mandato per altre 10 aperture nei prossimi 4 anni, oltre al progetto franchising se lo riterremo percorribile.



Bene, in bocca al lupo, allora, Marco.

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scritto da:

Martina Vascellari

Letterata / Clubber / Street food addicted

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