​Al Casa Mia la miscelazione è “in rosa” tra italianità e ricerca

Pubblicato il 6 giugno 2018

​Al Casa Mia la miscelazione è “in rosa” tra italianità e ricerca

Luana Bosello, 34 anni, è la nuova barlady: stile classico che non smette mai di reinventarsi

Quando entro al Casa Mia la sensazione è sempre la stessa. Pare un po’ di sedersi nel divano di casa: atmosfera intima. Il motivo forse è la lista dei whisky: quasi 600 referenze, trovo sempre qualcosa di nuovo da assaggiare. Concorre a creare il mood anche la cucina sempre aperta, fino all’una e mezza di notte. Questa volta, però, c’è qualcosa di nuovo. E non è mica una novità da poco. Dietro al bancone c’è Luana Bosello, la nuova barlady.

Le chiedo subito se è già pronta la nuova drinklist: “La stiamo ultimando ma sarà una sorpresa”, mi risponde con tono convinto. E allora comincio a fare un po’ di domande, così la faccio conoscere anche a voi. Luana, 34 anni, torinese in pianta stabile a Milano, l’arte mixologist la conosce bene. Iniziamo da qui.

Cos’è per te la miscelazione?
“Semplicità del prodotto, stile classico e italianità”.

Stile classico, d’accordo. Ma sempre rivolto alla sperimentazione?
“La ricerca non finisce mai. Parto da una base e la interpreto di nuovo, seguendo la mia idea di miscelazione”.

Il suo curriculum è già una garanzia, sarebbe sbagliato farsi ingannare dall’età. Nel 2016 arriva in fondo alla Campari Barman Competition, l’anno dopo collabora alla pubblicazione del Calendario Campari, insieme ai migliori 14 bartender mondiali. Mentre parliamo, a Luigi Ferrario (nella foto al centro), 38 anni, il padrone di Casa insieme a Anahita Tokhmehchi (nella foto a destra), brillano gli occhi. “Ci conosciamo già da anni, è un piacere iniziare a lavorare con Luana”, mi confida. Io assaggio un Americano “rivisitato” e capisco subito che l’impronta della barlady diventerà il tocco di classe di tutta la cockatil list.

A proposito, qualche anticipazione sulla nuova lista estiva?
“Sarà semplice, ogni ingrediente si deve sentire in ogni singolo drink. La mia soddisfazione è che il cliente possa chiedermi un altro drink dopo il primo. Mi piace giocare a nascondere l’alcol”.

Ecco, segnatevi questo punto. Un cocktail deve essere semplice, il che non significa mai banale. Equilibrio e perfetto bilanciamento, ogni sorso sprigiona un tripudio di sapori, senza che nessun ingrediente prenda mai il sopravvento sugli altri.

Luana, se dovessi definire il tuo stile?
“All’insegna della tradizione e dell’italianità. Io non mi stanco mai di trovare nuovi abbinamenti”.

E’ già claim ambassador di Campari e, ovviamente, lo si ritrova nei cocktail. Come nella sua personalissima versione dell’Americano che in lista si chiama “A Lucky Roman Americano”, miscelato con Campari, Cinzano 1757 rosso, Cynar, peppermint bitter e soda al rosmarino. Nella nuova drink list c’è anche il "Crazy Mark", con Maker’s Mark Bourbon, limone, Spicy syrup, ginger beer, servito in tumbler alto.

Come trai l’ispirazione per creare nuovi drink?
“Parto da un classico perché la base deve essere ottima. Lo rielaboro e quando penso a come farlo, praticamente è quasi perfetto”.

Chiedo a Luigi qual è il cocktail preferito di Luana, mentre lei è all’opera e sta preparando il mio secondo drink, “a base di whisky”. “Daiquiri, noi l’abbiamo già soprannominata Lady Daiquiri”, mi rivela sottovoce Luigi.

E’ vero - conferma Luana -, ma mi piace molto anche l’Americano”. E per il soprannome non sembra per nulla infastidita. D’altronde Lady Daiquiri non è male, anzi. Ha quel qualcosa di esotico ma che alla fine esalta la sua predilezione per l’italianità dei prodotti. Paradossi e misteri della miscelazione.

Trovare una barlady preparata e creativa, in un mondo ancora in larga parte molto maschile, è sempre una piacevole scoperta.

Ecco, appunto: che differenza c’è tra un bartender e una barlady?
“Nessuna. Ma è sempre più difficile per una donna fare questo lavoro, anche oggi c’è ancora un po’ di diffidenza. Di colleghe donne dietro al bancone ce ne sono ancora troppo poche. E questo mi dispiace”.

L’aperitivo è filato liscio: ogni drink è accompagnato da appetizer gourmet, preparati al momento dalla cucina espressa. Prima di salutare, però, strappo una promessa a Lady Daiquiri.

Metterai una proposta a base di scotch nella prossima cocktail list?
“Sfida accettata, ci comincio a pensare!”.

Così io ho già una scusa pronta per tornare a bere una sciocchezza al Casa Mia. Che poi, detto tra di noi, non è che ne serva una. O meglio, ogni scusa è buona.

Ti piacciono questi articoli? Iscriviti gratis alla newsletter di 2night

  • GLI ADDETTI AI LAVORI
  • INTERVISTA

scritto da:

Fabrizio Arnhold

Il trucco per un buon aperitivo o una cena perfetta? Scegliere il posto giusto. Vi racconterò i miei locali preferiti, ma sempre con spirito critico, senza mai dimenticare che a Milano c’è tutto quello di cui si ha bisogno. Basta saper scegliere.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Casa Mia

    Viale Regina Giovanna 22, Milano (MI)

POTREBBE INTERESSARTI:

​Lo sai quali sono i piatti più popolari (e amati) delle 20 regioni italiane?

I risultati di un'indagine dedicata ai piatti regionali, da nord a sud.

LEGGI.
×