Krifò: Antonio Bianco si racconta

Pubblicato il 7 luglio 2018

Krifò: Antonio Bianco si racconta

11 domande per saperne di più sul padrone di casa

Una passione nata come hobby, che ha portato grandi risultati e tante soddisfazioni.
Krifò è il locale che non ti aspetti, così come non ti aspetti Antonio, che dopo tanto lavoro negli anni, ha deciso di dedicarsi al mondo del bar.

Come ogni proprietario che si rispetti, è sempre impegnato, ma sono riuscita a fare una bella chiacchierata con lui, per potergli fare qualche domanda e conoscere meglio chi c’è dietro il bancone di questo ormai gettonatissimo locale di Zollino.
Un ragazzo divertente e alla mano, che ha portato la prerogativa dello star bene nel suo locale.

Com’è nata la tua passione per i cocktail?
Da quando ero ragazzino, ho lavorato nel bar di paese a 14 anni. Pensandoci.. non si può neanche lavorare a 14 anni (ride).


Quindi è da lì che hai iniziato a lavorare nel mondo dei locali?
Direi di si. Diciamo che quando ero un ragazzino durante l’anno mi davo il cambio: per la stagione invernale lavoravo al bar, e d’estate ero su una pasticceria/gelateria che la sera proponeva serate con musica live, e questo mi ha stimolato tantissimo ad intraprendere poi questa strada. Nel 2011 poi, il pub di Zollino, dopo averlo rinnovato è diventato Krifò.

Quali sono i tre aggettivi che ti descrivono al meglio?
(Ride) Non ci avevo mai pensato, non saprei. Sono molto divertente, cioè nel senso che sono un festaiolo. Può bastarne uno?

Facciamo si dai (e rido anche io) Dimmi, qual è la tua bevanda alcolica preferita?
Ce ne sono molte, ma sicuramente direi il Campari.
Sai, ho anche fatto un corso da sommelier, completato tutti i livelli, ma purtroppo non sono mai riuscito a fare l’esame per i mille impegni lavorativi, ovviamente. Spero di trovare il tempo e il modo presto.


A tuo avviso, il piatto più goloso che servite da Krifò?
Sicuramente Hamburger con la scottona, che abbiniamo al cocktail Campari.


Mi hai messo un’acquolina in bocca! Ma torniamo un po’ indietro nel tempo, da piccolo qual era il tuo grande sogno?
Diventare ricco (e fa una lunga risata). No, in realtà ho studiato grafica, e la mia intenzione iniziale era quella di continuare in quel campo, ma qui al Sud anni fa trovare lavoro nel settore era praticamente impossibile, quindi poi è nata piano piano la passione per il bar, come hobby.. ed è diventata ora la mia vita. Avere un locale è molto faticoso, ma io amo stare a contatto con la gente, e passo la maggior parte del tempo qua, ovviamente, ma mi piace, per quanto sia impegnativo.

Il nome del locale: semplice affinità di termine o passione per il Griko?
No, diciamo che è tutto collegato alla Grecìa Salentina, per me era importante valorizzare la lingua e la terra. E poi è molto usato nel Paese.

Spostiamoci verso un po’ in piccole curiosità.. cosa fai la mattina appena ti svegli?
Voglio tornare a letto. (Ride ancora). Beh si “vorrei ri-addormentarmi”, ma poi faccio mente locale e penso a tutte le cose che ho da fare (ride di nuovo).

(rido anche io) Beh credo che sia il pensiero che accomuna un po’ tutti quanti. Qual è il miglior consiglio che tu abbia dato?
Dunque, il bar di suo rappresenta una fuga per molti. Noi siamo un po’ come gli psicologi: hai la possibilità di parlare con molte persone, di ogni tipo, ogni giorno ne senti di tutti i colori, ti ritrovi a dare mille consigli, che poi però rimangono lì. Tante volte devi far finta di non sentire.
A dir la verità, vengono soprattutto uomini che hanno litigato con le mogli (ride ancora). Quindi al momento te dici quello che reputi giusto, è come se la gente ha bisogno di te in quel preciso momento anche se in realtà a malapena ci si conosce.


Si, ho lavorato anche io spesso nei bar, so benissimo cosa intendi, e ti dirò era una parte che mi piaceva del lavoro. Tornando a noi.. chi sono le persone più importanti della tua vita?
Io non sono sposato, e non ho figli. Ma sicuramente la famiglia resta la parte più importante di me, in assoluto.. soprattutto a seguito di una perdita, quando il legame unisce di più.

Concludiamo in bellezza.. qual è il più bel ricordo del tuo locale?
Sicuramente l’inaugurazione.. e il momento dell’abbraccio con mio padre.

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scritto da:

Martina Brachetta

Studentessa di lingue straniere in trasferta dalle Marche per completare il mio bagaglio di esperienze. Innamorata della vita, cerco di non fermarmi mai, sempre con la valigia pronta, amo viaggiare, uscire e conoscere persone con cui condividere pensieri e situazioni, aggiungiamo buon cibo e momenti indimenticabili et les jeux sont faits! Il mio motto da sempre? Only good vibes.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Krifò

    Via Montello, Zollino (LE)

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