​Intervista a Gabriella e Alessandro di E Caplét

Pubblicato il 10 luglio 2018

​Intervista a Gabriella e Alessandro di E Caplét

Non è facile chiacchierare e intervistare chi ti porge da assaggiare passatelli e cappelletti al ragù, crescione e torta al cioccolato… Infatti, Alessandro e Gabriella di E Caplét a Verona hanno dovuto ripetere più volte i concetti che mi stavano spiegando, perché le pietanze tipiche romagnole con cui mi hanno nutrita mi hanno fatto perdere la concentrazione! C’è aria di casa e di un posto vero in cui fare una pausa tutta diversa, in questa bottega di pasta fresca nata con il sogno di portare nella nostra città lo stile dei pastifici del ravennate, in cui c’è una magica signora, la Az’dora, che impasta a mano la sfoglia e poi, quando te la vende da portare a casa, te ne cuoce una porzione da assaggiare sul posto. Tutto questo rivive a Verona da E Caplét, bottega di prodotti tipici romagnoli, una gastronomia d’asporto in cui ritirare (ma anche assaggiare), in cui la pasta fresca è al primo posto, fatta rigorosamente a mano da Alessandro seguendo le antiche ricette di famiglia di Gabriella: cappelletti e cappellacci, lasagne e tagliatelle e tutti i formati tipici di pasta fresca, da condire con ragù tradizionale e sughi del giorno, gli strepitosi passatelli da fare in brodo, fritti oppure con sughi diversi, e poi la vera Piada romagnola e il Crescione farciti solo con affettati e formaggi DOP.

Da dove nasce l’idea di E Caplét?  

Gabriella: Io sono romagnola, il mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di avere un chiosco di piadine ma a Verona è difficile aprire un’attività di street food, così abbiamo optato per una botteghina di pasta fresca seguendo la tradizione di famiglia. Tutto è nato quando ho trovato nella vecchia casa di mia madre il suo ricettario, e ho sognato di mandare avanti la tradizione romagnola anche qui, è una cosa nuova e bella!

Erano ricette di famiglia?

Gabriella: Sì, sono un ricordo carissimo di famiglia, tutto su carta ingiallita… Qui abbiamo tante ricette per gli impasti della sfoglia, proprio perché erano quelle che mia madre ha raccolto nel corso della sua vita prendendole dalla tradizione, erano le ricette della mia nonna e della mia bisnonna, è una storia di grande valore incentrata sulla pasta.

E Caplét non è un semplice pastificio…  

Alessandro: Qui si può anche assaggiare e degustare come si fa nei pastifici di Ravenna, dove la signora detta “sfoglina romagnola” oppure “az’dora” tira la sfoglia a mano e te ne cuoce anche una porzione da portare a casa.

Vetrina e posizione sono importanti per la vostra attività?

Alessandro: Certamente, sono il nostro biglietto da visita con cui incuriosiamo le persone, tanti turisti fotografano le nostre vetrine. Questo ambiente ci è piaciuto anche perché è una bottega d’angolo, e c’è il vecchio detto veronese che dice: “Botega de canton fà schei ogni c…n”!

Qual è il momento più importante della giornata?  

Alessandro: Sicuramente i momenti più importanti sono quelli legati alla pasta, gli orari del pranzo e quello prima di cena, quando la gente è stanca dopo il lavoro e passa di qui per portarsi a casa una bella porzione di pasta fresca. Invece in estate è diverso, è tutto più casuale.

Com’è lavorare insieme tra moglie e marito?

Gabriella: Ci siamo divisi bene i compiti e ognuno fa il suo: io mi occupo di organizzazione e immagine, mio marito sta in cucina.
Alessandro: La divisione dei compiti è venuta naturale rispetto alle nostre inclinazioni, poi sintetizzando il discorso della Gabri, lei è la testa io il braccio! Io sono uno che prova con le mani, uso il metodo sperimentale!

Qual è il piatto forte di E Caplét?  

Alessandro: Sicuramente il classico Cappelletto al ragù.
Gabriella: Eh ma anche il Passatello… Va a seconda della stagione: col caldo il Cappelletto va per la maggiore, ma poi il Passatello è il numero uno perché si può preparare in mille modi, noi lo facciamo anche fritto da aperitivo, abbinato al Lambrusco di Sorbara è una bomba!
Alessandro: Voglio ricordare che tutto quello che si può prendere qui si prepara a casa in dieci minuti, anche la persona stanca può mangiare bene con pochissimo sforzo!

Si abbina così la domanda è obbligatoria: proponete qualche vino speciale?

Alessandro: Teniamo i vini tradizionali romagnoli, il Sangiovese e il Lambrusco di Sorbara.

Ci raccontate la storia di uno dei vostri ingredienti?

Gabriella: Usiamo soltanto Parmigiano Reggiano DOP invecchiato oltre i 30 mesi, come vuole la tradizione, che proviene unicamente da un posto che si trova fra Mantova e l’Emilia, la lavorazione di quel formaggio fatta in quel modo e invecchiato secondo certi parametri è fatta soltanto lì, è unica in tutto il mondo.
Alessandro: Ogni produttore di formaggio ha un suo numero detto Casello, è l’attribuzione della sua produzione, e in quella zona ci sono soltanto due caselli con due produttori che stagionano a 30 mesi.

Qual è il sogno di questo locale?  

Alessandro: Assolutamente quello di reintrodurre la tradizione della pasta fresca come si faceva una volta.

Come si sente la persona che viene qui?

Alessandro: La prima cosa che si sente entrando da E Caplét è il profumo: tutti rimangono subito colpiti dal profumo della pasta, che crea un’atmosfera unica.

Che cosa vi piace fare insieme al di fuori del locale?  

Gabriella: Ci piace sciare e fare vacanze di famiglia in barca a vela, abbiamo fatto tantissimi viaggi con le nostre figlie, sia per mare che al lago.
 
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scritto da:

Camilla Cortese

Due lauree, otto redazioni, sette lavori, un licenziamento, due romanzi. Una casa, due gatti, trenta piante, milioni di parole. Del più brutto libro della storia salvo il titolo: Mangia (tutto), prega (la tua psiche), ama (te stesso e chi lo merita).

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