Flavian Kastrati di Cafè Royale: perché il cocktail deve farti stare bene e altre confessioni

Pubblicato il 28 novembre 2018

Flavian Kastrati di Cafè Royale: perché il cocktail deve farti stare bene e altre confessioni

Identikit del barman che sa dosare i distillati come le parole

Mentre chiacchiero con Flavian, seduta vicino al bancone di Cafè Royale, ci scambio per coetanei. Penso, senza smettere di prendere appunti, che di trentenni così allegri, seri e professionali non ce ne sono poi molti. Flavian, assieme al socio Gheorghe, gestisce il lounge bar Cafè Royale da un anno e mezzo con uno staff che oscilla dalle 6 alle 15 persone. La smisurata passione per il mondo dei cocktail non lo distoglie dagli impegni manageriali. Occuparsi di un locale che offre colazione, cena, aperitivo e dopocena - con tanto di party il venerdì sera - richiede energie, organizzazione, dedizione. Siamo quasi alla fine dell'intervista quando gli chiedo l'età, a solo scopo di cronaca. Quando Flavian sillaba il numero 23, quasi mi cade la mascella. Ma credo di aver dissimulato bene.

Prima che ve lo chiediate, Flavian non sembra più adulto perché ha qualche ruga in più o qualche capello in meno, sono le parole a fare la differenza: attente e misurate, proprio come gli ingredienti dei suoi drink.

Ciao Flavian, addentriamoci nell'universo cocktail con una domanda secca: come te la cavi con il flair?

Sono alle prime armi, mi alleno molto con i video e mi piace. Mi riesce anche bene!

Qual è il tuo cocktail preferito?

Da bere il Daiquiri, da fare invece ... tutti. Perché se ami davvero il tuo lavoro di barman è bello realizzare qualsiasi cocktail.

Esiste un cocktail che non passerà mai di moda?

Direi l'Americano. Qui al Cafè Royale va molto forte per l'aperitivo, assieme allo spritz e al calice di prosecco.

Al Cafè Royale, oltre ai grandi classici, preparate anche dei cocktail ideati da voi, che cambiano a rotazione. Da dove prendi l'ispirazione per le nuove creazioni?

Dal mio lavoro qui al bancone, dal contatto con i clienti. Il tempo che trascorro al Cafè Royale è moltissimo, questo posto è vita. Così ho il tempo di dare sfogo alla mia creatività provando nuovi mix che spesso faccio assaggiare ai clienti. La loro opinione è importante, il cocktail che bevi deve soddisfarti.

A proposito, toglimi una curiosità: come si riconosce un cocktail ben fatto da uno fatto così così?

Quando lo bevi. Ogni cocktail ha le sue dosi, un suo equilibrio, se è sbilanciato o troppo carico di alcol va bene solo per chi vuole "bere tanto per bere". Un cocktail ben fatto invece ti fa stare bene, si beve con piacere e senza fatica. Io lo capisco anche da come si presenta il barman, spesso la trascuratezza nei movimenti e nell'approccio è sintomo di poca cura nella realizzazione dei cocktail.

Il primo impatto corrisponde alla sostanza?

In questo ambito, spesso è così.

Come hai iniziato ad appassionarti al tuo lavoro?

Un po' per esigenza lavorativa, un po' per passione. Ho frequentato la scuola alberghiera iniziando, in parallelo, a lavorare in ristorante all'età di 16 anni; ho molti amici che lavorano nella ristorazione in locali rinomati e io, dopo aver fatto le mie esperienze nel settore a Venezia e a Parigi, ho colto quest'ultima opportunità lavorativa con il mio socio Gheorghe. Riesco a dare sfogo alla mia creatività e sono un sostenitore assoluto del saper bere bene e del saper fare bene da bere.

Come ti vedi fra 10 anni?

Oltre a Cafè Royale, mi piacerebbe aprire un ristorante - me ne intendo perché ho lavorato anche in cucina - con cocktail bar. Immagino una cucina selezionata e particolare, un'offerta che difficilmente si trova in giro. Ma vorrei anche tentare con un piccolo bar, per 30-40 persone al massimo, dove servire drink totalmente home made, anche con bitter fatto in casa.

Piccola nota, Flavian si imbarazza un po' e chiede aiuto alla sua ragazza, che sta lavorando dietro al bancone. È lei dargli il giusto imput per raccontarmi i suoi sogni nel cassetto.

La nuova moda del food pairing ha contagiato molti ristoranti e cocktail bar. Cosa ne pensi?

È una materia interessante quella dell'abbinamento cibo-cocktail, e potrei esplorarla nei miei futuri progetti. Per ora amo mangiare bene: vado sempre dal mio caro amico del Bistrò Da Cici e non do nemmeno uno sguardo al menù: mi faccio consigliare sui piatti e gli abbinamenti con il vino. La fiducia verso i professionisti è una cosa bella. Spesso, al Cafè Royale, invece di ordinare un cocktail preciso, i clienti mi dicono i loro gusti e in base a quelli posso confezionare il drink perfetto . "Fai tu" è musica per le mie orecchie!

Un buon proposito per il nuovo anno?

Non li faccio mai, preferisco il qui e ora. Mi auguro che vada tutto bene, fino alla fine di quest'anno, poi si vedrà.

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scritto da:

Martina Tallon

Amo mangiare ma sono sempre a dieta, non riesco mai a stare ferma anche se alla guida sono un pericolo, adoro andare per locali però sono un po' tirchia. Le contraddizioni sono il mio pane quotidiano: mai prendersi troppo sul serio.

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