​Cocktail e musica. Da Gramm la sinfonia finisce nel bicchiere

Pubblicato il 6 dicembre 2018

​Cocktail e musica. Da Gramm la sinfonia finisce nel bicchiere

Niccolò Mazzucchelli ci racconta il nuovo locale dove #berebene sui Navigli

Appena entri la sensazione è quella di tornare indietro nel tempo. Gramm sta per grammofono, e lo vedi lì sistemato proprio all’ingresso del nuovo locale in Ripa di Porta Ticinese. Mi accoglie Niccolò Mazzucchelli, 32 anni, che dallo scorso luglio si è buttato in una nuova avventura professionale. “Ho sempre abitato sui Navigli, non potevo che partire da qui”, mi racconta mentre mi accomodo al bancone. “Cosa bevi?”. Per una volta lascio da parte il whisky all’ora dell’aperitivo, il dehors brulica di gente, all’interno l’atmosfera è più intima. Prendo un Gemola Tonic, ispirato al King Arthur di Henry Purcell, con Tanquery Gin, cordiale al Cardamomo, acqua tonica, Peychaud’s bitter, scorza d’arancia e profumo di cannella. Cocktail e musica. Iniziamo da qui.

Niccolò, come nasce la cocktail list?
“Sin dal nome abbiamo voluto creare un collegamento tra il locale e il mondo della musica. La lista dei cocktail è ispirata ai grandi compositori di musica classica, proprio per sottolineare il legame”.

Dietro il bancone c’è Mattia Scaglioni, giovane bartender che ha dato il suo contributo creativo per la lista dei signature. Il menù sembra un libro di storia, ogni cocktail è spiegato iniziando dalla vita del compositore. Mozart, Vivaldi, Chopin, Beethoven, in totale una decina di drink più qualche proposta fuori lista.

Perché la musica è al centro del locale?
“Io sono un musicista e volevo ritrovarla in ogni singolo drink”.

Niccolò, originario di Massa Carrara, è a Milano dal 2015. Una laurea in architettura a Firenze e un master in design. Il Gramm è il primo locale che apro. Mi è piaciuto l’approccio dei clienti e l’apprezzamento per i nostri cocktail”, racconta con una punta di soddisfazione. Il cocktail bar dista pochi metri dal Mag, non lontano dal Rita. Insomma l’ambizione è quella di diventare un posto sui Navigli dove bere bene. Ma non un drink qualunque. L’attenzione per quello che finisce nel bicchiere si ritrova nella selezione premium dei distillati e nelle preparazioni homemade.

Ogni cocktail è una sinfonia di gusto e sapori. Una qualità da mettere in luce della lista?
“L’abbiamo scritta solo in italiano per sottolineare l’autenticità. I nostri clienti internazionali potranno trovare la descrizione dei cocktail in inglese su Instagram”.

L’ambiente è ricercato, sembra un salottino vittoriano, con un’aria vagamente vintage. Domina il marmo, quello che arriva direttamente dall’azienda di famiglia, sul bancone e sui tavoli. Le pareti sono verde bosco, la luce è soffusa e stimola la chiacchiere vis-à-vis. C’è poco spazio, giusto una quindicina di posti all’interno, e una trentina fuori. Ne guadagna l’intimità e la sensazione di familiarità che si crea quasi istantaneamente.

Come si deve sentire un cliente da Gramm?
“A casa. Ci teniamo molto che qui ci si senta come nel proprio salotto. Tanto che lo abbiamo scritto anche sulla copertina della nostra lista, come una sorta di benvenuto”.

Niccolò parla sempre al plurale. E non per caso. “Per me è importante tutto il team che lavora da Gramm, siamo una squadra che funziona proprio perché uniamo le forze”.

Il mio cocktail è quasi finito, scivolato via tra una chiacchiera e l’altra senza fatica. Ne vorrei prendere un altro, magari a base di whisky. Ma no, avevo detto che per oggi all’aperitivo - qui servito con un tagliere di salumi e formaggi al tavolo - avrei rinunciato al malto. Chissà perché poi.

Prima di salutare, c’è ancora tempo per la domanda di rito. Quali sono i progetti futuri?
“L’ambizione è quella di diventare un punto di riferimento del bere bene a Milano”.

E non c’era modo migliore per iniziare.

(Nella foto di copertina Niccolò Mazzucchelli)

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scritto da:

Fabrizio Arnhold

Il trucco per un buon aperitivo o una cena perfetta? Scegliere il posto giusto. Vi racconterò i miei locali preferiti, ma sempre con spirito critico, senza mai dimenticare che a Milano c’è tutto quello di cui si ha bisogno. Basta saper scegliere.

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