Anno del maiale o anno del cinghiale? Cucina sia cinese che giapponese in questi 7 locali del trevigiano

Pubblicato il 22 marzo 2019

Anno del maiale o anno del cinghiale? Cucina sia cinese che giapponese in questi 7 locali del trevigiano

Il 2019 in Cina è l'anno del maiale, in Giappone quello cinghiale, animali in qualche modo imparentati, come, in fondo, le culture culinarie dei due Paesi (per lo meno per qulche ricetta, ingrediente, metodo di preparazione).
Ma veniamo a noi e parliamoci chiaro: oggi è ancora sempre il sushi, quello che tira. Se nei remoti anni ’90 la Treviso alternativa impazziva per riso alla cantonese, involtini primavera, ravioli al vapore, pollo alle mandorle ed anatra laccata alla pechinese (in posti che fecero la storia come l’Hong Kong, La Grande Muraglia e il Bambù), oggi è la cucina giapponese a rappresentare la proposta etnica di gran lunga più gettonata. Tuttavia, essendo la maggior parte dei locali orientali gestiti da ristoratori cinesi, in alcuni di questi fa capolino una gran bella selezione di pietanze di entrambi i Paesi. Un po’ come se uno chef italiano aprisse un ristorante francese all’estero: non avrebbe forse ragione ad affiancare un bel piatto di spaghetti e lumache alla bourguignonne di escargot?

Dove Cina e Giappone incrociano l’Italia

All-you-can-eat da 16,90 a pranzo e 24,90€ a cena, oppure un menù à-la-carte che impreziosisce la cucina nippocinese con raffinate influenze occidentali: scegli tu. Al Dinzu di Quinto, Tokyo e Pechino amoreggiano tra loro per poi flirtare con Roma e Venezia, all’insegna di una proposta fusion che diventa sempre, tutte le volte, un fantastico giro in giostra. Denominatore comune la carta dei vini, selezionata chirurgicamente da un sommelier… Italiano, ovvio.

Cina e Giappone vista mura

Menù all-you-can-eat ad appena 10.90 € per il pranzo e 19.90€ per la cena. Nonostante i prezzi bassi, bloccati da anni, l’Arekusushi di Treviso centro, zona Porta Fra’ Giocondo, riesce a stupire con l’equilibrio tra sapori e cottura di tutti i suoi piatti cinesi e giapponesi, e una qualità generale che di “low-cost” ha ben poco. Se ci aggiungi la posizione, con tavolini all’aperto e vista sulle mura cittadine, non hai davvero motivo di non provare questo localino (fortunatamente snobbato da molti e quindi mai strapieno).

Gli specialisti della tempura

Non me ne vogliano gli altri ristoratori nippo-cinesi: come mangi la tempura al Sakura, non la mangi da nessuna parte. La pastella leggera e croccante che riveste gamberi e verdure di questo piatto (declinato in più varianti) può risultare spesso troppo pesante o indigesta: non in questo gradevole ristorantino di via S. Antonino, dove a friggere cibo cinese e giapponese sono da sempre maestri.

Il nippocinese giovane e moderno

In pochissimi anni ha raccolto gran bei consensi il Sanshi: ma non parliamo, stavolta, del ristorante nippocinese in strada ovest a Treviso; bensì del locale di Mogliano Veneto: fresco di ristrutturazione, col suo nuovo giardino estivo, questo Sanshi moderno e suggestivo ti consente oggi il lusso di scegliere davvero qualsiasi piatto delle due cucine. All-you-can-eat a 13,90€ a pranzo e 22,90€ a cena, oppure take away col 20% di sconto. Da sottolineare un inconfondibile indicatore di qualità: le pietanze d’alto livello vengono riservate però solo al menù alla carta.

Barche e atmosfera in pieno centro

Un all-you-can-eat di spessore. Corposo spessore. Lo Xiao 3 di Via Manin si è ritagliato la sua brava nicchia di affezionati perché è il perfetto crocevia tra i budget restaurant, dove imitare Goku o Ranma scafandosi di ramen e uramaki spendendo un'inezia, e quei sushi fusion destinati invece a chi ha voglia di spendere un (bel) po'. Locale di grande atmosfera, in pieno centro storico, dove basta una barca gigante colma di prelibatezze per impiattare, anzi imbastire una cenetta romantica in chiave di Sol Levante.

Il più amato dai ragazzi

E poi Kirin, il il sino-giappo low-cost d’atmosfera, vicino al cavalcavia di San Giuseppe. Scegli un tavolo interrato nella zona tatami, oppure chiedi un posto in prima fila dinanzi alla cucina a vista, dominata dal possente chef con gli occhi a mandorla, che brandisce pirotecnico il suo santoku. A quel punto impugna menù e bastoncinie sbizzarrisciti tra spaghetti di soia, ravioli al vapore, spring rolls, sushi mix, uramaki e chi più ne ha più ne metta. Un consiglio da amico: prenota sempre. Sempre!

I maestri del take away con gli occhi a mandorla

Quando nel 1997 aprirono in Piazza San Leonardo, tutta Treviso impazzì. All'epoca era il primo cinese d'asporto e proponeva un servizio impeccabile, porzioni abbondantissime, prezzi competitivi ed una grande varietà del menù. Oggi, col nome di Ji Xiang, la stessa rosticceria orientale si trova in Viale Montegrappa, e ha implementato la carta con una proposta giapponese di tutto rispetto: il menù è perfettamente double-face, con la parte chiara recante decine di specialità cinesi, e quella scura ricca di altrettanti antipasti, primi, secondi, contorni e dolci giapponesi. Punto di riferimento per il take away, il locale oggi è anche ristorantino, con una bella saletta zen da 30 coperti. E se raggiungi i 38 euro di spesa, ti regalano i dolcetti della fortuna o la birra Tsingtao. A te la scelta!


Immagine di copertina: Dinzu pagina Facebook

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scritto da:

Alvise Salice

Con lo pseudonimo di Kintor racconto da anni i miei intrattenimenti. Sport e hi-tech gli amori di gioventù; mentre oggi trovo che viaggiare alla ricerca di culture, gusti e sapori della terra sia la cosa più bella che c'è. O magari la seconda, via.

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