Cucina giapponese, cantina italiana. Zuppe tradizionali, ravioli, donburi e altre specialità del Sol Levante, accompagnate da vini selezionati e studiati ad hoc. A proporre l'insolito e stuzzicante abbinamento è Ramen Girl, il ristorante e wine bar che racconta l'unione fra i mondi di Miyako Taguchi ed Emilio Tartaglia, coppia nella vita e nel lavoro. Una cucina etnica, più che fusion con l'unica eccezione del Motsu Nikomi, ovvero il ramen al lampredotto.
Come da insegna, il Ramen è l'argomento forte di questo ristorante: dal piccante Buta Kimchi al classico Shoyu-Ciasciu, da quelli con carne di maiale al vegetariano Miso Ramen. In menu anche piatti vegano e gluten free, per una proposta assolutamente inclusiva. In carta anche piatti su richiesta come l'Okonomiyaki, la “pizza giapponese” con cavolo cappuccio, porri, germogli di soia, uova, carne di maiale, katsuo Bushi, salsa agrodolce e maionese, e i Maki Sushi, rotolini di riso giapponese e alga nori a cui si aggiungono pesce (non crudo) e verdure. In primavera torna fra le proposte il donburi, che sarebbe il poke giapponese, nelle varianti con tonno fresco, salmone marinato in casa, tofu, gamberi (con riso Venere).
Per ogni piatto, vengono suggeriti in abbinamento vini italiani, dal Trento Alto Adige alla Sicilia, dal Friuli Venezia Giulia alla Sardegna, passando per Piemonte e Basilicata, e selezionate etichette internazionali con Francia, Nuova Zelanda e Stati Uniti su tutte. Non manca, ovviamente, una selezione di sakè. Le polpettine di Takoyaki (verdura, polpo) e Tsukune (pollo) accompagnano l'aperitivo, dove spiccano cocktail preparati con liquori come il Midori, ma anche con vodka, gin e whisky giapponesi. Nello staff, la fedelissima è Yukie Kosaka, punto fermo della cucina. Nella bella stagione, sono disponibili anche tavoli esterni.
