​Qual è il bilancio a un anno dall’inizio della crisi? Il mondo della ristorazione risponde

Pubblicato il 19 marzo 2021 alle 07:12

​Qual è il bilancio a un anno dall’inizio della crisi? Il mondo della ristorazione risponde

A un anno esatto dall’entrata in lockdown, ci siamo rientrati. E il mondo della ristorazione non vede la fine del tunnel.

Non c’è giorno che telegiornali e stampa non ci ricordino come il settore dell’ospitalità e del foodla pandemia sia stato investito da una grossa crisi economica dovuta dalla pandemia.  Soprattutto è forte il grido di allarme della categoria attraverso i social. Ma come stanno le cose a un anno di distanza?

Se nella prima settimana del 2021 i ristoranti stellati aperti erano il 28%, alla data del 14 febbraio 2021 si sono registrati fornelli accesi appena per il 31% delle attività. Un quadro addirittura peggiore rispetto alla chiusura di 2020, quando risultava aperto il 36% dei ristoranti stellati. A registrarlo la Guida Michelin, che monitora di settimana in settimana i livelli di apertura nei singoli Paesi. E i nomi noti, sentiti da finedininglovers.it, cosa dicono?

La Famiglia Cerea - titolari del ristorante Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo), Tre Stelle Michelin - spiegano come sentendosi impotenti di fronte al virus hanno tentato di partecipare agli sforzi della città  per contrastarlo, nel loro caso usando i mezzi che conoscono che vuol dire"...sia con il servizio di mensa per il personale dell'ospedale da campo allestito dagli Alpini che con la distribuzione delle derrate alimentari in eccedenza alle famiglie in stato di bisogno, abbiamo voluto testimoniare la nostra vicinanza alla comunità bergamasca che ci ha sempre sostenuto". Tuttavia guardano con ottimismo al nuovo anno grazie anche alle novità "a partire dall'avventura di DaV Mare allo Splendido Mare di Portofino, quindi siamo fiduciosi che ci sarà una lenta ma inesorabile ripresa".

Andrea Berton, chef e patron dell’omonimo ristorante di Milano parte evidenziando qualcosa di tristemente vero e sotto gli occhi di tutti "La situazione non è molto cambiata: eravamo chiusi a marzo 2020 e lo siamo pure a marzo 2021" e poi sottolinea soprattutto la questione ristori "Adesso stiamo aspettando di capire se ci saranno dei ristori come dicono, perché altrimenti la situazione si sta aggravando molto. Con il nuovo presidente del consiglio Draghi sembrerebbe ci siano dei sostegni, ma attualmente non si sa ancora nulla di preciso: non sappiamo se ci saranno degli aiuti economici per la chiusura e per la perdita di fatturato e per le difficoltà che stiamo vivendo".

La voce delle pizzerie è quella di Franco Pepe, maestro di Pepe in Grani a Caiazzo, e che sin dalle prime ore della pandemia si è adoperato per portare conforto ai meno fortunati con opere di volontariato, senza spegnere mai il forno. Racconta: "Abbiamo capito che ci sono tante incertezze dal punto di vista scientifico e a tutela della salute, ma ci siamo anche accorti che noi ristoratori siamo un po’ gli invisibili della società, siamo stati tra le categorie più penalizzate e non abbiamo modo di comunicare con le istituzioni”. E ancora: “… Certo, andremo avanti, ma con tante delusioni dentro. Possibili soluzioni? La ripartenza sarà basata sul nostro senso di responsabilità e professionalità. E spero nel tempo di trovare sulla mia strada degli interlocutori giusti che possano rappresentare me di fronte alle istituzioni”.

E la voce dei bar? Ecco Guglielmo Miriello, bar manager di Ceresio 7 a Milano che spiega: "Il bilancio è disastroso. È stato un anno difficile: sembrava di essere in ripresa, e invece a marzo 2021 siamo di nuovo ripiombati nella ennesima chiusura. Capisco l’emergenza sanitaria, ed è giusto avere delle misure di prevenzione, ma - mentre i ristoranti e i bar sono chiusi - è successo di tutto e di più, come gli assembramenti in Darsena e sui Navigli".

L'articolo di Fine Dining Lovers
Foto di copertina by Mariah Solomon on Unsplash

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scritto da:

Maggie Ferrari

I miei ricci parlano per me. Scatenata e bizzarra la notte, frenetica e in carriera di giorno. Toglietemi tutto ma non i miei apericena in centro e la malinconia del weekend, quando mi manca Milano.

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