Chi vive dietro la regia di locali e ristoranti lo sa: non è possibile vivere in maniera programmata e sicura. Al Barbanera mi hanno fatto un esempio molto semplice e intuitivo per entrare nell’ottica di chi, da una vita, è in questo mondo: “combattiamo tutte le sere con il dubbio e le incertezze, per questo abbiamo costruito nel tempo una corazza molto resistente!”.  

Il Coronavirus è stato un’incognita, qualcosa che ha distrutto chi non ha avuto la possibilità di stringere i denti e trovare una soluzione. Ma la stessa incognita non la ritroviamo tutti i giorni? Quando si investe tutto su una serata, prevedendo un enorme successo, e poi si presentano poche persone? Oppure quando, piacevolmente, succede il contrario.

Come i veri pirati che non temono la tempesta


Se prima la metafora con il mondo piratesco poteva riferirsi alla location del Barbanera (e del suo volto estivo de Il Covo del Tesoro), ora il titolo di coraggiosi avventurieri che rimangono in piedi dopo una terribile burrasca se lo sono proprio guadagnati. Inarrestabili durante il lockdown, sono riusciti a rimodulare tutta la loro struttura e routine per portare a casa birre artigianali e prelibatezze così uniche da non poter essere replicate in casa.

Un'estate diversa


Il boom estivo appena trascorso è stato diverso, fuori da qualsiasi ipotesi. La struttura stessa del Covo del Tesoro ha permesso comunque di organizzare serate a tema con esibizioni dal vivo. Si riparte da qui, pianificando il futuro ma senza sbilanciarsi troppo. Ecco quindi il successo del djset anni 80-90, la serata bavarese, quella spagnola e quella dedicata ad una birra particolarmente speciale. A proposito di birre ricordiamo che, in entrambe le sedi, il luppolo è parte integrante dell’intera filosofia piratesca: ben dieci birre alla spina rendono alquanto difficile la scelta con le diverse proposte food.

Cultori della birra


A guidarci tra gli spillatori c’è uno staff intero che sa (e ci tiene particolarmente a sottolinearlo) come si serve una birra “con tutti i crismi”. Dalla conservazione alla preparazione, ci spiegano, “se qualcosa va storto, se si conserva per troppo tempo la birra in un fusto, il sapore cambia”. È questo tutto il principio della scelta di ridurre a dieci le birre spillate (dalle quattordici iniziali). Parola d’ordine: qualità, non si rinuncia mai ad essa. Facciamo spazio quindi a birre come la Frenziskeiner e la Brewdog solo per citarne due.

Tutto molto bello… ma quando si mangia?  


Abbiamo ridotto poco rispetto all’anno scorso” ci raccontano “ma, per creare maggiore interesse ed incuriosire i nostri clienti, abbiamo deciso di inserire dei fuori menu con specialità settimanali".
Rimangono comunque ben saldi gli evergreen come i bocconcini di cavallo (una certezza da ormai 24 anni), pizze e gustosi frittini. Ma… non c’è pirata senza rum! Un pub piratesco che si rispetti deve prevedere una copiosa lista di rum: la carta del Barbanera, Covo del Tesoro ne conta una quindicina, sempre disponibili.

Pirati sì ma diligenti


L’ottimismo di questo locale farebbe cambiare idea anche al peggiore dei disfattisti. “In questo lavoro è così” ci dicono “Oggi organizzi un evento, domani non organizzi nulla e viene il doppio della gente”. Sarebbe sciocco pensare che il lockdown non li abbia per nulla toccati: abituati a vedere fiumi di gente tutti i giorni, passare a questo è di certo insolito. Ciò di cui vanno fieri è tutt’ora il rispetto rigoroso delle norme di sicurezza, sia sul proprio personale che a volte anche sui clienti. Menù digitalizzati, prenotazione obbligatoria e distanziamento sociale continuano imperterrite ad essere rispettate anche quando c’è chi vorrebbe abbassare la guardia a tutti i costi: al Covo del Tesoro e al Barbanera si naviga in acque sicure.

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