Niente ristorazione classica, tanta Puglia in bottiglia e grande esperienza tra i tavoli: ecco dove tornare a brindare nel prossimo, più roseo, futuro

«Non è proprio fame, ma più voglia di qualcosa di buono». Ce lo ricordiamo tutti, il tormentone con cui la signora in giallo angariava il povero autista Ambrogio. Ebbene, appagare quella voglia nella realtà è una missione possibilissima. InAlto, a Bari, nasce proprio con l'obiettivo di saziare senza appesantire. Niente ristorazione classica, ma un tripudio di taglieri e piatti leggeri, pensati anche per essere condivisi.


Ma sui bellissimi tavolini alti nel dehors il protagonista è il vino: più di 80 etichette tra cui scegliere (per lo più pugliesi) con una belle collezione di bottiglie naturali e belle birre artigianali tra cui curiosare. Per gli abbinamenti – che sì, ci piacciono, ma di cui si può fare anche a meno – meglio affidarsi alla guida esperta di Alessandra.


Il primo passo è la degustazione di focacce: non c'è sosta e vero ristoro qui se non ci si delizia con i tranci sormontati da zucchine, capocollo di Martina Franca e burrata. E non aspettatevi soffici e bianchi “guanciali” di pane in cui affondare. Qui siamo a Bari e la focaccia è rigorosamente sottile, scrocchiarella con qualche concessione alla morbidezza solo nel cuore dell'impasto. Una vera e propria metafora del cuore delle persone di questa città.


Il prosciutto è morbidissimo, la burrata succosa, il pomodorino sa di sole ed estate. La zucchina è vestita di olio evo a crudo, rigorosamente De Carlo. Alessandra consiglia: un vino rosso, di corpo, come il Primitivo Torcicoda 2016 di Tormaresca.


Non c'è vineria senza un buon tagliere. Quello proposto da InAlto è fatto di salumi e formaggi, rigorosamente del territorio, accompagnati da miele e miele mostardato. Da non perdere lo speck cotto alle erbe alle di Eatria, unico fornitore del locale. Poi si passa a leccarsi le dita con una selezione di caciocavallo: tra classico, piccante e pecorino semistagionato c'è da perdere la testa.


Siamo a Bari, non può mancare l'omaggio al re della banchina: il polpo. Il Panino del mare protegge un cirro di polpo croccante, con stracciatella, cicorie, succoso pomodoro infornato, il tutto racchiuso dal profumo di timo e pepe rosa.


Far scrocchiare e non crollare la Frisa Federico non è impossibile. Il capocollo di Martina Franca, la burratina e il pomodoro confit si sposano perfettamente con il Tramari Rosé di Primitivo Salento I.G.P. 2019 di Cantine San Marzano.


Non mancano i dolci. Sfruttando la vicina cucina della Locanda di Federico, ci si può far tentare dal Tiramisù della Locanda, che vi schiaffeggerà con gli aromi dell'Elisir S.Marzano Borsci, oppure con un fast dessert veracemente barese come lo Sporcamuss.


Io, nel dubbio, li ho presi entrambi.

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