Lo Speakeasy di Bardolino Dove il Tempo Si è Fermato. La mia esperienza allo Swing.

Pubblicato il 23 dicembre 2018

Lo Speakeasy di Bardolino Dove il Tempo Si è Fermato. La mia esperienza allo Swing.

Entri e vieni catapultato in uno speakeasy, un club americano degli anni ‘20. Ti aspetti che, da un momento all’altro, Louis Armstrong possa fare la sua comparsa. Lo immagini avvicinarsi alle pareti, scrutare ogni strumento appeso ed infine staccare dal muro la trombetta e soffiarci dentro, trasformando un fiato in un ritmo contagioso.
Purtroppo Armstrong non è realmente sceso dall’olimpo dei trombettisti e io non ho fatto nessun tipo di viaggio mistico...lo scorso weekend, però, sono stata allo Swing, a Bardolino. Era da tanto che ne sentivo parlare: in molti lo descrivono come unico nel suo genere, soprattutto dopo l’ampliamento estivo, così ho deciso che era ora e tempo di farci un salto. Detto, fatto. Ed ora ti racconto la mia esperienza in questo locale, dove il tempo è rimasto fermo agli inizi del secolo scorso.


Insieme al mio ragazzo attraverso il corridoio e guardandomi intorno con stupore, mi dirigo verso il bancone. Il piano terra è completamente in linea con il mood twenties: gli strumenti appesi alle pareti in fianco alle foto di gangster e flappers, poltrone e divanetti con tappezzerie vintage e i dettagli del bancone con l’“unghiatura” tipica dello stile retrò. Ordino un negroni, nella rinomata versione di questo locale, il Coffee-Negroni. Il mio compagno invece, un gin tonic, con un gin australiano dalle note esotiche, aromatizzato con spezie e ingredienti botanici tra cui mirto australiano, buccia di lime e semi di acacia. Mentre l'elegante Bartender con papillon prepara sapientemente i nostri drink, approfitto per fare due chiacchiere. Scopro così che il locale si è ampliato sia in orizzontale, acquistando l’attività adiacente, ma soprattutto in verticale: al primo piano infatti c’è uno spazio completamente nuovo, una sala lounge intima e raccolta, chiamata il caveau. Il Bartender ci racconta che il piano terra è stato destinato alle serate di musica live, che spaziano su generi diversi, mentre al piano superiore solamente swing, jazz e blues, sempre in sottofondo. 
Assaggiamo i nostri drink: buonissimi. C'è anche un piccolo buffet per l'aperitivo, a base di tartine ricche e sfiziose.


Di lì a poco, come ogni week end, avrebbero cominciato a suonare… Decidiamo allora di andare subito a vedere il nuovo piano, per poi goderci lo spettacolo al piano terra.  Salite le scale, davanti a noi, si para qualcosa di insolito e particolare che da subito un senso al nome originale di questa stanza: l’accesso al caveau avviene attraverso una “porta blindata”, che non è una riproduzione, ma è effettivamente una vecchia porta di una camera blindata di una banca. Questa immagine ti ricorda l’inizio di un film? A me è sembrato di trovare l’entrata per Narnia. Varcata la soglia, l’ambiente che ti si apre davanti è uno spaccato fedele di un jazz club della Chicago anni ‘20: moquette rosso bordeaux, mattoni a vista e il suono di un sax di sottofondo.


Ci accomodiamo nel posticino più raccolto e romantico, accanto al caminetto, e ci perdiamo nei discorsi. Era davvero da molto tempo che non mi capitava di poter parlare con un tono di voce normale in un bar. 


Usciti da Narnia, torniamo sotto, dove nel frattempo hanno cominciato a suonare. La serata allo Swing è proseguita… e ho perso la cognizione del tempo, come accade ogni volta che mi lascio andare e mi sento a mio agio. Non c'è voluto molto per lasciarci trascinare dal ritmo e ci siamo ritrovati a ballare davanti al bellissimo pianoforte a coda, uno dei gioielli del locale. 
Davvero una serata da ricordare.

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scritto da:

Beatrice Campisi

Mestrina dal palato fino. Ho votato la vita al buon cibo studiando scienze e cultura della gastronomia e della ristorazione, amo comunicare questa passione attraverso la scrittura.

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