"C'è aria di cambiamento in Piazza dei Signori": il bartender Dorian si racconta

Pubblicato il 29 marzo 2022

"C'è aria di cambiamento in Piazza dei Signori": il bartender Dorian si racconta

Parlare con Dorian Ymeraj – la mano, la mente ma anche il cuore di Barcode – è sempre come entrare in un mondo parallelo dove regnano umiltà, passione sfrenata e gioia per un lavoro che, più che un lavoro vero e proprio, sembra essere un amore inarrestabile.
 
Dorian, come stai? Come sta andando questo periodo di ripresa?

(Sorride – lo farà per tutto il tempo) Sto bene grazie, sto molto bene. Sono felice, il locale sta andando bene e certo la crisi dovuta alla pandemia si è sicuramente sentita ma non posso lamentarmi, siamo sempre riusciti a fare il nostro. E anche con Frida, il nuovo locale aperto con il mio socio in piena pandemia va alla grande, sta ingranando ma siamo tanto soddisfatti: l’idea che avevamo, di un nuovo punto di ritrovo per l’aperitivo sta piacendo tanto ai padovani. Certo, tutto questo fa sì che io non abbia molto tempo libero ma va bene così, non mi lamento.
 
Frida è stata una grande novità per te, ma anche per Padova stessa non è vero?

Assolutamente. Qui mancava un posto così, un posto dove si bevesse in un certo modo e si andasse oltre al classico cicchettino o paninetto.  Ecco perché quando ci abbiamo ragionato con il mio socio ci siamo detti “facciamolo”, poi vabbè lui è un mago in cucina, fa di quelle cose che neanche te lo posso spiegare. Polpette di manzo, pollo e bacon; mini burger – devi provare assolutamente il Californiano – ma anche la tartare, in particolare quella di manzo con rosso d’uovo grattugiato sopra e burrata, guarda è da andare via di testa e ai nostri clienti piace molto. E poi beh, a questa idea nuova di tapas, di cicchettini con cui accompagnare l’aperitivo, si aggiunge la mia professionalità dietro al bancone, con una bella scelta di bottiglie ma anche diverse birrette artigianali o vini in mescita.
 
So però che c’è aria di cambiamento in Piazza dei Signori, confermi?

Assolutamente sì ed è una cosa che non vediamo l’ora accada. Per quanto riguarda il Barcode la novità sarà veramente grandiosa ed enorme, perché oltre alla nuova carta drink che è ormai prontissima e che vedrà la luce con la bella stagione; ci sarà la possibilità di gustarsi – sempre al Code – le tapas di Frida. Una bomba non credi? Per noi è una grande rivoluzione perché da che ho aperto ormai 8 anni fa non ho mai inserito nulla di cucina, ma ora è arrivato proprio il momento. Anche Frida però avrà una novità, ovvero un nuovo menù per le tapas; stiamo definendo le ultime cose ma anche questo è pronto. Non posso ovviamente darti nessuno spoiler, l’unica cosa che posso dire è che i grandi cavalli di battaglia resteranno: i nostri clienti possono tirare un sospiro di sollievo, la tapas con crudo, cioccolato, burrata e guacamole resterà!
 
Sai cosa mi rimane sempre impresso ogni volta che ho l’occasione di parlare con te? Il tuo parlare sempre al plurale: “noi facciamo”, “noi realizziamo”, “noi abbiamo”. Eppure, sei tu il capo, no?

Mi fa piacere che questa cosa si noti. Sai, da che il Barcode esiste, non ho mai smesso di vederlo come un gruppo unito di persone che lavorano con lo stesso scopo. Certo, il capo sono io, ma non sono il capo-padrone, mi piace più vedermi al loro pari, in sinergia con i miei ragazzi. Dopotutto, alcuni lavorano con me praticamente dall’inizio e altri sono arrivati dopo, ma non funzioniamo se non siamo assieme, uniti, se non ci confrontiamo e ci aiutiamo l’uno con l’altro. Qui non si beve bene perché c’è Dorian, qui si beve bene perché siamo al Barcode e non a caso ogni ragazzo ha il suo cocktail nel menù: perché questo lavoro è il frutto di tutti noi.
 
E come si fa a divertirsi, quando lavori mentre il resto del mondo sta in pausa?

Questo credo sia fondamentale. Non posso mica nasconderlo, il nostro lavoro ci porta via molto tempo, ci fa perdere molte occasioni, ma non per questo ci preclude il divertimento, anzi facciamo quello che facciamo proprio perché ci piace, perché ci diverte. E lo facciamo bene, forse, proprio perché qui stiamo bene, assieme, come gruppo. Sai, mi piace sempre descriverci come ragazzi molto professionali – perché i miei ragazzi sono bravissimi scrivilo pure – ma siamo soprattutto umani. Qui vieni per bere, ma sai anche che potrai sempre trovare un sorriso, una parola simpatica, un siparietto giocoso: insomma, vieni per stare bene. Questo è fondamentale.
 
Come ci si arriva a questo?

Con calma, con lungo lavoro e tanto studio. Non è un lavoro che nessuno qui ha improvvisato, e il Barcode stesso per crescere ha impiegato molti anni, anni che sono stati di stimolo e di ricerca, ma che sono stati alle volte anche difficili. Eppure poi tutto torna e la fatica viene sempre ripagata. Cosa resta? Resta la consapevolezza che c’è sempre qualcosa da migliorare, da imparare, da studiare e noi qui non ci fermiamo mai. Non a caso mentre noi parliamo, al Barcode stanno montando una quarta station, perché sono convinta che la professionalità passi anche per un ambiente di lavoro che aiuta a lavorare al meglio. E che il cliente, anche nei momenti di maggiore affollamento – e qui, lo sai, ci sono spesso – deve sempre sapere che sta bevendo al meglio delle nostre capacità.


Foto di Francesca Mazzon @itspeachzone per Barcode

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scritto da:

Anna Iraci

Nata a Padova qualche anno fa, appassionata di film gialli e pizza diavola, meglio se assieme. Giocatrice di pallavolo nel tempo libero e, nel restante, campionessa di pisolini. Saltuariamente (anche) studentessa. Da grande voglio scrivere, ma siccome essere grande è una rottura, intanto bevo Gin&Tonic. Con il Tanqueray però.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Barcode

    Via Dante Alighieri 1, Padova (PD)

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