Dall'avocado toast alla Coppa Ricordo: pranzo jesolano alla Gelateria Marina

Pubblicato il 31 luglio 2020

Dall'avocado toast alla Coppa Ricordo: pranzo jesolano alla Gelateria Marina

Grande novità 2020 alla Gelateria Caffetteria Marina, locale di Jesolo senz'altro storico ma profondamente rinfrescato e ringiovanito negli ultimi anni, è la possibilità di pranzare.
Parliamo di veloci lunch break, pranzetti light, summer brunch, cose così, insomma. In vacanza l’ideale quando non hai voglia di accalcarti al caldo presso un chiosco in spiaggia, ma nemmeno impegnarti in un pranzo di tutto punto al ristorante. La giusta via di mezzo, insomma. Così, sono tornato qui in Piazza Marina per il mio pranzetto alla gelateria, dopo una sessione di sdraio e prima di una partita a tennis, coccolandomi un po’.


Prontamente avventatomi sul capitolo “salato” del nuovissimo, pregevole menù, pronti-via mi ha attanaglia la sindrome dell’eterno indeciso: vado sul classico, con un bel toast fragrante come quello fumante che ho visto appena uscire dalla cambusa? O magari una golosa croque madame, con l’uovo sopra, che mi sazia meglio? Oppure onoro il mare e mi sparo un piatto di alici, a base di bane, burro salato francese e alici del Cantabrico?
Ma no, sono a Jesolo, la nostra piccola Miami Beach adriatica: e allora andiamo di Avocado Toast, come insegnano in Florida! Ovviamente guarnito al salmone: su questo, nessuna indecisione e nessuna discussione.
Appena il buon Alessandro mi porta il mio Avocado Toast, ecco balzarmi subito all’occhio un’invitante sorpresa: il salmone non è affatto il solito smoked salmon “della busta”. Col cavolo! Questo qui è pregiato cuor di filetto, fresco, succoso, profumato, come quello usato per preaparare il sashimi nei ristoranti giapponesi… Quelli seri, s’intende. Spettacolo.
L’avocado toast, poi, mi viene servito con una deliziosa decorazione a base di rosse bacche di Goji, e con due fette di lime (che non esito a spruzzare delicatamente sullo snack)... Più una generosa spremuta d’arancia. Fresca e saporita, come in particolare tutto ciò che puoi trovar qui a base di frutta.
Certo: non dovessi far sport nel pomeriggio, valuterei seriamente di accantonare la spremuta e concedermi semmai due-tre calici di vino, da veneto DOC (anzi, DOCG) che non sono altro: accanto al gargantuesco bancone-console del locale, si staglia infatti un frigorifero da cui fan capolino bottiglie di bianco e bollicine che levati. Champagne, Trentodoc, Franciacorta e chi più ne ha più ne metta.


Finisco l’avocado toast. Ottimo, abbondante, ma me ne farei altri 3. Del resto, l’appetito vien mangiando. Ma invece no, resisto: voglio tenermi uno spazio importante da destinare al gelato. Siamo pur sempre in una gelateria, e mica una qualunque. La migliore di tutta Jesolo.
Stavolta, nell’indecisione più assoluta, lascio scegliere alla signora, la mamma di Alessandro: diciamo che, se lui è un po’ l’anima del locale, lei ne è senz’altro il cuore. E scegliendo “col cuore” mi porta una Coppa il cui nome è tutto un programma: “Ricordo”.
Ebbene, questa qui è tutto fuorché una normale coppa gelato... E' il trionfo dell’equilibrio nei sapori. Pallina di gelato al caffè, pallina di gelato all’amaretto, zabaione, panna montata, più un topping finale che richiama lo stesso zabaione. La guarnitura? Due fragole di bosco e due biscotti Plasmon.


Allo zabaione, fatto in casa con solo Marsala, zucchero e tuorlo d’uovo, la Coppa Ricordo deve il suo stesso nome, perché il suo cuore offre un un sapore che ricorda l’infanzia, quand’era la nostra mamma o la nostra nonna a prepararci a casa lo zabaione, da gustare coi biscottini. Bene, qui abbiamo uno zabaione più denso, più intenso, cotto direttamente sul fuoco anziché preparato a bagnomaria. Un segreto che gli consente di raggiungere una consistenza ideale a guarnire il gelato, integrandosi armonicamente in bocca con la morbidezza di tutti gli altri ingredienti aggiunti alla coppa.


E poi, sorpresa delle soprese, mi giungono due assaggi.
Uno di gelato all’albicocca. Un’albicocca rigorosamente fresca e matura al punto giusto, lavorata con un'infuso di timo limoncino e di camomilla che invade superbamente il retrogusto. E poi una freschissima pallina di fico moro di Caneva: un frutto formidabile, una primizia stagionale, di cui non si butta via quasi nulla durante la lavorazione. Il fico moro, detto “longuette” in ragione della sua particolarissima forma, è tutelato da un consorzio Slow Food che contempla appena 50 produttori, tutti nella zona di Caneva. Ebbene, accanto a eccellenze varie ed eventuali, han pure ‘ste chicche assurde, alla Gelateria Marina.


Mentre mi sto domandando chi diavolo glielo faccia fare di andarsi a cercare le materie prime col lanternino, ecco saltarmi all’occhio il vassoio che va uscendo in direzione del plateatico esterno. E decido all’istante di concludere il mio pranzetto in bellezza, con una con una versione estiva del classico V60, bevanda preparata mediante l'utilizzo di un filtro conico detto appunto V60. Il caffè usato è di provenienza Etiope, e vanta note di pesca, arancia e lime; peraltro, come tutti i caffè, i tè, gli infusi, le tisane, alla Gelateria Marina puoi pure acquistare a sacchetti, da portarti a casa.
In questo caos, il V60 viene servito con ghiaccio per offrirlo fresco. Vista la stagione, ci sta alla grande!!!
 

  • PRANZO
  • CENA BLOGGER
  • RECENSIONE

scritto da:

Alvise Salice

Con lo pseudonimo di Kintor racconto da anni i miei intrattenimenti. Sport e hi-tech gli amori di gioventù; mentre oggi trovo che viaggiare alla ricerca di culture, gusti e sapori della terra sia la cosa più bella che c'è. O magari la seconda, via.

IN QUESTO ARTICOLO
POTREBBE INTERESSARTI:

​È ora di comprare l’olio! Ecco i migliori premiati dalla Guida agli Extravergini 2024 di Slow Food

Che il nostro olio fosse uno dei migliori al mondo, se non il migliore, è cosa nota.

LEGGI.
×