Chiude il ristorante di Filippo La Mantia a Milano

Pubblicato il 10 febbraio 2021 alle 14:40

Chiude il ristorante di Filippo La Mantia a Milano

Il ristorante è stato chiuso il 14 gennaio. Dava lavoro a 45 dipendenti.

Il Covid-19 uccide non solo le persone ma anche tante belle realtà. È il caso del ristorante di Filippo La Mantia nella centrale piazza Risorgimento a Milano chiuso il 14 gennaio scorso. Flippo La Mantia - Oste e cuoco, punto di riferimento nel capoluogo milanese per tutti gli appassionati di cucina siciliana, aveva solo 6 anni. Allietava i tanti milanesi e turisti appassionati con una cucina palermitana di casa, rivisitata, fresca e gioiosa che ha reso noto lo chef a livello internazionale. 

Nonostante la partecipazione a progetti come Cosaporto, l'app delivery riservata esclusivamente ai prodotti stellati e gourmet (di cui abbiamo parlato qui), da febbraio 2020 in poi il locale ha fatto tantissima fatica tanto da non sostenere i costi in mancanza di eventi. Secondo quanto raccontato dallo chef in questi giorni sui giornali di tutta Italia, il ristorante fino al 2020 andava molto bene ed era in crescita. Purtroppo la pandemia non gli ha dato scampo. 

"Noi ormai siamo gli untori": lo Chef La Mantia è costretto a chiudere

In una intervista apparsa su Adnkronos l'1 febbraio, lo chef si era detto scettico di una ripartenza reale con la zona gialla essendo essa stessa labile, non sapendo realmente quanto durerà. I continui cambi di colore e l'incertezza del settore grava pesantemente sulle realtà ristorative italiane costrette a sacrifici enormi nell'ultimo anno. E, commentando il passaggio a zona gialla di lunedì 1 febbraio e non di domenica 31 gennaio: "Tutto era lecito tranne dare da mangiare! Ormai siamo diventati la categoria degli 'untori' - e continua - Siamo come degli animali legati, appena ci levano le catena siamo tutti 'affamati' di uscite, serate e amici. La zona gialla viene vista come un 'liberi tutti'''. 

La fatica dell'intero settore, ormai in ginocchio 

Le motivazioni della scelta della chiusura del suo ristorante a Milano sono, praticamente scontate. Si è deciso di tenere chiusi i ristoranti quasi tutto l'anno salvo qualche sporadico periodo di zona gialla o la pausa estiva (in cui, di base, Milano si svuota). Nonostante le chiusure imposte i locali hanno continuato a lavorare con il delivery (alcuni più di altri, i ristoranti di alto livello con le dovute difficoltà) e ad investire in messa in sicurezza degli ambienti, costruzione di dehors, igienizzazioni continue, servizi di comunicazione per avvisare la clientela della riapertura. Tutti investimenti persi visto che poi, la scelta generale era sempre quella di chiudere. Secondo quanto afferma lo chef La Mantia  nell'intervista ad Adnkronos, si potea trovare un modo differente per gestire la questione. Fra le sue proposte, l'istituzione di un team che si occupasse solamente della ristorazione e che trovasse le modalità per permettere ai locali di continuare a lavorare, seppur con servizio ridotto, in sicurezza. 

L'annuncio della chiusura già il 31 dicembre 2020

L'annuncio della chiusura del ristorante, in realtà, è stato dato dallo chef stesso sul sito del locale il 31 dicembre 2020. Raccontava:

"Ciao. Mi rivolgo a tutti Voi: clienti, amici, conoscenti, passanti, ammiratori e detrattori; critici ed entusiasti che, insieme alla città di Milano, avete reso possibile il “mio” progetto, realizzato con grande volontà e un pizzico di pazzia, di scoprire insieme le tradizioni della cucina siciliana, ripensate in chiave moderna. Il 2020 ci ha reso vulnerabili, deboli, attaccabili e consapevoli di quanto sia fragile la nostra società.
La pandemia ha portato via tantissime vite, cose, energie e lavoro. Ma noi ci siamo rimboccati le maniche e, salute permettendo, abbiamo investito in protezione e sicurezza, per essere presenti nei mesi in cui si poteva aprire; se da un lato, abbiamo incrociato l’angoscia, dall’altro abbiamo conosciuto sguardi che forse prima non notavamo, perché attratti dai sorrisi. Ora scopro sguardi che emergono da una mascherina che vuole proteggere noi e gli altri. Sguardi di affetto e di protezione, anche per me.
Ma nonostante il vostro grande e costante supporto, non riesco a portare avanti un’attività così importante e complessa, che si nutriva e si nutriva di eventi, cene private e grandissimi e affollatissimi buffet domenicali. Come forse già sapete, ho perciò deciso di chiudere l’attività di Piazza Risorgimento.
Questo per fortuna non è un addio, ma solo un arrivederci a presto. E spero che ciò possa farvi piacere. Risolte tutte le beghe amministrative e burocratiche che ogni chiusura comporta, ci ritroveremo in un nuovo luogo, sempre a Milano, a raccontarci quello che è stato e quello che sarà.
Vorrei ringraziarvi tutti ed abbracciarvi per quello che mi avete dato e per tutto quello che mi avete permesso di darvi in questi 6 anni. Un grazie speciale, infine, alla ‘mia’ brigata, lavaggio, cucina, sala e ricezione, che si è impegnata a fondo, tantissimo, per un progetto unico. Senza tutte le mie ragazze e i miei ragazzi, non ce l’avrei mai fatta."


Il locale era il terzo e ultimo ristorante avviato dallo chef La Mantia (dopo il "Cous cous bar"; a San Vito Lo Capo e "La Trattoria" a Roma) ed era stato aperto solo nel 2015. Dava lavoro a 45 dipendenti. 


Ciao a tutti. Volevo comunicarvi che il ristorante OSTE&CUOCO di Piazza Risorgimento è chiuso definitivamente. È andata...

Pubblicato da Filippo La Mantia - Oste e Cuoco su Giovedì 14 gennaio 2021



Photo Credits: Pagina Facebook Filippo La Mantia 
 

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scritto da:

Irene De Luca

Agenda, taccuino, registratore e macchina fotografica. Attenta alle nuove tendenze ma pur sempre “old school inside", vago alla ricerca di ispirazioni, di colori, di profumi nuovi per raccontare una Milano che poi tanto grigia non è.

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