A prova di Victoria Beckham: 6 locali posh di Treviso città

Pubblicato il 15 marzo 2019

A prova di Victoria Beckham: 6 locali posh di Treviso città

Quali sono i locali posh di Treviso? Tendenzialmente quelli dove s’incontrano il “fighetto”, il “piazzarotto”, la “bella gente”, dice il manuale del perfetto copywriter. Per la cronaca, queste sono categorie ed etichette che personalmente trovo stucchevoli, oggigiorno; ma poiché il gergo comune non viene altrimenti in mio soccorso, per il momento accontentiamoci. D’altra parte, andando per esclusione, un locale posh si distingue senz'altro dal posto trendy (che, in sé e per sé, spesso e volentieri si rivela solo una grandissima cafonata modaiola); né puoi banalmente associarlo  ai ristoranti di lusso (oramai frequentati da una nicchia danarosa che tuttavia di davvero “posh” ha ben poco).
Bottom line: questa volta i miei locali posh a Treviso città non sono i soliti 10, o 5, o 7.
Sono 6, il numero dell'armonia e della bellezza. E in effetti sono molto belli tutti quanti. Fatalità, eh?

Per riscoprirti splendido ogni sera

Quando hai voglia di sentirti al centro della trevigianità raffinata (ma senza esagerare), vedere solo bella gente e, magari, riscoprirti splendido al bancone, punta dritto verso lo Shiraz di Piazza Trentin. Il locale posh più amato dalla Treviso-da-bere, dove tra l’altro si mangia davvero niente male.

Tra Tokyo, Milano e Treviso

Un esotico menù fusion preparato dal grande consultant chef Jose Louis Rojas , guru della rivisitazione del sushi con sapori occidentali e latini. Un ambiente grintoso e moderno, che rievoca la Tokyo underground dei giovani, quella amata dai gaijin cresciuti a pane, pardòn, riso e shōnen, che pur non essendo nati in Sol Levante sanno distinguere un ristorante di livello da una scopiazzatura low-cost. E infine un imperdibile aperitivo con DJ set sul rooftop-giardino zen che guarda verso le mura cittadine, ogni martedì sera della primavera-estate. Tutto questo è il mondo dello Zushi, tra i locali più “in” della città ormai da anni.

Di tutte le “vecie ostarie”, questa è la più mondana

Dal 1872, trevigiani d’ogni età ed estrazione battezzano l’Osteria Arman come luogo sacro per incontrare gli amici nei momenti di relax, brindare con un’ombretta “de chel bon”, e gustare cicchetti e piatti tipici della tradizione (tipo una lingua salmistrata che si scioglie in bocca). Un ambiente sospeso nel tempo, dove il laterizio faccia-vista, i secolari tavoli in larice, il mobilio in arte povera e i tanti suppellettili dell’800 trasmettono l’antico, inestimabile valore della serenità.

Dove “posh” fa rima con “bio”

Pochi locali di Treviso rimangono quattro stagioni sulla cresta dell’onda come il Basilico Tredici. In quest’ambiente modaiolo e accogliente, raffinato senza opulenza, trovi sempre un’irresistibile scelta di delicatezza dolci e salate a tema bio. Dove il biologico diventa fighetto, insomma... Con anche tante squisite proposte gourmet per vegani, vegetariani e intolleranti a glutine, lievito o lattosio.

Cucina, stile e aperitivi tra storia e tiramisù

Dietro al prestigioso nome de Le Beccherie, "la casa del Tiramisù" non c’è più (soltanto) un ristorante di gran classe in cui mangiare ottima cucina tipica e il dolce italiano più "posh" (e più buono) che ci sia. All’ingresso di questo locale, oggi incredibilmente bello e moderno, ti aspetta anche un invitante, esclusivo wine-bar, in cui sorseggiare aperitivi, esibire scarpe e ambientare selfie al calar del sole.

Il grande classico dei posh drinker

Lì accanto, in Piazzetta Monte di Pietà, c'è un locale trasversale alle tendenze: il City Coffee & Drink è un'autentica sicurezza, quel posto dove ti senti a casa e sai che bevi sempre bene, soprattutto la gente giusta. Sì, perché questo è proprio come un “bar di paese”, solo ubicato nel centro nevralgico della Treviso di chi ama mostrarsi.

Immagine di copertina dalla pagina Facebook di Shiraz

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scritto da:

Alvise Salice

Con lo pseudonimo di Kintor racconto da anni i miei intrattenimenti. Sport e hi-tech gli amori di gioventù; mentre oggi trovo che viaggiare alla ricerca di culture, gusti e sapori della terra sia la cosa più bella che c'è. O magari la seconda, via.

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