Green Pass al ristorante: come funziona in Europa?

Pubblicato il 27 agosto 2021 alle 06:28

Green Pass al ristorante: come funziona in Europa?

Se da una parte sembra non volersi placare l’eterna lotta tra favorevoli e non al Green Pass richiesto dal Governo italiano per accedere a moltissimi dei servizi necessari alla persona, è cosa ormai certa che – con questo Green Pass – si debba almeno per ora imparare a convivere.
Dal 6 agosto infatti, giorno dell’introduzione del Green Pass nel Bel Stivale, non si è smesso di parlarne nemmeno un giorno con un risvolto forse poco piacevole e poco utile: sappiamo veramente – bene – come funziona?

Il Green Pass in Italia

Con il termine Green Pass s’intende la certificazione rilasciata dopo aver fatto almeno una dose di vaccino o dopo essermi sottoposti a un tampone (con esito negativo) nelle 48 ore precedenti o, ancora, dopo essere guariti dal Covid-19 nei sei mesi precedenti. Il Green Pass s’intende obbligatorio dai 12 anni in su.

Ma quando viene richiesto?

Al fine di scongiurare la risalita dei contagi, nonché permettere a moltissime categorie di continuare a svolgere il proprio lavoro, il Green Pass è richiesto all’ingresso di teatri, cinema, palestre, piscine e centri termali, fiere e congressi, nonché per accedere a manifestazioni sportive, stadi, concorsi o grandi eventi.
Punto cruciale del Green Pass è poi l’obbligo di presentarlo in bar e ristornati, laddove si scelga di consumare all’interno del locale. Notizia di qualche giorno fa – che mette così un punto all’accesa discussione sulla limitazione alla privacy – è che l’esercente sarà si obbligato a richiedere il Green Pass, ma non il documento d’identità, fatto salvo per quei casi in cui vi sia un evidente tentativo di raggiro.

E nel resto dell’Unione Europea, come funziona al ristorante?

Mentre in Italia si discute, in Europa si cerca di allinearsi. Il risultato è un Green Pass - non sempre chiamato così – che però ha in comune molti dei principi italiani, in particolar modo per quanto riguarda l’accesso, soprattutto ai locali interni, di bar e ristoranti.
Anzi, in alcuni Pasei come la Francia, il pass (rilasciato solo dopo la seconda dose di vaccino), viene richiesto anche per accedere ai locali all’aperto di bar, caffè e ristoranti.
Portogallo, Austria, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania e Irlanda invece, sono similari all’Italia dove il Green Pass viene richiesto unicamente per consumare all’interno.
Curiosa invece la scelta della Grecia, dove i ristoranti si suddividono in due differenti categorie: quelli che accettano il Green Pass solo a seguito di una vaccinazione, e quelli che invece prendono anche clienti con il solo tampone negativo.

Germania e Spagna sono ad oggi le uniche grandi potenze che hanno lasciato liberà decisione alle regioni, non fornendo quindi una linea obbligatoria a livello nazionale, ma demandando. Qui però, si accede sul territorio nazionale solo dopo un tampone negativo all'ingresso, o presentando la certificazione di completa vaccinazione. 

 
E oltreoceano?

Sembra più lenta la discussione sul Green Pass, ma la prima forte risposta sembra volerla dare la città di New York che ha tutta l’intenzione di introdurre il “Key to NY Pass” – ovvero la loro versione di Green Pass – che verrà richiesta soprattutto nei bar, caffè e ristoranti della città statunitense, parola di Bill De Blasio.
Completamente in controtendenza invece, la Florida, che sembra voler sanzionare i locali che richiederanno un certificato di vaccinazione o un tampone alla propria clientela.



Foto interna di Jon Tyson su Unsplash
Foto di copertina di Erik Dekker su Unsplash

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scritto da:

Anna Iraci

Nata a Padova qualche anno fa, appassionata di film gialli e pizza diavola, meglio se assieme. Giocatrice di pallavolo nel tempo libero e, nel restante, campionessa di pisolini. Saltuariamente (anche) studentessa. Da grande voglio scrivere, ma siccome essere grande è una rottura, intanto bevo Gin&Tonic. Con il Tanqueray però.

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