Cosa accadrebbe in Italia dopo un'apocalisse?

Pubblicato il 19 maggio 2015

Cosa accadrebbe in Italia dopo un'apocalisse?

Intervista al regista di Hope La Serie, Mimmo Greco

Immagina Montecitorio con una bella voragine al centro, le sedi di Equitalia cadute a pezzi, le banche piene di banconote usate per accendere il fuoco, e in giro tanti disperati con giacca e cravatta ormai laceri che con faccia misericordiosa ti chiedono un aiuto, un finanziamento in cibo e acqua perché da soli non sanno procurarsela.

E' un mio trip distopico, ma non sono l'unico ad essersi domandato cosa accadrebbe nel Bel Paese dopo un'apocalisse. Se lo chiede anche "Hope - La Serie", ideata e prodotta da Arch3tipos, una realtà tutta italiana, anzi, assolutamente pugliese, ma di quel "pugliese" che mette orgoglio nel vedere un tale livello di qualità. Per parlarne meglio ho incontrato il regista Mimmo Greco.
 
 
Partiamo dalla base: cos'è "Hope" e qual è la sua trama?
Come potrai capire già dal tipo di materiale che pubblichiamo sui social network e sul web, stiamo creando molta aspettativa intorno al mondo di “Hope” proprio per non svelare molto. Quindi posso solo dirti che la trama si colloca in uno scenario post apocalittico in cui gli uomini sono attaccati dagli zombie e tutte le vicende verranno raccontate attraverso gli occhi di una bambina. Il suo nome è Hope. Gireremo la puntata pilota da proporre alle major per completare la prima stagione. Perché no, anche all’AMC!
 
Il rimando allo show dell'AMC, "The Walking Dead", è inevitabile. Come avete evitato il copia e incolla?
La domanda che ci siamo posti è stata proprio questa: cosa accadrebbe in Italia dopo un’apocalisse? Ciò che vedrete nella serie saranno personaggi con una cultura e modi di agire diversi dagli americani che, ad esempio, vanno in giro armati fino ai denti e hanno cucito addosso la figura dell’eroe. Basta pensare a quanti americani già sono provvisti di bunker per un’ipotetica terza guerra mondiale. Noi italiani non siamo bravi a prevenire o a prepararci ad un’eventuale apocalisse. Anzi, aspettiamo il problema per trovare una soluzione. Si vedrà proprio questo in Hope. La sua trama si colloca nello stesso universo di The Walking Dead perché Hope è la risposta alle domande che i protagonisti dello show americano si sono posti nelle puntate: come se la sta cavando il resto del mondo? Hope è la risposta. L’unico elemento americano nella nostra serie è la bambina protagonista, semplicemente perché sua madre è americana.
 

Dove si svolgeranno le riprese?
Esclusivamente nel territorio di Cassano delle Murge, quindi vedremo molta foresta,     Murgia, masserie e strutture abbandonate che da noi non mancano assolutamente, anzi, ci fanno risparmiare un sacco di soldi sulle scenografie [ride]. Abbiamo evitato i centri abitati perché logicamente, in seguito ad un’apocalisse del genere, quelli sarebbero i posti più pericolosi.
 
Parlaci del cast.
Posso farti capire quanto siamo gasati e consapevoli di aver creato qualcosa di nuovo già solo parlandoti del cast! Inizialmente l’idea era di realizzare una web serie, ma la risposta alla pubblicazione dei provini da parte di attori professionisti ci ha dato la spinta giusta per pensare in grande e, visto la qualità degli attori, era inevitabile giungere alla conclusione di realizzare una serie tv. Tutti gli attori sono conosciuti dal pubblico perché presenti in prodotti cinematografici, tv e spot nazionali ed internazionali. Posso dirti i nomi dei protagonisti che sono stati presentati sulla pagina “Hope La Serie”: Fortunato Marco Iannaccone, Lidia Cocciolo, Marilù Pipitone, Gianni D'Addario, Gianpiero Pumo, Ezio Spezzacatena, Vincenzo Messina, Angelo Minoli, Federica Del Col, Marcello Arnone, Carlo Caracciolo, Niccolò Cancellieri, Alessia Iacopetta e Renato Paioli.
 
Quando e dove potremo seguire le puntate della serie?
Siamo in fase di trattativa, purtroppo non posso dirti altro che tenervi aggiornati tramite i social. La pagina Facebook è: "Hope - La Serie".
 


Stando ai teaser che ho visto, in Hope la qualità è tanta e l'improvvisazione poca: c'è una fotografia adeguata al genere, make up realizzati ad hoc e l'utilizzo della grafica digitale. Come vi siete mossi in questa intricata selva oscura?
Il progetto “Hope” è nato circa due anni fa. In questi anni abbiamo lavorato molto sul make up e a molti test visual effects: due aree gestite rispettivamente da Angelo Pace, che è anche l’autore della storia e della sceneggiatura, e Filippo Ciriello. Io curerò la regia, direzione della fotografia ed editing. Quello che hai potuto vedere è la dimostrazione che vogliamo fare le cose in grande e grazie allo staff tecnico composto da scenografi, truccatrici e tecnici delle varie aree, posso dirti che abbiamo tutte le carte in regola per creare qualcosa di veramente forte.
 
Cosa vi aspettate da Hope?
Vogliamo far vedere agli americani che anche in Italia siamo capaci di produrre serie tv di alto livello tecnico e artistico, che abbiamo le competenze e che in Italia ci sono attori capaci di lavorare ad altissimi livelli.


Stay tuned: Hope - La Serie
 

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  • ARTS

scritto da:

Mirko Galletta

La tastiera del pc per scrivere e quella del pianoforte per suonare, vagonate di documentari sull'arte assieme a libri letti, da leggere o rileggere, lo stereo canta i Doors, e io che stacco per farmi una birra e scoprire il nuovo locale appena aperto.

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