Cosa vedere e dove mangiare a Cittadella (non necessariamente in quest'ordine)

Pubblicato il 12 ottobre 2016

Cosa vedere e dove mangiare a Cittadella (non necessariamente in quest'ordine)

Ci sono volte in cui hai solo voglia di prendere il primo treno e arrivare in un posto nuovo. Non importa dove. Ma senza qualche dritta, rischi di non sfruttare appieno la giornata. Non preoccuparti, a questo penso io.
Se avevi pensato a Cittadella come meta, continua pure a leggere; se devi ancora deciderti, ti tolgo dall'impasse. Perché Cittadella, secondo me, merita una visita.

La cinta muraria e le quattro Porte


La prima cosa che ti accoglie quando arrivi è l'imponente cinta muraria, con la sua forma ellittica irregolare: pensa che è lì a sorvegliare e difendere la città dal 1220 circa. Guardala bene: quella cosa ha quasi ottocento anni di storia! Perciò se avevi intenzione di lamentarti anche oggi sulla tua età, sul tempo che passa troppo veloce e bla bla, fermati (non ti sentiresti a disagio a farlo di fronte a un'anziana, dignitosa signora?).
Puoi accedere al centro di Cittadella attraverso quattro ponti in pietra, che dal XVI secolo hanno sostituito i vecchi ponti levatoi. In corrispondenza dei ponti troverai delle porte, i cui nomi hanno origine dalle vicine città cui sono rivolte: Porta Padovana, Porta Vicentina, Porta Bassanese e Porta Trevisana. Se sei arrivato in treno è probabile che entrerai in centro da Porta Padovana (dico probabile perché io mi perdo sempre nei posti nuovi). Prima di entrare, sali sulla cinta e fai un primo giro della città dall'alto: te lo consiglio!
Poi vai sempre dritto, da qualunque porta tu sia entrato, e arriverai in Piazza del Duomo. 

Dove mangiare
Proprio dalle parti del Duomo c'è un ristorantino che vorrei consigliarti (sì, dopo ti parlo anche del Duomo, ma mi preme ora darti qualche indicazione culinaria per cui mi ringrazierai). Precisamente in via Roma 11 potrai infatti trovare il Ristorante Al Cappello.

L'edificio in cui è collocato il locale ha una valenza storica non indifferente; pensa che un tempo sorgeva un albergo in cui si dice che abbia dormito Napoleone, durante le sue campagne italiane. Da quando l'ho saputo entro sempre con una certa circospezione qui dentro: sarà suggestione, sarà quel che sarà, ma secondo me in questo ristorante si respira qualcosa di intrigante, nonostante sia un locale molto alla mano. Te lo consiglio soprattutto se ami la cucina veneta. Due piatti tipici sono la renga e l'anguilla affumicate, ma ce n'è proprio per tutti i gusti: i bigoli all'anatra o il baccalà alla vicentina per esempio sono un must. Altrimenti puoi provare una semplice pizza, che come potrai testare tu stesso, così semplice non è: l'impasto è lievitato dalle 48 alle 72 ore e puoi scegliere la variante integrale multicereale.

Il Duomo


Ora, con la pancia piena, parliamo del Duomo. Fu costruito tra il 1774 e il 1826 da tre architetti (uno dei tre è Domenico Cerato, al quale si deve anche il Prato della Valle a Padova). La Chiesa è costituita da un'unica navata; ci troverai meravigliosi affreschi in scuola veneta. La torre campanaria ospita inoltre un museo di arte sacra davvero singolare, che raggruppa tutte le opere collocate nel Duomo nelle diverse epoche della sua storia: oggetti sacri per uso liturgico, dipinti, statue ed iscrizioni. 

Il Teatro Sociale


Se hai ancora un po' tempo prima di fermarti a fare l'aperitivo, ti consiglio di andare in via dell'Indipendenza a visitare il Teatro Sociale, gioiello dell'architettura ottocentesca.
L'esterno è rimasto incompiuto ed è attribuito a Giuseppe Jappelli, l'architetto che progettò anche il Caffè Pedrocchi a Padova. L'interno invece è decorato con disegni floreali e putti. È opera certa di Francesco Bagnara (che ha decorato anche Il Teatro La Fenice di Venezia).

Dove mangiare
Ma a forza di visite e passeggiate si è fatta l'ora dell'aperitivo. Nessun problema, rimediamo subito. Sei nella zona giusta per accettare un'altra dritta, a due minuti dal Teatro sociale. Sto parlando dell'Autostazione, una tappa fissa per me, quando passo per Cittadella.
Il locale è situato in Piazza Martiri del Grappa 11, vicino alla piazza del Duomo. L'edificio su cui sorge è una vecchia stazione delle corriere, oggi vincolato dalle Belle Arti in seguito a un restauro degli anni '50.

Questo posto, frequentatissimo dall'ora dell'aperitivo fino a notte fonda, è conosciuto in tutto il Cittadellese per i suoi cocktail raffinati: sono loro i veri protagonisti qui.
Quello che mi piace di questo locale è che sfugge alle classificazioni, è poliedrico come tutte le cose o le persone interessanti: è moderno ma ha qualche tocco retrò, è un cocktail bar in cui mangiare il solito hamburger con patatine fritte, ma è anche un ottimo ristorante con piatti molto ricercati. Tra i crudi per esempio ti consiglio la tartare di salmone. I cotti invece hanno una tecnica di cottura molto particolare, grazie all'utilizzo del forno Josper, che sta a metà tra la cottura alla brace e l'affumicatura. 

Ma se preferisci spostarti un po' fuori dal caos del centro, in uno di quei posti con il parcheggio ampio a ridosso del locale, ho un ultimo suggerimento per te.
Sto parlando del Papilla, in via dello Sport 15, in una location un po' inusuale all'interno del complesso di impianti sportivi della città.

Una premessa: non lasciarti ingannare dall'esterno perché l'apparenza non rende giustizia a questo locale. Appena entrerai, saprà stupirti con la sua atmosfera rilassante.
Questo posto è specializzato in cucina vegana e biologica. Il menù non è particolarmente ampio ma questo consente di avere sempre materie prime freschissime e di stagione. Si tratta di una cucina elaborata ma leggera. Se vuoi dei consigli, a me è piaciuto molto l'hamburger di lenticchie e la frittata di verdure a base di farina di ceci. Come conclusione del pasto, tieniti un posticino nello stomaco per il tiramisù al pistacchio vegano.

La torre di Malta

Se vuoi fare una passeggiata in centro per digerire, c'è un'ultima cosa su cui vorrei portare la tua attenzione. Torna a Porta Padovana: la vedi quella poderosa costruzione addossata alla porta? Si chiama Torre di Malta. Dopo attenti studi filologici, si è giunti alla conclusione che è proprio di lei che Dante parla nella Divina Commedia (i versi del Poema a lei dedicati sono incisi sul suo muro). Venne costruita nel 1251 per ordine di Ezzelino da Romano, il quale la adibì a prigione per i suoi nemici, che nei sotterranei morivano di inedia. Dopo cinque anni Ezzelino fu cacciato e gli abitanti aprirono le porte a Tiso di Camposampiero, che liberò i prigionieri e uccise i partigiani di Ezzelino.
La giornata è finita, ma sto già pensando a una nuova meta da consigliarti.

Foto di copertina: Cittadella Centro di Facebook

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scritto da:

Giulia Rossi

La mia relazione con i locali è sempre stata un chiasmo: mi piace scoprire posti nuovi con gli amici di sempre e portare persone tutte da conoscere nel solito locale, quello dove entro e ordino il solito.

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