Le piccole osterie nascoste di Roma che devi conoscere

Pubblicato il 19 luglio 2017

Le piccole osterie nascoste di Roma che devi conoscere

Trattorie a gestione familiare, menù fissi, vino della casa, porzioni abbondanti e tanta genuinità

Ci sono dei luoghi dove il tempo non passa mai, dove tutto è rimasto come una volta, dove la tradizione rimane la quotidianità. Non sto parlando di monumenti e angoli caratteristici della città, ma delle vecchie e piccole osterie e trattorie di quartiere, quelle nascoste nei vicoletti di Roma, fuori dal marasma turistico e dal caos contemporaneo della città. Le trattorie dove tutto è rimasto come una volta, con la tovaglia di raso (spesso gialla), o di carta. Con il vino della casa spillato fresco dal sapore rustico, con il menù fisso da decenni, con l’unica modifica (a malincuore) dei prezzi in euro, dove i pos e le carte di credito spesso non si sa neanche cosa siano. Ecco, posti del genere a Roma, sembrerà strano, ma esistono ancora e io consiglio di visitarli almeno una volta, e non solo per farsi una bella pappata, ma per capire l’anima di questa città, malgrado tutto, ancora meravigliosa. Ecco allora le piccole osterie nascoste di Roma da visitare almeno una volta nella vita.

Una perla a Trastevere

Dopo la rivoluzione turistica che ha stravolto i locali di Trastevere riempiendoli di ristoranti tutti uguali e di wine bar fatti con lo stampino, ecco che invece qualche cosa di originale della Trastevere che fu si è salvato, per fortuna, aggiungiamo. Enzo al 29 è ancora oggi la trattoria di quartiere, quella con pochi tavoli, niente prenotazioni e una decina di piatti del giorno, a seconda di quello che si è trovato al mercato. A gestirla tre simpaticissimi, quanto bravi ed appassionati fratelli, i De Felice, che continuano fedelmente a coltivare la tradizione della Roma che fu. Da non perdere i carciofi alla giudia (in stagione), una stupefacente carbonara e un piatto delle migliori polpette al sugo di tutta la città.

Un’istituzione al Ghetto

Sono pochi i locali al centro di Roma a mantenere ancora il fascino della trattoria di una volta, quella con le tovaglie di carta ed il padrone che ti elencava i piatti a voce. Uno di questi è sicuramente La Sora Margherita al Ghetto. Il posto ideale per assaporare i sapori della Roma di una volta senza spendere una fortuna a pochi passi dall’Isola Tiberina. Tra le specialità della casa, oltre ai classici fritti, la cacio e pepe e la trippa al sugo. Il giovedì, ovviamente, gnocchi col sugo di castrato e l’immancabile baccalà il venerdì.

La vera osteria di periferia

Nato come spaccio di vino del quartiere subito dopo la liberazione, Il Quagliaro al Quarticciolo ha saputo mantenere ancora oggi il fascino della vecchia osteria fuori porta. Pochi coperti, vino sfuso dei Castelli, amatriciana e carbonara a tonnellate, una buona pizza cotta al forno a legna e, ovviamente, la specialità della casa: le quaglie arrosto col pane ciriola abbrustolino e i funghi trifolati e le olive nere.

Patrimonio della città

Fa piacere sapere che l’Osteria Al Vantaggio sia stata inserita da poco nell’elenco delle Botteghe Storiche da tutelare da parte del Comune di Roma. Un premio più che meritato per questa storica trattoria del centro a pochi metri da Piazza del Popolo, aperta dal lontano 1920. Da assaggiare assolutamente il tonnarello cacio e pepe ricetta segreta della casa, ottimi anche i classicissimi saltimbocca alla romana. Un conto, poi, davvero ridicolo per una delle zone più esclusive della città.

Dietro la Stazione Termini

Ecco il posto giusto per tutti coloro che arrivando a Roma col treno non sanno dove andare per mettere qualcosa sotto ai denti. La Trattoria dell’Omo a via Vicenza all'Esquilino, neanche a 100 m dall’uscita dello scalo, è gestita da più di 40 anni dalla stessa famiglia. Amatriciana spettacolare, ovviamente, ma non solo: pasta e ceci, lasagne, gnocchi, trippa e abbacchio, per un pranzo genuino, sano e soprattutto economico.

Foto di copertina tratta da pagina Facebook di Enzo al 29

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scritto da:

Lorenzo Coletta

Romano, giornalista, dopo una prima esperienza di giornalismo radiofonico con l'agenzia Econews, ha cominciato ad appassionarsi al grande mondo dell'enogastronomia. Ha contribuito nel 2014 alla redazione della Guida dei Ristoranti di Roma di Puntarella Rossa edita da Newton Compton.

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