Il vino deve essere il valore aggiunto a cena e a dirlo è Michele Muraglia, volto e anima di Est- Vinum et Cibus. Ad Andria, dove la cucina è un atto d’amore verso il territorio, anche il vino non deve essere da meno e per arrivare a questo c’è un attento lavoro di ricerca che Michele ogni giorno effettua per Est. Referenze davvero di nicchia, del tutto introvabili e lontane anni luce dai grandi classici famosi. Li chiamano vini artigianali e al nostro oste abbiamo chiesto quali fattori li renderanno vini contemporanei.

Quando e perché hai scelto di inserire una folta selezione di vini artigianali da piccoli produttori da Est?


La mia cucina è basata su piatti che parlano del territorio in tutta la sua essenza. Sono autentici e di conseguenza anche l’offerta dei vini va adeguata, ovviamente non parlando solo del circondario. Va detto che i vini artigianali portano con loro una storia del tutto diversa, e rispetto ai naturali con cui non vanno confusi, aderiscono ai disciplinari già attivi in Italia. Si tratta di piccolissime produzioni da pochi ettari di vigna, per questo delle vere chicche. Da Est lascio ampio spazio a questi vini, senza mai disdegnare il mondo della fermentazione spontanea e della vinificazione tradizionale, a patto che sappiano comunicare al meglio l’autoctono e i vitigni minori, quelli quasi estinti. Solo così possiamo capire anche chi e cosa siamo stati in passato. Perché la storia passa anche attraverso il bicchiere.

Qual è la marcia in più di un vino artigianale?


Bere un vino deve dare soddisfazione ed emozione. Questo è ciò che accade anche con gli artigianali che riportano al cliente una sensazione quasi antica. Il vino viene fatto per essere venduto e se il consumatore risponde bene, significa che quel vino funziona. Ciò è possibile anche quando si tocca l’argomento “naturale”. È necessario che sia pulito, che non abbia difetti che lo rendano imbevibile. Vendere un vino così non sarebbe corretto.

I clienti oggi, cosa vogliono bere?

Il cliente oggi, è sempre sollecitato dai programmi tv, dagli amici sommelier, dalle riviste e dai social network. Arrivano con un’idea e scelgono il vino tarandosi su quella. Sono io però, ad aiutarli a trovare la direzione giusta ascoltando anche i loro gusti, guardando cosa hanno ordinato. Spetta a me rendere la loro serata unica e sono io la carta dei vini del locale, quindi lascio che il cliente si affidi completamente. Infatti da Est c’è la possibilità di assaggiare il vino e se non è di gradimento, può essere sostituito senza alcun sovrapprezzo. Con loro ho creato un rapporto di fiducia che dura da anni proprio in base alla franchezza.

Trovi che sia cambiato il gusto rispetto a qualche anno fa? E in che direzione si va?


Certamente. Fino a qualche anno fa il gusto del consumatore incontrava vini con bottiglie strutturate, con grandi affinamenti e dalle gradazioni alcoliche elevate. Oggi, con una consapevolezza diversa, si va verso vini piacevoli, con meno tannini, più morbidi, adatti a supportare una parte vegetale e a non risultare pesante. Il vino deve soddisfare il palato ad ogni sorso. Per me è essenziale che risponda a territorio e vitigno sempre e comunque.

Perché secondo te, i vini artigianali saranno i vini del futuro?

Si, ma sarà sempre il giudizio del consumatore finale a decretare il successo. La cultura del vino che oggi rende il pubblico consapevole, più l’opera dell’oste che il vino deve venderlo, deve saper dosare e guidare il consumatore verso la scelta consapevole. Per farlo però, bisogna documentarsi, cercare sul campo la novità, andare a scovare il piccolo produttore, valorizzare i terroir italiani incredibili. Dopo un mercato assuefatto alla grande etichetta e a determinati canoni, ora c’è più attenzione al territorio e questa è la direzione da prendere o mantenere per il futuro.

Est Vinum et cibus - Via Carlo Troia 11, Andria (BT). Tel: 3803691547

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