La prima cosa che arriva parlando con Filippo Carraretto, enotecario di La Mia Cantina, è una passione sfrenata capace di indirizzare ogni scelta di vita. La seconda invece, quando si apre e inizia a parlare senza sosta, è un grande rispetto per il mondo del vino, per i produttori che lo popolano, per i clienti che lo amano e lo scelgono ma soprattutto un grande rispetto per una professione che in un mondo così dinamico e connesso, spesso viene dimenticata, che è quella poi in grado di spiegare, consigliare, mostrare nuovi angoli e sapori di Mondo. Il filo rosso di tutto? La consapevolezza di portare avanti una “storia” di famiglia, iniziata più di 40 anni fa dal nonno Francesco e ancora oggi gestita dalla famiglia tutta. 

Abbiamo fatto due chiacchiere sul vino, il mercato, i giovani e i sogni con “il piccolo di casa” che però ha le idee chiarissime! 

Eccoci Filippo, vogliamo sapere tutto. Ci racconti come nasce La Mia Cantina?


Nasce dalla grandissima passione di mio nonno Francesco che quarant’anni fa ha fondato La Mia Cantina anticipando sicuramente i tempi e proponendo alla Padova dell’epoca la possibilità non solo di bere bene e di essere guidati nella scelta ma anche, e forse soprattutto, di imparare. Corsi, degustazioni storiche che ancora i nostri clienti ricordano e il grande desiderio di lasciare qualcosa a chi sceglieva questa enoteca, certo una bottiglia, ma anche un nuovo sapere. Certo quando mio nonno quarant’anni fa ha aperto questo posto beh era un mondo molto diverso, ma il nostro obiettivo è rimasto invariato, qui da La Mia Cantina il desiderio è quello di soddisfare il cliente, creando quasi una sorta di legame e, puntando tutto sull’empatia capire quali possono essere i suoi bisogni. Poi certo, ci piace anche far conoscere cose nuove e ci piace ancor più quando i clienti si fidano. 


Una famiglia la tua, interamente votata al mondo del vino e al suo “saperlo raccontare” al cliente, ma il tuo approccio come è stato? Ci sei entrato piano piano in punta dei piedi o è stata subito una passione folgorante?


No, direi passione folgorante no. Ovvio quando cresci in una famiglia dove i tuo genitori, gli zii e lo stesso nonno portano avanti un lavoro con così tanta passione è inevitabile che tu ne sia condizionato ma non è nata come una rivelazione è cresciuta mano mano nel tempo, soprattutto grazie allo studio. Più conoscevo la materia, più provavo, più venivo a contatto con produttori e clienti più apprezzavo il vino in primis, i terreni, i luoghi del Mondo e mi incuriosiva questa necessità di trovare le parole per raccontare tutto questo ad un cliente che sceglieva noi, me, per accompagnare la cena con gli amici. È un mondo veramente affascinante e il poterlo raccontare, spiegare e mostrare agli altri è per me motivo di grande orgoglio. 

Io lo so che tu stai facendo finta di nulla, quindi lo dico io: sei stato eletto “Miglior Enotecario d’Italia nel 2022 e Miglior Enotecario Under30”, qualcosa da dichiarare? 


No, assolutamente no. Dai scherzo, è stato un momento molto bello e pure molto inaspettato perchè mi ero iscritto a quel concorso per scherzo diciamo, mai avrei pensato di arrivare in finale, men che meno di vincere. In ogni caso, al di là del risultato, è stata una esperienza estremamente bella e formativa che mi ha permesso da un lato di misurarmi e dall’altra di conoscere ancora oggi colleghi che sono diventati amici. È stato un “concorso” molto interessante perchè era studiato veramente bene, non mi si chiedeva di essere solo preparato di vini e di territori, ma anche di esser capace di gestire un cliente e le sue necessità, come anche di creare un pairing per dei piatti prestabiliti. È stato bello ma ora guardo avanti, non mi piace stare fermo, mi piace sempre studiare, guardarmi attorno. 

Non so se lo abbiamo detto ma facciamolo ora va, tu hai 26 anni giusto? Certo, le idee chiarissime, ma anche un’età molto particolare per il mondo delle enoteche e più in generale del vino, no? 

Sì ho 26 anni e sì, di nuovo, questo mondo e questo settore è sicuramente mediamente più maturo di me. Però c’è molto fervore nell’aria e credo ci sia grande bisogno di giovani che fanno il loro ingresso in questo “mondo”. Certo, non posso negare di aver avuto la “fortuna” di averlo in casa, questo ha chiaramente aiutato il mio ingresso ma c’è grande necessità che i giovani si trovino uno spazio, come anche di contro vi è la necessità che qualcuno lo racconti, lo spieghi questo lavoro e poi che si faccia anche un po' da parte. 

Sai l’idea mia è quella di riuscire, come giovane, a mostrare ad un pubblico mio coetaneo come l’enoteca non sia quella boutique simil gioielleria cui stare distante perchè “chissà quanto mi costa o chissà chi devo essere per entrarci”. Vorrei spiegare loro che si può bere bene anche con piccole cifre e che l’enoteca ma anche lo stesso enotecario non è lì per “fregarti” ma per accompagnarti nella scelta più giusta. O almeno, questo è quello che cerco di fare io qui, questo è quello che la mia famiglia fa a La Mia Cantina. 

Enoteca La Mia Cantina 
Piazzale Santa Croce, 21 - Padova
Tel. 0498801330 


Foto di Federico Palisca

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