Il regista di LaCapaGira e di Mio Cognato racconta il suo film

E' appena uscito nelle sale "Henry", ultimo film di Alessandro Piva, che porta sullo schermo una Roma quasi inedita e alcuni tra i più interessanti attori italiani. Il ricco cast, tra gli altri, vede Paolo Sassanelli e Dino Abbrescia (mitica coppia in "LaCapaGira" ), una molto più che sensuale Carolina Crescentini (impegnata in una scena di sesso assolutamente strong), Claudio Gioé, Michele Riondino, Max Mazzotta.
Alessandro Piva ci ha regalato una lunga chiacchierata sui suoi lavori, ma anche sul cinema in generale.

Parliamo di Henry, il tuo ultimo lavoro cinematografico.
Henry è un film che parla di emarginazione, dell'essere borderline, di un sottobosco criminale e allo stesso tempo infantile. Il film racconta un'atmosfera, un mondo. Ti fa ridere, ti fa piangere, poi alla fine ti dà anche un bel cazzottone nello stomaco...esci dal cinema appesantito. Hai vissuto un'esperienza: un trip, quasi. Esci leggermente cambiato, ed è questo che secondo me devono fare i film, le opere d'arte. (guarda il trailer di Henry)

Il lavoro fatto sulla fotografia, le scene forti, il plot narrativo, fanno pensare al genere pulp, sei d'accordo?
Io penso più alla commedia nera. Anche se in realtà non so definire il mio cinema. Posso dirti che nel mio lavoro sono suggestionato dal cinema impegnato d'avanguardia, dalla black commedy americana, dal cinema asiatico dal grande sguardo personale degli autori...forse proprio per questo miscuglio di generi non mi risulta facile catalogarlo.

Quando si parla di pulp non si può non citare Tarantino...
Be', per me che sono barese l'accoppiata ci sta particolarmente bene! [ride] Tarantino probabilmente è più estremo nelle sue scelte, mentre io sono un po' più ambiguo. In Henry ad esempio ci sono degli a parte in cui i personaggi si prendono degli incisi e c'è un impianto abbastanza teatrale...


Un po' come fa Mastrangelo nel suo omonimo romanzo da cui è tratto il tuo film.
Esatto. Ho pensato che era una bella occasione per fare qualcosa di diverso, cioè di sospendere la narrazione ogni tanto. Uscire dal film dando allo spettatore un registro in più. E questo rispetto al genere pulp credo sia una cosa inusuale.


C'è un contatto con gli altri tuoi film? Penso ad esempio al collegamento LaCapaGira-Mio Cognato per mezzo della bisca di Sabino.
In termini di nessi concreti non c'è nulla di paragonabile al tuo riferimento, anche perchè questa volta mi sono spostato a Roma come ambientazione. "Mio Cognato" è il classico buddy movie: una coppia eterogenea unita da un obiettivo comune che la fa viaggiare nella notte o nella città. Henry invece ha più attinenze con l'impianto corale e suburbano de LaCapaGira: con quel plot che crea un pretesto per raccontare gruppi sociali. Tra l'altro i due film si assomigliano anche per l'autoproduzione: LaCapaGira è stato un mio gesto produttivo un po' incosciente e molto indipendente; Henry ha avuto il sostegno di molti soggetti, ma il grosso delle spese me lo sono sobbarcato io, e con esso meriti e demeriti.


Nel 2010 Henry ha vinto il "Premio del Pubblico" del Torino Film Festival, come mai esce solo ora nelle sale?
Fare questo film è stato molto faticoso. L'ho scritto, l'ho girato, l'ho montato...ci ho lavorato per anni e non ti nascondo che averlo terminato equivale per me ad un vero e proprio parto, ad una liberazione! Esce in ritardo perchè l'interesse del mercato è purtroppo rivolto alle commedie, ed è proprio per questo che ho deciso di esserne anche il produttore. 


In tempi di autoproduzioni e crisi del cinema, pensi che le risorse della rete possano essere utili?
Ho sfruttato il web per allargare i contorni dei personaggi e offrire allo spettatore scene assenti dal film. Se prima di andare al cinema ti vedi questi video che ho pubblicato sul mio sito (clicca qui per vedere i video dei personaggi) quando avrai visto il film avrai addosso molto più dell'ora e mezza della narrazione vista in sala. Avrai quasi una conoscenza inconscia dei personaggi.


L'augurio che fai ad Henry?
Non faccio molti film. In dieci/dodici anni ne sono usciti solo tre, ma tengo molto che i film che realizzo resistano alle ingiurie del tempo: che invecchino bene, come il vino buono. A giudicare dai feedback che ho costantemente sui miei lavori precedenti, penso di esserci riuscito finora. E ovviamente spero che Henry non si sottragga a questo destino, vista la meticolosa attenzione 
prestata ai dettagli e a tutti gli aspetti della lavorazione. Mi piacerebbe che l'interesse ai miei film non si esaurisca con l'uscita dalla sala, ma che resti nel cuore della gente.

 

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