Checco Zalone fa ridere tutti indistintamente: dal barese come lui al milanese doc, dal più umile al più istruito. Quando in tv si parla di lui mi fa sempre un po' strano sentire conduttori e giornalisti chiamarlo solo con il cognome, quindi "Zalone", come se il nome d'arte di Luca Medici non fosse un più sottile gioco di parole sulla parlata barese.
Prima di tutto quella "z" andrebbe utilizzata col suono aspro e non dolce, infatti il nome dovrebbe suonare come "che cozzalone", e cioè "che cafone", "che zagno", "che zampo", "che tamarro"... che uomo poco raffinato nei modi, nel suo lessico e nel vestiario.
Per questo ho deciso di scrivere questo pezzo con 10 parole ed espressioni del dialetto barese che più volte si possono udire per le strade di Bari... e in tv!

1. U PRISE


Quando ancora non esistevano i bagni nelle abitazioni, a Bari Vecchia si utilizzava "u prise", ovvero un vaso da notte in cui tutta la famiglia faceva pipì. Ogni giorno ad una certa ora passava un carretto per far svuotare questi vasi. L'espressione "sì nu prise", sta ad indicare una persona inutile, immobile. Spesso si dice: "Ste semb 'mmenz comm a nu prise!" (sta sempre inutilmente davanti ai piedi).

2. CANARÌN ASSECÀT


Si usa questa espressione quando si ha sete o si vuole andare a bere qualcosa, infatti indica l'avere la gola secca. 
Es.: Sciàm o' Chiringuit ca teng l' canarìn assecàt. 

3. LA IÒSE


E' un frastuono particolarmente rumoroso provocato da chiacchiericcio o urla. La parola è solitamente usata come domanda ammonitrice.
Es.: Oh, e ce iè 'sta iòse?!  

4. ZAMB, ZAGN, CHEZZÀL


Tre parole che hanno pressoché lo stesso significato: persona cafona, volgare, ma anche vestita male. La "z" va usata obbligatoriamente col suono aspro.
Es.: Ce sì zamb! (come ti vesti male).

5. U AGGÌGGHIE e U PRISCE


Parole molto difficili da spiegare. L'aggigghio è una frenesia positiva, uno stato di eccitazione che porta a fare qualcosa. Il priscio è molto simile alla precedente parola, ma comporta tante altre sfumature, infatti se dici ad una persona: "Brav, e prisciatìnne!", indica sarcasmo e sta per: "Complimenti, compiacitene pure!"; se invece dici: "Uagliò, sì nu prisce!", sta per: "sei davvero uno spasso!".

6. LA CICLATÌR


E' la caffettiera, la moka. La parola ormai è quasi scomparsa nelle nuove generazioni, ma c'è una riscoperta grazie anche all'esistenza di due locali  a Bari Vecchia che si chiamano così.

7. LA SPINGITUR


Anche questa parola è quasi del tutto desueta. Indica salumi e formaggi, ma anche il panino che ci si porta dietro al lavoro.


8. C'HA DITT U' DOTTOR?! e IÈ ASSÀ U DANN!


Due espressioni utilizzate molte volte assieme. La prima è utilizzata per chiedere un'informazione sul tempo necessario per fare una determinata cosa, ma al contempo serve anche a mettere fretta. La seconda è utilizzata per esprimere risentimento verso una persona o una situazione.
Es.: Il pullman ha saltato la corsa. Iè assà u dann a Bar!

9. CE TIP D' GOMM!


"Che tipo di gomma" (o da spiaggia). Indica una persona sui generis, particolare e bizzarra.

10. A SFAZIÒN


Espressione che sta per "a disposizione", ed è utilizzata dal barese doc per dire che non c'è nessun problema nel fare qualcosa e che la sua disponibilità è massima. E' utilizzata anche per offrire qualcosa.
Es.: - Colìn, ha da pagà la birr?
- A sfaziòn, Peppìn! M' ià perd p' 'na birr?


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In copertina una stradina di Bari Vecchia nella foto di N I C O L A 

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