Abbiamo cantato “tanti auguri a te” levando i calici davanti ai piatti che hanno fatto la storia del ristorante

In un’era in cui i ristoranti aprono e chiudono nel giro di un’estate, trovare un posto che sia una certezza in una città di mare è una vera impresa. Siamo a Giovinazzo, dove dieci anni fa Giuseppe Romanazzi ha scelto di iniziare la sua carriera di ristoratore. Grazie all’aiuto morale e materiale di sua moglie Sonia, ha ristrutturato il famoso torrione affacciato sul porticciolo del borgo marinaro e ha creato uno dei ristoranti più romantici di Puglia. Qui le proposte di matrimonio fioccano come la neve d’inverno, insieme a grandi piatti e una cantina di alto profilo. Partito da ragazzo con una grande ambizione, ora Giuseppe Romanazzi è un adulto che ha raggiunto grandi successi. Così siamo andati a cantare “Tanti auguri a te” e a ripercorrere la storia di questi 10 anni del Romanazzi’s.

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Ci accomodiamo e iniziamo col goderci una vista che tutti meriteremmo di avere alla fine di una lunga giornata di lavoro.


Giuseppe, sempre presente tra i tavoli, ci illustra il menu dei 10 anni. Si parte con due antipasti: il Battuto di branzino e il Baccalà e gazpacho. Seguono il Risotto con polpa di riccio del Mediterraneo. gamberi e peperone crusco e il celebre Spaghettone. Il secondo: Tonno in nero con chutney di zucca e patate in purea. Infine, il dessert: il famoso Sottobosco. Si propone un abbinamento ai vini della Cantina San Marzano. Noi scegliamo una versione ridotta, che tra i menu degustazione è indicata anche come Romanazzi’s storia con una piccola variazione al secondo.


Il servizio solerte ci serve un grazioso cestino di pane e taralli e un calice di Calce, lo spumante metodo classico da chardonnay e uve rosse autoctone firmato San Marzano. Sgranocchiamo un tarallino riflettendo su quanto la Puglia offre in tutti i punti della sua meravigliosa costa. Il tempo di bearci di questo lusso naturale che arriva il Baccalà.


Vero trait d’union del ricettario nazionale, Romanzzi lo propone mantecato con gazpacho di pomodoro e crumble di olive nere. Sentiamo la morbidezza del baccalà, contrastata dalla croccantezza delle olive nere, simbolo della Puglia che mangia bene, e dall’acidità del peperone.

Molte persone raccontano l’esperienza gastronomica da Romanazzi’s parlando del famoso Spaghettone bruciato. «Attenzione: può creare una forte dipendenza», confessa sorridendo Giuseppe. In una regione in cui l’Assassina è religione, con questo primo si ritorna alle origini, evocando la pasta riscaldata del giorno prima con quella deliziosa crosticina che crea dipendenza.


La particolarità di questo piatto, che la rende diverso ad ogni esperienza, è legata alla stagione in cui lo si mangia. Infatti, le cozze e i pomodori – parti integranti della ricetta – non hanno sempre lo stesso sapore. Mangiarlo d’estate significa bearsi dei sapori migliori per questi ingredienti, che completano la magia unendosi al bagnetto di peperone giallo.
Lo Spaghettone bruciato è in carta dal primo giorno di apertura del Romanazzi’s e noi lo celebriamo facendo anche la scarpetta. Le bollicine di San Marzano ripuliscono il palato e ci preparano alla nostra sorpresa: il secondo.

Abbiamo chiesto a Giuseppe di provare il Tonno in nero.


Niente abusatissimo tataki. Nessun trancio grigliato e rivestito di semi vari. Stiamo parlando di un lingotto freschissimo impanato nel pane al nero di seppia e fritto a 190 gradi. Lo shock termico crea un secondo di pesce dalla consistenza perfetta, valorizzata dalla patata montata, il chutney di zucca e verdure a gradire.


Chiudiamo la parte principale della cena, consapevoli di aver gustato uno dei migliori secondi di pesce dell’estate.

Infine, facciamo un viaggio nel Sottobosco.


Si tratta di un semifreddo alla nocciola modellato come fosse un funghetto su un “prato” di crema al pistacchio, croccante al cacao e frutti rossi. Lo mangiamo prima con gli occhi, beandoci del fatto che l’estetica qui è un ingrediente di altissima qualità al pari delle altre materie prime commestibili. Poi lo assaggiamo: scioglievole, armonico e ricco di gusto.


La nostra cena è stata arricchita dalla presenza al nostro tavolo dello chef e imprenditore Giuseppe Romanazzi, che tra un piatto e l’altro ci ha servito aneddoti e ricordi di un decennio al servizio della convivialità. Anche per la sua ironia e gentilezza è difficile congedarsi da questo porticciolo. 

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Romanazzi's Restaurant - Piazza Porto 32, Giovinazzo (BA). 

 

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