Tiramisù a Roma, altri 4 indirizzi da provare

Pubblicato il 17 aprile 2015

Tiramisù a Roma, altri 4 indirizzi da provare

La ricerca dei migliori della Capitale continua: tradizionale, fatto in casa, gourmet

Ne avevamo parlato circa un anno fa, stilando una prima classifica dei migliori tiramisù di Roma, riuscendo ad individuare quattro locali dove il dolce più famoso d’Italia (se non del mondo) viene preparato nel miglior modo possibile. Oggi abbiamo voluto ricominciare la nostra ricerca, convinti del fatto che nella Capitale ci potessero essere altri grandi tiramisù da gustare, e abbiamo avuto ragione. E’ vero che questo dolce ormai lo si trova praticamente nei menù di tutti i ristoranti del Paese, ma è molto raro trovare qualcuno che riesca a prepararlo rispettando la ricetta originale e le giuste dosi degli ingredienti. Per carità, con questo non intendiamo dire che chi opta per le “varianti” in tema sbagli a prescindere, anzi! Rimane il fatto, però, che il tiramisù resta, anche se apparentemente può sembrare il contrario, uno dei dolci più difficili da preparare. Ecco, allora, i nostri nuovi “magnifici 4” da provare e riprovare.



Cominciamo con un tiramisù decisamente fatto in casa. Quello servito alla Trattoria Luzzi al Celio, infatti, viene preparato ogni giorno non dai cuochi del ristorante, ma bensì dalla proprietaria dell’edicola accanto. Si tratta di una versione “leggera” (per modo di dire…), che prevede l’utilizzo dei pavesini al posto dei tradizionali savoiardi. La crema al mascarpone è assolutamente perfetta, così come apprezziamo molto il fatto che qui i biscotti non vengono intrisi nel caffè, ma soltanto bagnati, lasciando un accenno di croccantezza che dona la giusta vivacità al dolce.



Ci spostiamo a Trastevere, a Via dei Vascellari dove Enzo al 29 propone la sua versione di tiramisù al bicchiere (stavolta rigorosamente tradizionale). In questo caso a rendere unico il dolce è proprio la crema al mascarpone, ed in particolare le uova utilizzate per prepararla, che provengono dall’allevamento di Paolo Parisi. La stessa meravigliosa crema viene qui riproposta anche insieme alle fragoline di bosco, valida alternativa per chi non ama il caffè.



Ed ecco una versione gourmet del tiramisù diventata, a ragione, una “star” della pasticceria romana, e forse nel mondo, viste le numerosissime recensioni e pagine a lei dedicate in questi ultimi anni. Parliamo, ovviamente, della versione proposta da Flavio al Velavevodetto, e Ai Quiriti: un tiramisù al bicchiere, fatto con biscotti di pasta frolla fatti in casa spezzati sul fondo, pezzi di cioccolata fondente, polvere di cacao (rigorosamente spolverata sui biscotti e non in cima, per evitare l’effetto “allappo”, come ricorda lo chef), mascarpone (anch’esso homemade) e squaglio di cioccolata.



Infine dobbiamo dare spazio alle tradizioni locali, e alla cucina provinciale. Ecco perché vogliamo citare il tiramisù dell’Enoteca Provincia Romana, fatto con ingredienti rigorosamente a km zero, a partire dai biscotti: niente savoiardi, ma al loro posto i mitici Osvego della Gentilini. Buono, gustoso e leggero. Ecco un altro esempio di variante azzeccata. 

(Credits Photos: elizabethminchilliinrome.it)

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scritto da:

Lorenzo Coletta

Romano, giornalista, dopo una prima esperienza di giornalismo radiofonico con l'agenzia Econews, ha cominciato ad appassionarsi al grande mondo dell'enogastronomia. Ha contribuito nel 2014 alla redazione della Guida dei Ristoranti di Roma di Puntarella Rossa edita da Newton Compton.

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